Hardware Forum Italy 2021: la fiera della ripartenza è pronta al via

Il 22 settembre 2021 prenderà il via Hardware Forum Italy 2021, la fiera dedicata al comparto ferramenta organizzata da Koelnmesse. Come per le altre edizioni si svolgerà in concomitanza con Bricoday per offrire una piattaforma unica nel panorama dell’intero comparto ferramenta e bricolage.
La fiera si svolgerà nel padiglione 3 di Fieramilanocity e segnerà il ritorno alla normalità per l’intero comparto (lo scorso anno non si è svolta a causa dell’epidemia da Covid-19).

Hardware Forum offrirà, inoltre, un servizio esclusivo per le aziende espositrici: il matchmaking di 300 incontri programmati con i principali distributori del mercato nella distribuzione tradizionale, professionale ed online. Obiettivo: ampliare, rafforzare o sviluppare il mercato.

La fiera è supportata dalle associazioni del comparto Assofermet Ferramenta, Assosistema Safety, Assodimi/Assonolo e Confcommercio Giovani. Un segnale importante a sostegno dell’intera filiera.

I convegni a Hardware Forum Italy 2021

Fil rouge di questa edizione, in linea con quella del 2019, un ricco programma di convegni ed attività collaterali .

Il 22 settembre ci sarà ColorDay, l’evento dedicato al colore, che focalizzerà su come creare gli spazi ideali per dare identità al punto vendita e portare più redditività all’attività commerciale.

Novità dell’edizione 2021, il convegno Safety Day dedicato al comparto antinfortunistica e workwear per il dettaglio ferramenta tradizionale e professionale. È organizzato con la collaborazione della sezione Safety di Assosistema Confindustria.

RI-generazione Ferramenta è il titolo del Convegno Hardware Forum Assofermet che si svolgerà il 23 settembre. Tra le tematiche trattate troviamo la nuova normalità del canale tradizionale negli scenari economici e sociali post-Covid, condizionati da aumenti delle materie prime e carenza nella disponibilità di prodotti in diversi settori.
Centrale sarà l’analisi del Nuovo Consumatore in un’economia che si sta spostando dall’Atlantico al Pacifico, con una riflessione di Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis.

Alla fine del convegno verranno l’Oscar del negozio Ferramenta, il Premio Grossista e il premio Produttori in collaborazione con Assofermet e Cerved Group e il Premio Prodotto ferramenta dell’anno.

Lavori con il Superbonus verso quota sei miliardi di euro

Dopo un inizio stentato, dovuto soprattutto all’incertezza legislativa e alla complessità delle procedure, cominciano a tornare i conti relativi al Superbonus 110%. Ad indicarlo sono gli ultimi dati forniti da ENEA, che ha fra l’altro deciso di aggiornare mensilmente le rilevazioni nazionali e regionali relative alla maxi agevolazione edilizia che, lo ricordiamo, rappresenta una delle architravi di spesa del PNRR (acronimo di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) recentemente sdoganato dall’Unione europea che eroga i fondi.

Superbonus: gli investimenti ammessi a detrazione

Trascorso ormai più di un anno dall’entrata in vigore del Superbonus, con il Decreto Rilancio del maggio 2020, ENEA certifica che al 31 agosto il totale degli investimenti che sono stati ammessi a detrazione ha raggiunto i 5 miliardi e 685 milioni di euro, mentre ragionando in termini di lavori già ultimati (il 68,8%) , il totale degli investimenti ammessi a detrazione risulta pari a 3 miliardi e 910 milioni di euro.

Per quanto attiene al numero di asseverazioni presentate, il totale nazionale è di 37.128 con una quota maggiore relativa agli edifici unifamiliari anche se il corrispettivo economico prevalente riguarda invece i condomini. In particolare, le 4.844 asseverazioni presentate per quest’ultimi corrispondono ad un totale di 2 miliardi e 650 milioni di investimenti (un miliardo e 585 milioni i lavori già realizzati).

Edifici unifamiliari e unità immobiliari indipendenti

Le asseverazioni presentate per gli edifici unifamiliari sono state 19.072 per 1 miliardo e 874 milioni di investimenti ammessi a detrazione (1 miliardo e 429 milioni il corrispettivo dei lavori già realizzati). Ci sono poi da considerare le asseverazioni relative alle unità immobiliari funzionalmente indipendenti, che sono state 13.212 per 1 miliardo e 160 milioni di investimenti ammessi a detrazione (895 milioni di euro il corrispettivo dei lavori già realizzati).

Interessante anche il dato fornito da ENEA relativo agli investimenti medi in regime di Superbonus a seconda della tipologia di abitazione. L’importo maggiore è naturalmente relativo ai condomini, con una media di 547.191 euro per intervento, cifra che scende a 98.264 euro per gli edifici unifamiliari mentre l’importo medio dei lavori compiuti sulle unità immobiliari indipendenti è di 87.833 euro.

