
Il documento “Managing the Seasonal Variability of Electricity Demand and Supply” completa il lavoro iniziato lo scorso anno con il paper “Managing Seasonal and Interannual Variability of Renewables” – che affrontava specificamente l’intermittenza delle rinnovabili (in particolare il solare) – offrendo un quadro completo delle strategie necessarie a rafforzare la sicurezza energetica in uno scenario energetico che faccia a meno dei combustibili fossili.
La crescita delle fonti rinnovabili in tutto il mondo sta ponendo le reti elettriche di fronte al problema legato alla loro intermittenza e al surplus di produzione rispetto alla domanda, in particolare durante la stagione estiva e le festività.
In alcuni casi “limite” al fine di proteggere la rete elettrica, è stato necessario staccare gli impianti FER; è quanto accaduto, ad esempio, nella Repubblica Ceca la scorsa Pasqua, quando la produzione solare era troppa per essere gestita del sistema elettrico nazionale e il rischio di danni e black out era molto elevato.

Secondo IEA, dal momento che l’energia eolica e quella solare continuano a crescere in proporzione alla produzione presto i periodi di eccedenze/carenze di produzione non saranno più legati a particolari fasce orarie o giorni della settimana, ma potrebbe coprire mesi o stagioni.
Le due strategie principali per gestire correttamente l’intermittenza delle rinnovabili sono individuare il giusto mix fra tutte le fonti green (eolico, solare, idroelettrico, geotermico, l’energia delle onde e delle maree e alcuni tipi di biomassa e biocombustibili) e l’uso sapiente dei sistemi di accumulo (giornaliero tramite batterie e stagionale tramite, ad esempio, l’idrogeno).
Lo studio del 2023 dell’Agenzia Internazionale per l’Energia ha esplorato l’integrazione della quota VRE [Variable Renewables, Rinnovabili Variabili] per oltre il 70% della produzione annuale sui dati provenienti da quattro diverse regioni climatiche: temperata con estati calde, tropicale, arida fredda e continentale con estati calde.
Il report del 2024 ha preso in analisi i futuri sistemi energetici in Europa, India, Indonesia e Corea da oggi al 2050 (la dead line per la transizione verde e l’abbandono del fossile) contando sui dati raccolti nello studio precedente, fornendo un quadro completo circa le strategie per gestire l’intermittenza delle fonti rinnovabili.
La flessibilità delle rete, attualmente fornita dalle centrali termoelettriche e idroelettriche, dovrà dotarsi di nuovi strumenti, ovvero i sistemi di accumulo, per seguire l’andamento della produzione energetica dei nuovi impianti FER.
La creazione di “cuscinetti energetici” che contengano i picchi di domanda/offerta avrà inoltre un risvolto positivo in primis per i consumatori, proteggendoli dalla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili e dall’impatto delle variazioni meteorologiche sulla produttività degli impianti FER.
La gestione dell’intermittenza delle rinnovabili è essenziale per garantire la sicurezza energetica di una Nazione, e va’ affrontata con la consapevolezza di dover poter contare su un ventaglio diversificato di strumenti, che renda flessibile la rete elettrica.
Attualmente la resilienza dei sistemi elettrici è garantita in primis (restando nell’ambito delle fonti di energia rinnovabile) dalle centrali termoelettriche e idroelettriche ma come abbiamo visto, eolico e solare continuano a crescere esponenzialmente.
Sarà quindi necessario ottimizzare la gestione di domanda/offerta tramite l’uso di sistemi di stoccaggio per i periodi brevi (giorni/settimane, tramite le batterie) e lunghi (mesi/stagioni, tramite l’idrogeno) da affiancarsi alle già utilizzate centrali idroelettriche e termoelettriche a basse emissioni.