Dire che il fotovoltaico sui tetti avrà un ruolo importante nella transizione energetica dei centri urbani può sembrare un’affermazione abbastanza scontata. Ma se a sottolinearlo è un approfondito studio del JRC, ovvero il Centro comune di ricerca della Commissione europea, allora è il caso di drizzare le antenne perché da un fatto scontato possono nascerne degli altri non altrettanto scontati…
Ormai universalmente riconosciuta, l’importanza del fotovoltaico sui tetti sta infatti spingendo i vertici di Bruxelles ad un cambio di passo fondamentale e dalle conseguenze enormi. La volontà dell’Unione Europea è quella di uscire dall’era del “volontariato”, nel quale la collocazione dei pannelli fotovoltaici sopra gli edifici è stata per lo più lasciata all’iniziativa dei privati, semmai stimolata con incentivi ad hoc.
La fase successiva sarà invece quella dell’obbligo, come previsto dalla Direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici (Energy Performance of Building Directive). Questo significa che presto tutti gli immobili di nuova costruzione dovranno essere forniti di fotovoltaico sui tetti, mentre è ancora in atto la discussione relativa a un’identica dotazione obbligatoria per alcune tipologie degli edifici già esistenti.
Lo studio del JRC, realizzato in collaborazione con altri istituti di ricerca extra europei, parte dalla considerazione che il fotovoltaico sui tetti combinato con misure di efficienza energetica e nuove tecnologie promette di realizzare edifici a zero consumo energetico netto e città sostenibili. Tuttavia, l’efficacia dell’implementazione del fotovoltaico sui tetti varia a livello globale in base alle condizioni climatiche.
Ciò nonostante, dallo studio emerge come la “variabilità” del fotovoltaico sui tetti non limita il suo grande potenziale per realizzare edifici a energia netta zero in varie zone climatiche e con diversi livelli di isolamento termico del tetto. Il risultato ottimale si ottiene con edifici bassi collocati in aree con un clima che va dal moderato al caldo.
Ma accompagnando l’installazione del fotovoltaico sui tetti con opportune misure di efficienza energetica e tecnologie innovative diventa comunque possibile contrastare gli inconvenienti causati dai climi estremi, oltre che rendere il concetto di edifici energeticamente neutrali estendibile alle costruzioni con molti piani.
Per quanto riguarda il funzionamento dei pannelli nelle condizioni meno favorevoli, l’analisi JRC evidenzia che l’isolamento termico e le nuove tecnologie per aumentare l’efficienza dell’impianto fotovoltaico influenzano il comportamento energetico degli edifici e i relativi scambi termici che avvengono attraverso il tetto.
In particolare, nei climi caldi e molto caldi, “oltre a ridurre la domanda energetica per il raffreddamento, il fotovoltaico aumenta il comfort interno riducendo il flusso di calore sul tetto e quindi le temperature interne. Parallelamente, il miglioramento dell’isolamento termico, che diventa fondamentale nelle regioni più fredde, riduce la domanda di riscaldamento in inverno e la domanda di raffreddamento durante le notti estive”.
Ed ancora, grazie alle tecnologie emergenti l’efficienza del fotovoltaico sui tetti potrebbe aumentare fino al 30%, il che, secondo lo studio, faciliterebbe anche la decarbonizzazione dei grattacieli (con area limitata sul tetto), senza la necessità di una copertura completa con il fotovoltaico integrato nell’edificio.
Nel complesso, “un approccio globale che integra l’efficienza energetica con la produzione di energia rinnovabile è il modo più efficace per ridurre il consumo di energia non rinnovabile e abbassare le emissioni di carbonio”.
Lo studio JRC ha il pregio di valutare l’impatto del fotovoltaico sui tetti a 360 gradi. La sua espansione contribuirà in modo significativo alla decarbonizzazione delle città, soprattutto nelle aree con reti elettriche che funzionano con elevate emissioni di anidride carbonica. In quest’ambito, “sensibilizzare i cittadini sulla produzione di energia attraverso il fotovoltaico sui tetti è fondamentale per mitigare il cambiamento climatico”.
Ma la diffusione del fotovoltaico non offre solo vantaggi diretti, “ma crea anche opportunità di lavoro, aumenta la sicurezza e promuove l’indipendenza energetica”. Questo perché i cambiamenti tecnologici rilevanti possono essere accompagnati da numerosi effetti di rimbalzo oltre che modificare la situazione ambientale.
Per tutte queste ragioni, lo studio sottolinea come gli edifici di nuova concezione, ottimizzati per l’efficienza energetica e integrati con il fotovoltaico sui tetti, “dovrebbero far parte di un quadro urbano sostenibile più ampio di quartieri a energia netta zero che abbracciano soluzioni basate sulla natura, maggiore vivibilità e resilienza”.