Dati Enea superbonus agosto 21

Diffusione del Superbonus sul territorio nazionale

Nel report non manca l’analisi della situazione geografica, con lo specifico del ricorso all’agevolazione nelle varie regioni. A fare la parte del leone è inevitabilmente il Nord Italia, dove si concentra il maggior numero di abitanti ed edifici, ma ragionando in termini relativi la diffusione del Superbonus appare sufficientemente omogenea sull’intero territorio nazionale.

Nel dettaglio, la regione con il maggior numero di asseverazioni depositate è la Lombardia (5.116) seguita dal Veneto (4.628) e dal Lazio (3.704) mentre fra le regioni meridionali quella con il maggior numero di asseverazioni è la Sicilia (2.751), quest’ultimo, a ben vedere, dato non dissimile in termini di incidenza percentuale dalla Lombardia tenuto conto che nell’isola la popolazione è meno della metà.

Dati ecobonus 110% diviso per regione agosto 2021

Campania e Sicilia al top nel Meridione

Situazione differente ragionando in termini di valore degli investimenti ammessi a detrazione. Un dato che era stato evidenziato già a marzo 2021. Guida sempre la Lombardia (857 milioni di euro) ma è seguita dal Lazio (560) che precede di poco il Veneto (558). E rispetto al dato numerico delle presentazioni cambia anche la “leadership” al Meridione con la Campania davanti alla Sicilia, rispettivamente con un valore di 468 milioni e di 397 milioni di euro degli investimenti ammessi a detrazione.

La Romania testa soluzioni di ricarica ultraveloce per gli autobus elettrici

Mobilità sostenibile come obiettivo globale, attraverso un’infrastruttura di ricarica ultraveloce per i mezzi di trasporto elettrici. L’evoluzione non riguarda solo il territorio italiano: in tutta Europa (e nel mondo), le amministrazioni locali, le aziende e i privati seguono con attenzione gli sviluppi di questa trasformazione green.

Un valido esempio viene dall’Est, e più precisamente dalla città rumena di Oradea. Qui, l’azienda italiana Nidec ASI ha avviato una sperimentazione legata all’utilizzo della tecnologia Ultra Fast Charger (UFC) per favorire la diffusione degli autobus elettrici.

Ricarica ultraveloce: priorità ai mezzi pubblici

Cosa prevede il progetto? In accordo con amministratori e stakeholder del trasporto locale, Nidec ASI mette a disposizione per un mese e mezzo una stazione di ricarica ultraveloce presso il capolinea degli autobus, di fronte al suo stabilimento di Oradea. Nello specifico, si tratta di un UFC Powersafe 1.0 con 2 pacchi batterie da 79kWh ciascuno. Il sistema è dotato di una colonnina dispenser con 2 uscite da 160kW (o 320 kW su uscita singola) e relativi meter certificati.

Il Governo rumeno sta investendo molto sull’elettrico: in questo contesto si colloca la decisione del Comune di Oradea di avviare l’esperimento sul trasporto locale

La stazione di ricarica Ultra Fast Charger al capolinea degli autobus di Oradea

Questa tecnologia avanzata permetterà di testare nuove soluzioni per “elettrificare” i mezzi pubblici rumeni. E, di conseguenza, implementare la mobilità sostenibile in tutto il Paese. Le colonnine, infatti, possono essere sviluppate localmente e collegate alla rete elettrica nazionale, semplificando e velocizzando l’installazione di infrastrutture per l’alimentazione delle auto e dei mezzi pesanti elettrici, riducendo al contempo i costi operativi.

Come funziona l’Ultra Fast Charger

Le stazioni UFC rispondono efficacemente all’aumento del fabbisogno energetico legato alla ricarica ultraveloce dei veicoli elettrici, mantenendo stabile la rete elettrica. Questo perché la colonnina permette di ricaricare vetture, autobus e mezzi commerciali senza attingere direttamente dalla rete ed evitando picchi di potenza ed eventuali blackout. L’Ultra Fast Charger è infatti dotato di un sistema di storage a batteria che fa da “cuscinetto” tra rete elettrica e infrastruttura di ricarica.

Un esempio pratico? La nuova generazione di charger ultraveloci si connette a reti elettriche di bassa o media tensione (LV o MV GRID). A fronte di un fabbisogno energetico di 50 kW, fornisce al veicolo una potenza di 320 kW. Si raggiunge così l’80% della capacità in meno di 15 minuti.

La ricarica è anche smart

Alle performance infrastrutturali, Nidec ASI affianca applicazioni di smart charge management. Soluzioni che assicurano l’implementazione efficiente e ottimale di tutte le stazioni UFC, con gli annessi servizi digitali per cittadini e aziende.

La sperimentazione della ricarica ultraveloce per gli autobus pubblici di Oradea si unisce dunque agli altri progetti per il trasporto full electric avviati da Nidec ASI in Italia (a Benevento e presso la propria sede di Montebello Vicentino), Francia e Germania.

Tago, il profilo carrabile di Luce&Light flessibile e robusto

Tago di Luce&Light è un profilo carrabile a tecnologia LED con alimentazione integrata e capacità di sostegno fino a 2.000 kg pensato per il settore dell’illuminazione architetturale di facciate in contesti urbani, quali palazzi storici, edifici pubblici, hotel ed esterni residenziali.

