Edilizia sostenibile e decarbonizzazione

La decarbonizzazione dell’edilizia è importante in quanto si tratta di un settore energivoro e responsabile, con altri, degli elevati livelli di inquinamento atmosferico. NZEB e Smart Building: esempi di edilizia sostenibile
Edilizia sostenibile e decarbonizzazione

La decarbonizzazione è una soluzione per porre rimedio ai principali problemi ambientali che viviamo oggi, abbandonando le fonti fossili e riducendo le emissioni di CO2. L’obiettivo è quello di rendere l’Europa “carbon-free”, principalmente grazie all’intensificazione della produzione di energia da fonti rinnovabili e all’elettrificazione. Per questo si parla di transizione energetica. Di pari passo, devono essere favoriti il risparmio energetico e lo sviluppo di sistemi efficienti, in vari settori, come quello dei trasporti, dell’industria e anche dell’edilizia. Ed è proprio qui che entra in gioco il concetto di edilizia sostenibile.

Quindi, come si decarbonizza l’edilizia? La risposta consiste principalmente nel ridurre il più possibile i consumi energetici, nel favorire le fonti rinnovabili e nel rendere più sostenibili anche tutti i processi di produzione e trasporto dei materiali edili (ricordando così anche la CO2 accumulata in questi prodotti).

Strategie e obiettivi per la sostenibilità: il ruolo degli edifici

Per quanto riguarda la sostenibilità e l’efficienza energetica, attualmente gli obiettivi da raggiungere entro il 2030 sono definiti nel PNIEC, che però è in attesa di revisione al fine di assicurare conformità rispetto a quanto richiesto dall’Europa, dove si è passati da voler ridurre le emissioni del 40% al 55% rispetto alle emissioni registrate nel 1990.

Un intento espresso con il pacchetto di misure legislative “Fit for 55%”, presentato in Commissione Europea nel mese di luglio. Si tratta in totale di 13 proposte che aggiornano o introducono novità nella legislazione esistente, allineandola a quanto definito nel Green Deal. I temi trattati sono diversi, tra cui la necessità di ridurre i consumi energetici, che rappresentano il 75% delle emissioni UE.

Ed è così che torniamo al mondo dell’edilizia, dato che gli edifici sono proprio tra i principali responsabili di un elevato consumo energetico, tanto che in Europa gli immobili inefficienti sono circa il 75% del parco immobiliare. Interessante, in questo senso, la misura che prevede l’istituzione di un fondo sociale per il clima e quindi uno stanziamento di più di 70 miliardi di euro in sette anni per la riqualificazione degli edifici, l’accesso alla mobilità sostenibile e per sostenere le persone in condizioni di povertà energetica.

L’efficientamento energetico degli edifici dovrebbe essere accessibile per tutti, ma molto spesso non lo è a causa del costo elevato degli interventi.

La situazione in Italia non si discosta molto, tanto che secondo la mappatura contenuta nella Strategia per la Riqualificazione Energetica del Parco Immobiliare Nazionale più del 65% degli edifici ha più di 45 anni.

Per quanto riguarda i consumi, secondo l’ultimo Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica presentato dall’ENEA a fine 2020, in Italia il consumo energetico degli edifici nel 2018 è stato di 32,1 Mtep. La principale fonte energetica in ambito residenziale rimane il gas naturale (50%), così come la climatizzazione si conferma essere il principale fattore che incide sull’assorbimento di energia (70% dei consumi).

edifici ed efficienza energetica

Edilizia sostenibile: NZEB e Smart Building

Quando si parla di energia e edifici, per edilizia sostenibile si intende soprattutto riqualificazione energetica o di nuove efficienti costruzioni. Partendo dalla normativa, tra i più recenti aggiornamenti ci sono il D.Lgs 48/2020 che recepisce Direttiva UE 2018/844 che modifica la precedete Direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica degli edifici e la Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica.

