La transizione energetica dentro le mura di casa

La rivoluzione green non passa soltanto da grandi sfide globali ma anche da una moltitudine di comportamenti individuali. Fra questi uno dei più importanti è l’abitare sostenibile, tema di cui occupa il libro di Giuliano Dall’Ò e Annalisa Galante
Abitare Sostenibile, il libro di Giuliano Dall’Ò e Annalisa Galante

Esistono aspetti della transizione ecologica/energetica dei quali siamo e saremo per lo più spettatori, ad esempio la trasformazione delle grandi reti di alimentazione e di quelle digitali, ma in altri casi il singolo cittadino può e potrà recitare direttamente la sua parte. Proprio di uno di questi contesti si occupa un interessante libro a doppia firma, quelle di Giuliano Dall’Ò e Annalisa Galante. E per indicare l’oggetto della narrazione vi riportiamo un capoverso dell’introduzione: “In questa visione condivisa della transizione ecologica, che parte dalla consapevolezza dei limiti delle risorse e quindi dello sviluppo, l’abitare assume un’importanza significativa ed è per ciò che parlare oggi di «abitare sostenibile» al di fuori di questo contesto sarebbe inutile e inefficace”.

Un racconto ma anche una guida all’abitare sostenibile

copertina libro abitare sostenibile

Dunque, l’attenzione degli autori è rivolta ad un elemento fondamentale della rivoluzione green, sebbene spesso sottovalutato nella narrazione corrente. “Abitare sostenibile – Come affrontare l’emergenza energetica e ambientale” (Edizioni il Mulino, 180 pag.) si pone a metà fra il racconto e la guida, nel senso che da un lato inquadra il tema storicamente e lo colloca nel contesto delle grandi regolamentazioni globali ed europee, dall’altro lato entra nel dettaglio di che cosa significa oggi vivere in una casa sostenibile e come fare per renderla tale nel nostro Paese.

Il punto di partenza, naturalmente, non può che essere la casa, parola che proprio per la transizione in atto può essere oggetto di diverse declinazioni. “Casa solare, casa bioclimatica, casa ecologica, casa efficiente, casa intelligente o smart – si legge nel libro -, ma anche casa resiliente, ossia in grado di resistere agli effetti dei cambiamenti climatici e sociali, sono alcuni dei modi con cui si cerca di definire un modello di abitazione «ecologicamente corretto», ma allo stesso tempo anche la conferma di come non sia facile trovare una definizione univoca di casa sostenibile”.

Come si arriva al concetto di casa sostenibile

Il primo capitolo del libro è quello che delinea lo scenario storico che ha portato all’individuazione del concetto di abitazione sostenibile. Alla base di tutto c’è una presa d’atto, avvenuta a partire da cinquant’anni fa, che peraltro rappresenta il fondamento dell’intera transizione energetica, ovvero che la crescita economica non può essere infinita a causa della limitata disponibilità di risorse
naturali, specialmente quelle fossili, e della limitata capacità di assorbimento delle emissioni inquinanti da parte del nostro Pianeta.

Ma se si circoscrive il discorso all’abitazione, il consumo energetico non può certo rappresentare l’unico parametro da tenere in considerazione: “Una casa energeticamente efficiente, magari di classe A, rappresenta la garanzia che le spese di riscaldamento siano molto contenute, ma la sostenibilità dell’abitare esprime ben altro”.

L’abitare sostenibile in nove punti

9 punti dell'abitare sostenibile

E questo altro viene esplicitato in ben nove punti dell’abitare sostenibile:

  1. Sostenibilità energetica;
  2. Sostenibilità ambientale;
  3. Qualità ambientale interna;
  4. Integrazione con il territorio;
  5. Resilienza ai cambiamenti climatici;
  6. Sostenibilità economica;
  7. Servizi di rete e ITC;
  8. Sicurezza;
  9. Inclusività.

Interamente dedicato a leggi e regolamentazioni attinenti la transizione energetica è invece il secondo capitolo, la cui lettura risulta quindi ancor più utile a coloro che sono a digiuno di nozioni specifiche sull’argomento e possono quindi recuperare il “terreno” perduto. In particolare, a livello di Unione Europea, si fa il punto su progetti e provvedimenti come il Green New Deal e l’EPBD, ovvero la direttiva sul rendimento energetico degli edifici.

Sostenibilità applicata agli edifici

Nel capitolo successivo si comincia ad affrontare direttamente il tema portante, con la premessa che “l’applicazione a un edificio del concetto di sostenibilità non è semplice”. Viene così introdotto dapprima il concetto di low energy house (casa a basso consumo) che identifica gli edifici con prestazioni energetiche sensibilmente migliori rispetto a quelle medie del patrimonio edilizio esistente. Da qui si passa al successivo standard europeo Nearly Zero Energy Buildings (NZEB), che a partire dal 2021 va rispettato da tutti gli edifici nuovi o soggetti a ristrutturazione importante per raggiungere un consumo energetico quasi zero con livelli di prestazione molto elevati.