Disponibile in tre misure (30, 50 e 100 cm), è realizzato in alluminio anticorodal a basso contenuto di rame per una migliore dissipazione termica.

Tre sono anche le possibili configurazioni per Tago: incassato a filo per un effetto flush, incassato in battuta con cornice oppure, nella versione su superficie, con staffa dotata di due punti di snodo.

Caratteristiche di Tago

Tago incassoLo schermo in vetro di Tago è di tipo extrachiaro temprato trasparente, con uno spessore fino a 10 mm ad alta trasmittanza con serigrafia vetrificata grigia che garantisce un’uniformità cromatica della luce e un’ottima resistenza ai graffi e agli urti (IK09).
Oltre alle tradizionali temperature colore (4000K, 3000K e 2700K), Luce&Light ha previsto anche la versione da 2200K per un bianco caldo.

Ampia anche l’offerta di ottiche arretrate, che include l’ellittica, wall washer e wall grazing.
Pratica anche la possibilità di orientare di ±20° il fascio luminoso agendo semplicemente sulle testate esterne, il tutto senza comprometterne la tenuta.

Tago è dimmerabile tramite sistema DALI e 0/1-10V, mentre in presenza di più dispositivi illuminanti in serie è prevista una connessione di tipo entra-esci che semplifica il cablaggio dei profili.

Massima anche la sicurezza: il sistema IPS (Intelligent Protection System) protegge gli apparecchi illuminanti da infiltrazioni d’acqua che possono verificarsi in caso di errori di giunzione tra i cavi per applicazioni da esterno e immersione, mentre il sistema PID (Protective Impedance Device) protegge gli apparecchi illuminanti da fenomeni di natura elettrica esterni all’impianto, come accumuli di cariche elettrostatiche o fenomeni di tipo impulsivo provenienti dalla linea elettrica.

Rinnovabili Offshore: opportunità ed esempi

L’energia rinnovabile Offshore “nasce” nell’acqua e può dare un importante contributo allo sviluppo delle fonti rinnovabili. Non è un caso che l’Europa ci scommetta, con la Strategia Energie rinnovabili Offshore e un documento che contiene il piano per favorire la crescita delle tecnologie per la produzione di energia rinnovabile in acqua.

Cosa si intende per rinnovabili offshore? Si parla principalmente di eolico, fotovoltaico flottante e sistemi per la produzione di energia a partire dalle correnti e dalle onde del mare. Del resto il nostro continente ha il vantaggio di godere di numerosi affacci sul mare, per cui i presupposti sono positivi e le previsioni di sviluppo anche.

L’Unione Europea ha previsto per il 2050 la disponibilità di 300 GW di eolico Offshore e 40 GW di energia prodotta dal mare. Chiaramente, per raggiungere tali risultati sono necessari opportuni investimenti, per la realizzazione degli impianti e delle infrastrutture ad essi connesse.

Eolico Offshore

Quando si parla di eolico Offshore, si discute di parchi eolici realizzati sulla superficie dell’acqua, tramite l’installazione di pale galleggianti che sfruttano l’energia del vento, particolarmente intensa e stabile se ci si allontana dalla costa. È per questo che la produzione di energia è maggiore e, per produrre la stessa quantità, sono sufficienti meno pale. Il paese europeo con maggior potenza installata è il Regno Unito, seguito da Germania e Belgio. L’Unione Europea si pone l’obiettivo di passare da 13 GW di potenza installata a 60 GW entro il 2030.

Rinnovabili offshore: eolico

Nel mondo, tra i paesi che si stanno maggiormente interessando a questa tecnologia c’è il Giappone, che si pone l’obiettivo di produrre 45 GW di potenza entro il 2040. Se riuscisse nell’intento, sarebbe tra i primi tre paesi al mondo per produzione, insieme a Cina e USA.

Tra i motivi che hanno inizialmente limitato la diffusione dei parchi eolici Offshore c’è anche quello economico, in quanto gli investimenti per l’installazione e la manutenzione sono maggiori rispetto ai normali impianti eolici Onshore. L’Italia, nello specifico, è ancora indietro rispetto ad altri paesi europei, nonostante il potenziale del mediterraneo abbastanza elevato, seppure non al livello sui mari del Nord Europa, con venti più intensi e fondali meno profondi.

Tra gli altri ostacoli alla diffusione in Italia, però, permangono burocrazia e iter autorizzativi, oltre che tematiche paesaggistiche e tecniche di connessione alla rete ancora da risolvere pienamente. In ogni caso, il Piano Nazionale per l’Energia e il Clima prevede un traguardo di 900 MW di potenza installata entro il 2030. Un numero importante se si considera che attualmente il contributo di questa tecnologia in Italia è nullo. Questo non significa che non sia realizzabile, ma solo che è importante iniziare a muoversi rapidamente nella direzione giusta, eliminando gli ostacoli e favorendo lo sviluppo degli impianti. L’eolico Offshore, infatti, non è solo un elemento chiave per la transizione energetica e la decarbonizzazione in Italia, ma anche un’opportunità per l’avvio di nuove filiere industriali, con risvolti positivi anche in ambito economico ed occupazionale.

