Da qui a quattordici anni, quelli che mancano al 2035, possono succedere tante cose, eppure era davvero difficile includere fra gli avvenimenti possibili ciò che hanno appena comunicato i vertici della Commissione Ue. Infatti, nell’ambito della presentazione del pacchetto “Fit to 55“, contenente dodici proposte legislative più una nuova strategia forestale per accelerare la decarbonizzazione del continente, è stato ufficializzato un obiettivo shock per il mercato dell’auto: porre fine nel 2035 alla vendita di veicoli nuovi con propulsione a benzina e diesel.
Il perché di questa accelerazione sul fronte delle quattro ruote diventa chiaro andando a vedere l’impianto generale di Fit to 55, denominazione che rimanda espressamente al raggiungimento degli obiettivi climatici stabiliti dall’Unione europea, ovvero il taglio del 55% delle emissioni di CO² al 2030 rispetto ai livelli del 1990 e la neutralità carbonica al 2050.
Entrambi i traguardi rappresentano delle sfide enormi da affrontare e per il loro conseguimento occorrerà gioco forza rivoluzionare l’economia e gli stili di vita del Vecchio continente. Lo ha ribadito il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, che ha la delega al Green Deal, sottolineando la necessità di “mettere un prezzo alla CO² e premiare la decarbonizzazione”.
Tornando ai target da raggiungere nel comparto auto, Fit to 55 indica una riduzione del 55% di emissioni delle auto nuove vendute a partire dal 2030 rispetto ai livelli del 2021. Emissioni che dovranno poi essere ridotte del 100% nel 2035.
Questo significa che a partire da quell’anno tutte le auto nuove immatricolate dovranno essere a impatto zero, che di fatto equivale a vietare la vendita in Europa, e quindi la produzione, di veicoli spinti da motori a benzina o diesel.
“Oggi presentiamo una strategia – ha dichiarato il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen – con la quale raggiungere i nostro obiettivi climatici, che non sono solo un impegno politico, sono ormai un obbligo giuridico. Cambiamenti di questo tipo non sono mai facili. Molti diranno che dobbiamo fare meno e più lentamente. Ma nella situazione in cui versa il nostro pianeta fare meno significa non fare nulla, e non possiamo permettercelo”.
In attesa che le proposte della Commissione Ue vengano accolte e ratificate dal Parlamento europeo, inevitabilmente si apre sin d’ora un fronte con i grandi fabbricanti d’automobili che vengono chiamati ad una gigantesca metamorfosi produttiva da compiere nel giro di pochi anni.
Su questo argomento la stessa von der Leyen ha cercato di essere rassicurante affermando che “in queste ultime settimane i costruttori d’auto in Germania e in altre nazioni europee hanno presentato delle buone soluzioni, annunciando che passeranno alla produzione intensiva di veicoli a zero emissioni tra il 2028 ed il 2035″.
C’è poi un’altra grande questione che si profila all’orizzonte, se si vorrà tener fede ai dettati di Fit to 55 in tema di automobile. Ci riferiamo allo sviluppo sul territorio della rete di ricarica elettrica, sviluppo che dovrà essere impetuoso per tenere botta di fronte all’esponenziale aumento di veicoli elettrici sulle strade del continente.
Per questo è già in via di definizione una revisione del regolamento sull’infrastruttura per i combustibili alternativi, con una regolamentazione che imporrà agli Stati membri dell’Unione di installare punti di ricarica e di rifornimento a intervalli regolari sulle principali autostrade: ogni 60 chilometri per la ricarica elettrica e ogni 150 chilometri per l’idrogeno.