Arriviamo così ai Sustainable buildings, definiti anche Green buildings, con i quali il concetto della sostenibilità si allarga a tutti gli aspetti che possono determinare l’uso delle risorse, non solo energetiche, e comprende anche l’impatto ambientale generato dall’edificio stesso. Si tratta, viene sottolineato nel libro “dell’applicazione di una filosofia progettuale più completa che arriva a considerare l’edificio nel suo intero ciclo di vita e che non trascura nemmeno la fase di dismissione e il rapporto dell’edificio con il contesto”.

Recuperare spazi nelle città

Nel quarto capitolo si entra ancor più nel merito con l’esposizione delle caratteristiche che rendono sostenibili edifici e abitazioni. Il tutto con una considerazione che può anche sorprendere: “Le città non si devono più espandere, ma anzi devono restituire ai cittadini spazi esistenti non più utilizzati e la nuova urbanizzazione dovrebbe inserirsi all’interno di progetti di recupero di aree interne da valorizzare. E per «liberare» aree costruendo nuovi edifici, la scelta più coerente è quella di proporre tipologie costruttive compatte e sviluppate in altezza”.

Da qui si passa ad un interessante approfondimento sulla sostenibilità dei materiali da utilizzare nel settore delle costruzioni: “Le strategie sono differenti, ma le possiamo sintetizzare in due obiettivi: il primo è quello di consumare di meno e il secondo è di restituire «una nuova vita» ai materiali scartati”. Ed altrettanto interessanti sono i paragrafi dedicati alle interazioni edificio-ambiente, alle caratteristiche che dovrebbe avere l’involucro di una casa, all’efficienza degli impianti per il miglioramento del comfort. Ed ancora, si parla del ruolo delle energie rinnovabili, degli usi elettrici efficienti e intelligenti nonché del ciclo delle acque.

Sostenibilità nelle abitazioni esistenti

Fin qui si potrebbe pensare che gli autori abbiano preso in considerazione soprattutto le problematiche e le soluzioni sostenibili relative alle nuove costruzioni. Non è così, come ci racconta il capitolo dal titolo peraltro inequivocabile: “Migliorare l’esistente: si può e conviene”.

Che si tratti di una questione di particolare importanza in un Paese come il nostro ce lo indicano i dati relativi al patrimonio immobiliare. In Italia secondo l’ISTAT il 55,86% degli alloggi è stato realizzato prima del 1972, il 14,43% entro il 1981, il 9,91% tra il 1982 e il 1991, il 7,25% tra il 1992 e il 2001 e infine il 12,55% tra il 2002 e il 2011.

Ciò nonostante, nel libro si sottolinea che “la qualità energetica del nostro patrimonio edilizio è meno negativa rispetto a quella che può emergere partendo dalla classificazione basata sulle epoche costruttive. Il perché è presto detto: molti edifici esistenti nel frattempo sono stati riqualificati sebbene parzialmente, spesso anche grazie alle politiche di incentivazione adottate in Italia”. Al riguardo l’esempio più recente ed eclatante è sicuramente quello del Superbonus.

Le ragioni più valide per intervenire

Ma nel concreto quali sono le ragioni più valide e comuni che giustificano un intervento per migliorare l’efficienza energetica di un edificio e, in un subordine, di un’abitazione? Le principali motivazioni esposte nel libro sono le seguenti:

  1. L’edificio è stato realizzato prima del 1976 e non sono stati fatti interventi di manutenzione di facciate o coperture negli ultimi vent’anni;
  2. La caldaia ha più di quindici anni;
  3. È previsto il cambio di combustibile (da gasolio a gas) con sostituzione del generatore di calore;
  4. Nella stagione invernale la temperatura interna è mediamente superiore ai 21-22 °C, oppure negli appartamenti dell’ultimo piano non si raggiungono condizioni di comfort;
  5. È prevista la manutenzione straordinaria della copertura oppure è prevista la manutenzione straordinaria della facciata (rifacimento intonaco, tinteggiatura, ecc.).

Strategia d’intervento e azioni utili

Una volta individuate le ragioni, e prima di compiere una dettagliata descrizione degli interventi specifici per migliorare la sostenibilità dell’abitazione, gli autori si soffermano sulla strategia che deve porsi a monte di questi interventi perché “le azioni che ci portano ad avere una casa più sostenibile devono essere scrupolosamente definite, valutate e pianificate”. In quest’ambito un riferimento particolare è quello alla figura dell’energy auditor, “un esperto che interverrà con una diagnosi energetica; solo in questo modo, infatti, è possibile avere una visione completa della situazione”.

Energy auditor che viene paragonato a un medico che, prima di scegliere la cura più idonea per risolvere una determinata patologia, effettua sul paziente degli esami e dei monitoraggi utilizzando anche degli strumenti. Ed è proprio grazie a lui che diventa più facile chiudere il cerchio, ovvero comprendere e definire gli interventi sostenibili – dall’involucro agli impianti piuttosto che l’utilizzo di fonti rinnovabili – per la propria abitazione.

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