Fotovoltaico flottante

Tra le rinnovabili offshore, troviamo il fotovoltaico flottante è costituito da pannelli solari installati su apposite piattaforme galleggianti, da posizionare sull’acqua. Si tratta di una soluzione interessante in quanto permette di realizzare anche ampie superfici solari e di sfruttare la riflettanza dell’acqua; anche da un punto di vista tecnico i vantaggi non sono da poco, in quanto l’acqua può essere utilizzata per il raffreddamento dei pannelli.

Le applicazioni non mancano e la tecnologia non è certo nuova, basti pensare al premio International Design Award Land and Sea vinto nel 2008 dal Solar Lily Pad a Glasgow per un’installazione di un certo valore, anche paesaggistico.

esempio di fotovoltaico flottante

In Italia le prospettive per questa tecnologia sono abbastanza positive, anche grazie alla grande quantità di bacini idrici presenti sul territorio nazionale, che fanno prevedere all’ENEA un possibile traguardo ottimistico di 15 GW di potenza installata. A differenza dell’eolico Offshore, per il fotovoltaico flottante sono più indicati specchi d’acqua ferma, così da evitare sollecitazioni meccaniche che potrebbero compromettere la funzionalità dei pannelli. Altro vantaggio dei bacini interni risiede nel fatto che, nella maggior parte dei casi, la rete di distribuzione è effettivamente già presente in forte prossimità. Gli utilizzi di questa energia potrebbero essere molti, ad esempio anche in ambito agricolo per l’irrigazione dei campi, per cui si consumano ogni anno grandi quantità di energia.

Alcuni paesi nel mondo hanno avviato già diversi impianti di questa tipologia, ne sono un esempio l’Olanda e il Giappone. In Italia si sono presentati e avviati i primi progetti, ad esempio sulla costa di fronte a Ravenna. Le potenzialità non mancano sicuramente, ma è bene procedere con giusta cautela e attenzione, in quanto non si hanno ancora informazioni certe sull’effetto “ambientale” che questi impianti possono avere su flora e fauna sottostante, molto variabili a seconda del contesto.

Illuminazione pubblica smart per le vie di Pozuelo di Alarcòn

L’illuminazione pubblica smart di Pozuelo de Alarcòn farà scuola a tutte le aspiranti città intelligenti del mondo. La metropoli situata alle porte di Madrid, infatti, ha avviato un’imponente riqualificazione illuminotecnica fondata su LED driver e soluzioni di controllo digitali.

Tecnologia LED, efficienza energetica e gestione via cloud sono le parole chiave di questa operazione urbana.

Illuminazione pubblica smart: ecco i LED driver

Al centro del sistema di smart lighting cittadino, 2.700 LED driver dimmerabili sviluppati da Tridonic in collaborazione con il partner locale Inelcom Ingenieria Electronica Comercial.

La vera particolarità dei lampioni “smartizzati” sta nella modalità di gestione. Il sistema centralizzato viene infatti monitorato via cloud. Il gestore dispone di segnalazioni in tempo reale, calendario preciso per gli interventi di manutenzione, diagrammi e statistiche sui consumi e risoluzione intelligente dei disturbi. “Era importante poter programmare da remoto i profili del dimming – spiega Ana Cebrián Condado, ingegnere comunale di Pozuelo de Alarcón -. Anche la potenza dei driver doveva essere diagnosticata a distanza, e le soluzioni realizzate con i driver Tridonic ci consentono tutto questo”.

Smart lighting con LED driver Tridonic nelle vie di Pozuelo de Alarcòn

Tecnologie per lo smart lighting

Come funziona la luce in cloud della città spagnola? I LED driver a corrente costante sono installati in ogni singolo apparecchio. Ognuno di essi opera secondo quattro modalità, basate sul tipo di corpo illuminante:

Più precisamente, parliamo di 300 driver LED a corrente costante da 40W LCO 40/200-1050/64 pD+ NF C PRE3, 1.800 driver dello stesso tipo con potenza d’uscita massima di 60 W (modello LCO 60/200-1050/100pD+ NF C PRE3) e 600 driver da 90W LCO 90/200-1050/165pD+ NF C PRE3. In aggiunta, i progettisti hanno dovuto sostituire una cinquantina di prodotti già presenti, che presentavano gravi anomalie d’installazione.

Comfort, sostenibilità e risparmio

L’idea spagnola funziona. In primis, il passaggio alla tecnologia LED ha ridotto i consumi di oltre il 50%. Ulteriori risparmi energetici derivano poi dall’utilizzo dei profili dimming individuali. La gestione centralizzata dell’illuminazione pubblica smart e le sue funzioni di sorveglianza permettono inoltre di semplificare le attività di manutenzione e di tagliare i costi operativi.

Ma la svolta green fa bene anche gli abitanti di Pozuelo de Alarcón. Gli apparecchi esteticamente eleganti, con una luce calda e gradevole, hanno nettamente migliorato la qualità di vita della città.