Proprio in questo testo è esplicita la volontà di accelerare la ristrutturazione e la riqualificazione del patrimonio edile italiano, oltre che quella di favorire la diffusione degli edifici a energia quasi zero (NZEB) e di soluzioni innovative per gli Smart Building.

Cosa sono gli edifici NZEB?

Gli NZEB, introdotti con la direttiva 2010/31/UE e definiti in Italia con il DM 26 giugno 2015, sono edifici altamente efficienti che, per il loro funzionamento, consumano quantità di energia davvero irrisorie. Questo è possibile grazie ad una accurato studio del contesto e del clima locale e a una attenta progettazione della forma e dell’orientamento dell’edificio, dell’involucro opaco e trasparente e del sistema impiantistico. Inoltre, l’energia necessaria deve provenire da fonti rinnovabili.

Cosa si intende con il termine Smart Building?

Gli Smart Building, ossia edifici resi intelligenti dalla tecnologia (ICT), contribuiscono all’efficienza energetica in quanto raggiungono elevati livelli di automazione e controllo degli impianti. Lo stesso vale per la domotica in ambiente domestico, che permette all’utente di regolare in modo avanzato il funzionamento degli impianti e di monitorare i consumi e gli sprechi di energia. Possono essere sia edifici nuovi, che riqualificati e resi “tecnologicamente avanzati”.

Anche il D.Lgs 192/2005 relativo ai criteri generali, metodologia di calcolo e requisiti della prestazione energetica degli edifici è stato modificato. Tra le principali novità, ad esempio, ci sono l’indicazione di migliorare il sistema di regolazione e controllo della temperatura, di introdurre sistemi di automazione negli edifici con impianti termici ad elevata potenza e l’integrazione dei sistemi di ricarica per i veicoli elettrici.

Infine, le opere necessarie alla riqualificazione degli edifici esistenti riguardano principalmente l’isolamento termoacustico dell’involucro (sia opaco, che trasparente), la sostituzione delle centrali termiche con nuovi impianti più efficienti e performanti, l’introduzione di nuovi sistemi come quelli per la ventilazione meccanica controllata, l’installazione per la produzione di energia da fonte rinnovabile.

Smart Building: esempio di edilizia sostenibile

I sistemi di detrazione fiscale per la riqualificazione energetica dell’esistente

Poi, a favorire interventi di ristrutturazione che migliorino l’efficienza energetica rendendo l’edilizia sostenibile sono stati introdotti i vari Bonus fiscali ormai noti ai più, come il Conto Termico, l’Ecobonus o il Superbonus 110%. Si tratta in ogni caso di misure finalizzate a sostenere opere di riqualificazione del patrimonio esistente, spesso non ripristinato proprio a causa dei costi di intervento.

Tra le critiche mosse, in particolare, al Superbonus e all’Ecobonus c’è l’incongruenza con quanto previsto nelle direttive europee, che vorrebbero le misure di incentivazione legate al risultato ottenuto, premiando di più chi aumenta maggiormente l’efficienza energetica. Il salto di sole due classi energetiche richiesto dal Superbonus, infatti, porta la maggior parte degli edifici esistenti in Italia ben lontano dalle prime classi di efficienza energetica (molti edifici sono in classe F e G e per accedere al Superbonus è sufficiente raggiungere una classe C).

Infine, mentre nel privato i risultati ottenuti con gli incentivi hanno un certo spessore, nel campo pubblico si procede più a rilento. Il patrimonio edile pubblico necessita tanto quanto quello privato di importanti interventi di riqualificazione. Attualmente, tra le tre misure citate, la PA può accedere al Conto Termico, meccanismo gestito dal GSE.

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Gaia Mussi

Laureata in Progettazione Tecnologica e Ambientale, da sempre appassionata ai temi della sostenibilità e della tecnologia. Collabora come copywriter con portali, magazine e aziende per la creazione di contenuti inerenti il campo dell’edilizia, della sostenibilità e del risparmio energetico
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