Riconoscimento facciale e mascherina, la soluzione di QNAP

L’uso della mascherina è ormai una consuetudine e, visti i numeri legati alla diffusione del Coronavirus, probabilmente proseguirà ancora a lungo.

Ma che impatto ha l’uso della mascherina su servizi come il riconoscimento facciale in tutti quei contesti dove, per ragioni di sicurezza, è necessario un riconoscimento biometrico delle persone?
Ci ha pensato QNAP che, insieme a CyberLink Corp., ha sviluppato QVR Face Link, una soluzione per il riconoscimento facciale (anche con mascherina) basata su intelligenza artificiale.

Come funziona il riconoscimento facciale con mascherina di QNAP

Tutto nasce da QVR Face, la soluzione di QNAP per il riconoscimento intelligente dei volti che, tramite l’analisi video in tempo reale delle riprese delle telecamere di terze parti, è in grado di impostare profili, gruppi e notifiche per il riconoscimento immediato dei volti.

L’algoritmo di pre-elaborazione di cui è dotato QVR Face è in grado di filtrare modo efficace il 70% dei volti non adatti per il riconoscimento, con la possibilità di analizzare contemporaneamente più trasmissioni video e di fare una selezione tra profili registrati e sconosciuti.

Con l’integrazione della tecnologia di riconoscimento dei volti FaceMe AI di CyberLink le potenzialità del sistema si amplificano ulteriormente e la persona può essere riconosciuta tra i profili registrati, anche se indossa un dispositivo di protezione individuale.
Questa applicazione è infatti in grado di riconoscere le persone quando indossano la mascherina su naso e bocca con una precisione del 98%.

Riconoscimento facciale con mascherina
Inoltre, QVR Face Link esegue il riconoscimento e l’analisi dei volti direttamente su un NAS senza dover caricare i dati sul cloud per l’ulteriore elaborazione. Ciò migliora sensibilmente la privacy degli utenti senza incidere sulla precisione dei risultati.
Il vantaggio è evidente: quando si tratta di analizzare volti – ad esempio per accedere a luoghi sensibili, o particolarmente esposti al rischio di contagio come gli ambienti sanitari – poter gestire il controllo accessi senza la necessità di far abbassare la mascherina ai visitatori rimane la soluzione migliore in termini di sicurezza.

Mobilità elettrica: l’Europa è pronta a produrre batterie

Entro il 2030 il 70% delle auto vendute sarà elettrico e questo richiede un nuovo approccio alla produzione non solo dei veicoli elettrici ma soprattutto delle batterie. La rivoluzione della mobilità elettrica sta avanzando con rapidità: le aziende devono rispondere alla decarbonizzazione dei trasporti. Questa trasformazione coinvolge gli operatori del settore elettrico, in particolare i produttori di batterie e sistemi di accumulo.

Protolabs ha realizzato un’indagine “In Charge” intervistando 200 aziende di 7 paesi europei tra cui l’Italia. È emerso chiaramente che è fondamentale ripensare alla supply chain, il riciclo di materiali e la manifattura additiva e on demand per rispondere alle esigenze di flessibilità produttiva e del time to market dei nuovi prodotti.

L’80% degli intervistati ha dichiarato che entro 12 mesi avvicineranno la supply chain agli stabilimenti di produzione per far fronte alla crescente domanda. L’82% dichiara che presenterà nuove batterie con una tecnologia alternativa agli ioni di Litio. Ma è necessario aumentare la capacità produttiva interna grazie alla manifattura additiva. E per fare tutto questo emerge la necessità di un supporto degli Stati attraverso investimenti e defiscalizzazione, come messo in evidenza dal piano da 2,9 miliardi di euro della Commissione Europea per la ricerca e innovazione nel campo delle batterie.

dati industria delle batterie - fonte protolabs

Sono tre i pilastri sui quali il settore fonda le basi per lo sviluppo futuro:

  1. la consapevolezza di poter attrarre e mantenere talenti
  2. la capacità di entrare velocemente in nuovi mercati
  3. disegnare prodotti fortemente innovativi.

A ben guardare, le politiche europee puntano alle auto elettriche e nel piano Next Generation EU sono stati indicati ben 220 miliardi di euro per investimenti nella green economy, nella digitalizzazione dell’industria e nella mobilità elettrica.

In questo periodo in cui la carenza di materie prime sta portando i prezzi alle stelle è fondamentale puntare sul riciclo sia per raggiungere prima gli obiettivi di ESG – Environmental, Social, Governance – sia per ottenere materia prima riutilizzabile.

L’industria dei sistemi di accumulo elettrico in Europa è dunque pronta a rispondere al boom della mobilità elettrica.

Illuminazione al Fuorisalone: 6 novità da non perdere

Quanto conta la luce al Fuorisalone? Molto, a giudicare dal fermento che accompagna questa “fetta” della progettazione d’interni. La città italiana del design, dell’architettura e dello stile sta infatti ripartendo dal suo evento degli eventi, la Milano Design Week.

Un’edizione speciale che più di ogni altra accompagna la convergente evoluzione del design e dell’innovazione tecnologica. Materiali green, prodotti connessi, Human Centric Lighting: illuminazione e interior design sono sempre più focalizzati al benessere delle persone.

Supersalone e Fuorisalone 2021

Cosa sta accadendo a Milano? Il Supersalone, nuovo format fieristico del Salone del Mobile firmato da Stefano Boeri (FieraMilano, 5-10 settembre 2021), affianca le tante iniziative che costellano le vie del capoluogo lombardo. Un Fuorisalone 2021 caratterizzato anche dalla presenza di interessanti soluzioni illuminotecniche a LED votate alla funzionalità e all’estetica degli ambienti. Tutto mentre una grande e appassionata comunità internazionale ritrova, in presenza, l’atteso confronto milanese.

Illuminazione al Fuorisalone: rassegna prodotti

Non è l’anno di Euroluce, lo sappiamo, ma le novità delle aziende di illuminazione si stanno facendo notare. Sostenibilità e intelligenza delle lampade si intrecciano a forme del tutto nuove. Le presentiamo partendo dalle proposte storicamente ancorate al design italiano. Poi, passeremo al mix di scienza e tecnologia che caratterizza la luce a misura d’uomo.

265 Chromatica di Flos

La celebre lampada a parete 265, firmata da Paolo Rizzatto nel 1973, cambia volto e concetto nella nuova versione 265 Chromatica. Qui, il colore diventa elemento progettuale e smette di essere un semplice strumento decorativo. La geometria dei pezzi – un cappello, un peso e un braccio regolabile fissato al muro in posizione asimmetrica – è esaltata proprio dai colori di ciascun elemento. Espressione di un’idea di design utile e democratica, 265 Chromatica è orientabile in qualunque direzione ed è ideale per un’abitazione o uno studio.

Luce al Fuorisalone 2021: 265 Chromatica di Flos

265 Chromatica di Flos

Milano Design Week 2021: Bul-Bo di Axolight

Bul-Bo di Axolight

Bul-Bo di Axolight

Un’altra rivisitazione riguarda Axolight e la sua lampada da terra Bul-Bo. L’apparecchio, disegnato dallo Studio Gabetti e Isola negli anni 70 per il Centro Residenziale Olivetti di Ivrea, celebra il suo 50° compleanno con la nuova edizione presentata alla Milano Design Week 2021.

Partendo alla base, troviamo il bulbo in tessuto sintetico contenente granuli di pietra. L’elemento funge da contrappeso e da supporto a uno stelo in alluminio di 2,3m, che termina con la sagoma in metallo di una lampadina. Qui il design è davvero dominante, ma le funzionalità sono altrettanto interessanti. A seconda dell’uso, infatti, si può modificare la posizione di Bul-Bo con inclinazioni variabili, assumendo nuove identità e mantenendo un inconfondibile aspetto ironico.

JIM di Lodes

Lodes arricchisce le proposte di illuminazione al Fuorisalone con tre nuovi prodotti: il sistema a sospensione JIM di Patrick Norguet, la lampada Cima di Marco Dessí, e la soluzione da parete Aile di Luca Nichetto.

Particolarmente iconiche, le lampade JIM (nell’immagine di apertura di questo articolo) sono ispirate ai paralumi degli atelier degli artisti di inizio 900. Una serie di oggetti senza tempo, che si inseriscono naturalmente nello spazio abitativo. L’idea rappresenta anche il percorso evolutivo dell’azienda: dalla pura passione alle più sorprendenti soluzioni architettoniche, con sorgenti luminose tecnologicamente avanzate integrate a materiali e lavorazioni di alta qualità.

Human Centric Lighting al Fuorisalone: Sun@Home di Ledvance

Sun@Home di Ledvance

Sun@Home di Ledvance

L’illuminazione al Fuorisalone 2021 parla anche il linguaggio del benessere e della luce al servizio delle persone. Partiamo dalla soluzione residenziale Sun@Home, realizzata con LED a spettro completo che adottano il sistema HCL (Human Centric Lighting).

Cosa significa HCL? Seguendo il ritmo circadiano della luce, questi apparecchi rendono l’illuminazione artificiale quasi uguale a quella del sole. I vantaggi sono molteplici, in quanto si aumentano:

Infine, il rivestimento antibatterico della lampada rende più sicura e salubre l’aria interna.

Dyson Lightcycle Morph

Il ritmo circadiano torna protagonista nella lampada Dyson Lightcycle Morph. Una soluzione altamente tecnologica – del resto, è Dyson – progettata per adattarsi in modo intelligente alla luce del giorno, all’età e ai compiti da svolgere degli occupanti di ogni ambiente, Questo è possibile grazie a un particolare algoritmo e all’app Dyson Link, dove inserire tutte le informazioni per ottenere una luce davvero personalizzata.

La soluzione Dyson illumina la stanza in quattro modalità: luce da lavoro, mirata e con tonalità fredde; luce d’ambiente indiretta; luce da interni per funzioni dimostrative e decorative o luce blu ridotta per una atmosfera rilassante. Il tutto con un’illuminazione pronta a durare decenni: la tecnologia Heat Pipe (processo di raffreddamento tipico dei satelliti), preserva la sorgente LED dallo scolorimento.

Milano Design Week 2021: la lampada Dyson Lightcycle Morph

Dyson Lightcycle Morph

Clever Light di Pollice Illuminazione

Sempre nel binomio luce e benessere, ecco l’ultimo prodotto della nostra carrellata di novità di luce al Fuorisalone. Marco Pollice, art director dell’omonimo marchio e appassionato ricercatore in tema di Human Centric Lighting, presenta Clever Light. Un prodotto intelligente, brevettato e sviluppato in collaborazione con medici, cronobiologi ed esperti del colore, basato sui meccanismi molecolari che controllano i ritmi circadiani. La novità sta proprio nell’evitare effetti dannosi delle luci artificiali sulla salute umana. La lampada garantisce infatti un’adeguata inibizione della produzione di melatonina durante il giorno e, al contrario, il giusto stimolo a produrne durante le ore serali e la notte.

Human Centric Lighting con Clever Light di Pollice Illuminazione al Fuorisalone

Clever Light di Pollice Illuminazione

“Health through Clever Light” è anche il filo conduttore del percorso interattivo proposto nelle due location di Pollice Illuminazione al Fuorisalone. Esperienze e discipline diverse dialogano nella connessione tra tecnologia e filosofia, medicina e illuminazione, cromoterapia e architettura, ecologia e lusso.

Protetti contro le interruzioni nell’era di Industry 4.0: moduli Buffer e CAP

L’elevata disponibilità ed i bassi costi di fermo macchina sono importanti prerequisiti per il funzionamento dei moderni sistemi di automazione industriale. Tuttavia, ciò è possibile solo con componenti affidabili ad elevate prestazioni. Le funzionalità garantite dai moduli Buffer e CAP, con condensatori integrati, risultano particolarmente adatti grazie alla loro elevata vita elettrica nel tempo.

L’evoluzione tecnologica dei dispositivi di automazione pone l’utilizzatore davanti a nuove sfide. I macchinari e gli impianti, così come le loro apparecchiature, stanno diventando sempre più intelligenti e quindi più complessi nel loro funzionamento. I requisiti per il monitoraggio e l’affidabilità sono in costante aumento, anche perché la loro efficienza dal punto di vista economico sta diventando sempre più importante. I tempi di fermo macchina comportano costi elevati che non è possibile permettersi.

Affidabilità e monitoraggio dell’impianto

La continuità di alimentazione è di grande importanza per il funzionamento affidabile degli impianti.
Una mancanza di tensione di rete può avere le seguenti cause:

Le mancanze di tensioni di rete possono comportare l’interruzione dei processi di produzione e la perdita di dati.
Nel peggiore dei casi, i componenti sono gravemente danneggiati e si guastano. Tali danni e guasti possono essere evitati con l’ausilio di moduli Buffer o CAP con condensatori integrati che mettono a disposizione l’alimentazione per il tempo necessario.

Interfaccia modulo buffer

Lavorare comodamente: i sistemi sono monitorati e parametrizzati tramite l’interfaccia USB sul modulo buffer

Un altro aspetto importante è il monitoraggio locale e remoto degli impianti. In questo modo, i guasti alle macchine ed agli impianti possono essere rilevati e risolti rapidamente. L’analisi delle anomalie aiuta inoltre l’utilizzatore ad isolare il problema a livello locale e ad avviare misure di risoluzione adeguate.

Queste informazioni rilevanti ai fini della sicurezza di funzionamento sono garantite dai moduli esenti da manutenzione di Phoenix Contact. Grazie a questi moduli, noti anche come soluzioni con condensatori, della quarta generazione della gamma Quint, è possibile compensare le interruzioni di tensione sul lato 24 V DC e inviare, al contempo, eventuali segnali d’allarme ai dispositivi di controllo.

In caso di stati critici, come una mancanza di tensione, i carichi sensibili vengono alimentati da questo dispositivo per completare in sicurezza i processi in corso (esecuzione corretta del programma PLC) o portare in condizioni di sicurezza l’impianto (arresto d’emergenza di assi). Inoltre, il dispositivo può essere utilizzato per il salvataggio dei dati su PC industriali ed effettuare lo shutdwon controllato.

shutdown controllato

In caso di brevi interruzioni di corrente fino a pochi minuti, l’unità buffer provvede all’alimentazione sul lato 24 V DC

Inoltre, gli ingressi e le uscite di segnalazione a bordo del dispositivo, possono essere utilizzate per segnalare eventuali stati di anomalia.

Moduli Buffer e CAP: sicuri e affidabili

Se un impianto deve essere utilizzato in modo sicuro ed efficiente per molti anni, è necessaria una scelta accurata dei componenti utilizzati. La qualità e la durata dei componenti giocano un ruolo importante. Anche i moduli Buffer e CAP devono soddisfare i requisiti di affidabilità per poter compensare le eventuali mancanze di tensione di rete. L’obiettivo primario è quello di compensare un’interruzione di tensione per garantire la sicurezza di funzionamento di macchinari ed impianti in qualsiasi momento. A questo scopo, Phoenix Contact offre un’ampia gamma di dispositivi a seconda delle esigenze applicative.

La gamma prodotti è composta da:

gamma moduli buffer e cap

Gamma completa: la serie Quint 4 CAP offre moduli buffer per diverse applicazioni: moduli buffer 1 KJ (sinistra) e 16 KJ (destra) basati su condensatori a doppio strato così come il modulo buffer basato su condensatori elettrolitici (centro)

Moduli Buffer e CAP: cosa sono e i vantaggi

I moduli Quint 4 buffer, basati su condensatori elettrolitici, sono adatti per microinterruzioni di rete fino a pochi secondi, anche per carichi fino a 40 A. Inoltre, i moduli Buffer e CAP hanno altre preziose funzioni, come la limitazione della corrente in fase di ricarica che permette di non sovraccaricare l’alimentatore o di doverlo sovradimensionare in fase di progettazione. Sono stati implementati numerosi meccanismi di protezione al fine di proteggere i dispositivi da possibili guasti. Ad esempio, il monitoraggio interno della tensione e della corrente permette di disattivare i moduli in caso di condizioni di funzionamento dal di fuori di quelle nominali. Questa funzione è molto utile per garantire che non si verifichino guasti all’interno del sistema dove vengono utilizzati.

Ulteriori vantaggi dei moduli sono legati alle segnalazioni dello stato di funzionamento attraverso led frontali e uscite digitali. La gamma prodotti viene continuamente ampliata con nuovi moduli Quint 4 CAP con condensatori a doppio strato. Grazie alla maggiore capacità dei condensatori, i moduli raggiungono tempi di copertura significativamente più elevati, fino a diversi minuti. Inoltre, i moduli dispongono di funzioni utili per la sicurezza e la protezione dell’impianto e del quadro elettrico.

Queste funzioni includono il “soft start” per limitare la corrente di spunto in fase di accensione e il monitoraggio del funzionamento interno del dispositivo. Il monitoraggio della temperatura interna permette la disattivazione del modulo per proteggere il sistema dove è installato e il dispositivo stesso da eventuali danni.

Il modulo Quint 4 CAP rileva e segnala in modo affidabile anche i sovraccarichi e il livello della tensione sul lato d’ingresso. Queste funzioni consentono una diagnosi mirata degli stati di anomalia, aumentando notevolmente la sicurezza e l’affidabilità dell’impianto.

Lo spegnimento controllato

La funzione Shutdown PC, adattabile alle proprie esigenze applicative, è rilevante per la sicurezza, permettendo, in modo semplice, di alimentare i PC industriali collegati e di eseguire lo spegnimento controllato in caso di mancanza di tensione di alimentazione. Quando il tempo di copertura configurato per l’esecuzione della procedura è concluso, il PC industriale esegue il salvataggio dati e lo spegnimento controllato attraverso il segnale inviato tramite l’interfaccia USB. Se la tensione di alimentazione ritorna mentre il PC industriale è in fase di spegnimento, il modulo CAP lo riavvia automaticamente.

Per utilizzare questa funzione, è necessario solo installare il software di configurazione gratuito di Phoenix Contact sul suo PC industriale e configurarlo secondo le proprie necessità applicative.

Inoltre, il software offre il monitoraggio dei dispositivi con la storicizzazione di eventuali messaggi di allarme all’interno di un file di log. Se necessario, il software può anche inviare una mail al personale di servizio. Il software offre inoltre la possibilità di customizzare le funzioni di ogni singolo prodotto per adattarlo il più possibile all’applicazione.

Continuità di alimentazione

L’evoluzione degli impianti industriali, le crescenti esigenze di sicurezza e di disponibilità degli impianti richiedono nuove soluzioni. L’obiettivo è quello di garantire la continuità di alimentazione dell’impianto senza inutili interruzioni del funzionamento e perdite di dati.

Le interruzioni di tensione di rete sono imprevedibili, pertanto i moduli della serie Quint 4 CAP di Phoenix Contact sono utili per compensare la mancanza di tensione di alimentazione e garantire lo shutdown controllato di un PC industriale.

Il monitoraggio e la manutenzione predittiva sono possibili grazie alle segnalazioni e all’interfaccia USB integrate. Tutto questo non solo serve ad aumentare la disponibilità del sistema, ma riduce anche i costi imprevisti per la manutenzione, la riparazione e la risoluzione di eventuali guasti. Consente, inoltre, un aumento della vita elettrica grazie all’utilizzo della tecnologia di accumulo con condensatori. Questa tecnologia è un’altra opzione per compensare le microinterruzioni di rete e quindi aumentare ulteriormente l’affidabilità dell’impianto.

Articolo redatto da Ing. Andreas Schamber, Power Supplies Product Manager, Phoenix Contact Power Supplies GmbH, Paderborn, Germania