Oltre a CER solidali, è bene pensare a creare comunità energetiche inclusive. Sebbene le comunità energetiche abbiano il potenziale per contrastare alcune delle ingiustizie dell’attuale sistema energetico basato sui combustibili fossili, organizzandolo sulla base di principi sociali, democratici ed ecologici, “attualmente stanno lottando per diventare più accessibili alla società in generale”.
Ad affermarlo sono i partner del progetto europeo SCCALE 203050, avviato per favorire la creazione di comunità energetiche, sfruttando al meglio il quadro giuridico incentivante dell’Unione Europea. Quest’ultima crede fortemente nelle CER e, in generale, nella possibilità che i cittadini europei si trasformino in prosumer: la Commissione Europea prevede che, entro il 2050, metà dei cittadini europei potrebbe produrre fino alla metà dell’energia rinnovabile dell’UE.
Oltre che condividere energia, le CER possono essere l’occasione anche per mettere in comune competenze e conoscenze. Occorre, però, creare le condizioni perché tutti i membri possono sentirsi coinvolti e ascoltati: ecco, allora, l’importanza dell’inclusività. Per riuscire a renderla possibile e concreta, SCCALE 203050 ha pubblicato un manuale, intitolato Inclusivity Guide, in cui sono riportati modi, strumenti ed esempi pratici.
Finanziato dall’UE, con quasi due milioni di euro, SCCALE 203050 intende stimolare innanzitutto la crescita delle comunità energetiche in tutta Europa, non solo come modelli di produzione, ma anche di efficienza energetica a favore delle famiglie e delle imprese. Nella sua azione di supporto al loro sviluppo, oltre a sostenere la realizzazione di cinque comunità in Europa (intende costruirne almeno 26 e innescare la creazione di 34 progetti comunitari), ha realizzato diversi manuali dedicati a vari aspetti, dal finanziamento alla collaborazione tra privato e pubblico.
Uno dei testi più recenti (realizzato a fine 2023 e aggiornato quest’anno) è Inclusivity Guide, che intende spiegare come generare occasioni di inclusione nella realizzazione delle CER. La finalità è contribuire a creare comunità energetiche “in cui l’inclusione sia così radicata da rendere priva di significato qualsiasi discussione in merito -, sottolineano gli autori -. Sebbene le comunità energetiche abbiano il potenziale per contrastare alcune delle ingiustizie dell’attuale sistema energetico basato sui combustibili fossili, organizzandolo sulla base di principi sociali, democratici ed ecologici, attualmente stanno lottando per diventare più accessibili alla società in generale”.
Per questo è nata la guida all’inclusività: per affrontare il problema, offrendo suggerimenti e strumenti per aiutare le comunità a condividere costi e benefici della transizione energetica in modo più equo possibile, prestando maggiore attenzione ai diversi punti di vista e valori e traendo beneficio da un processo decisionale più inclusivo.
Il manuale descrive l’inclusione come la situazione in cui tutte le persone sono valorizzate e in grado di partecipare e contribuire al meglio senza discriminazioni di alcun tipo.
L’inclusione avviene “quando tutte le persone sono valorizzate e in grado di partecipare e contribuire al massimo senza alcuna discriminazione basata sul genere, sull’orientamento sessuale, sulla classe sociale, sulle convinzioni politiche, sulla razza, sull’etnia, sulla nazionalità, sulla religione, sull’età e/o sulla disabilità”. Significa assicurare che la diversità di conoscenze, prospettive, informazioni e idee sia accolta e utilizzata e consiste nel garantire che la diversità di conoscenze, prospettive, informazioni e idee sia accolta e utilizzata.
L’inclusione è importante per la transizione energetica per svariate ragioni. “Dal punto di vista della democrazia energetica, tutti dovrebbero essere in grado di partecipare e godere dei benefici della transizione energetica, a condizione che ne accettino le responsabilità”. L’inclusione si traduce e si concretizza nel processo volto a garantire a tutti gli individui parità di accesso all’energia pulita e conveniente. Si basa sul presupposto che tutti gli individui abbiano diritto al pieno ed eguale godimento dei diritti umani.
Inclusivity Guide evidenzia – portando evidenze di un report di Cloverpop – come l’inclusione di persone con identità sessuali e origini etniche diverse migliori significativamente il processo decisionale e aumenta i risultati.
Le comunità energetiche inclusive hanno un altro pregio: essere di aiuto per le famiglie svantaggiate, specie per le componenti femminili. “Le famiglie vulnerabili a basso reddito, in particolare le donne che solitamente vivono in famiglie in cui sono le uniche o principali produttrici di reddito e decisori, subiscono gli impatti più negativi della povertà energetica. A causa del loro basso reddito, le donne tendono a vivere in case a basso affitto o più economiche che non sono efficienti dal punto di vista energetico”, scrivono gli autori del manuale.
Le comunità energetiche vengono proposte come un modo per contrastare alcune ingiustizie poiché – a detta dei membri del progetto SCCALE 203050 – offrono il potenziale di organizzare e governare in modo alternativo il sistema energetico, sulla base di principi sociali, democratici ed ecologici. Essere membro di un’iniziativa di comunità energetica è associato a una serie di vantaggi, dal risparmio energetico alla riduzione delle tariffe energetiche, alla coesione sociale, alla resilienza della comunità e così via. “Tuttavia, sono ancora spesso percepiti come club di investitori bianchi, di classe media, di mezza età e dominati dagli uomini che danno potere a chi già ha potere”.
La finalità della guida è offrire strumenti e suggerimenti per aumentare l’inclusività nella comunità energetica. Gli autori spiegano che le persone che vivono una situazione di povertà energetica o di vulnerabilità sono spesso considerate vittime del sistema energetico basato sui combustibili fossili. Le loro preoccupazioni e le loro esperienze vissute sono generalmente rimaste ai margini del processo decisionale energetico.
“Qualsiasi tentativo di alleviare la loro situazione è stato (e in larga misura lo è ancora) attuato con misure imposte dall’alto e inadeguate. Proprio per questo motivo, le persone che sperimentano vulnerabilità sono esperte su dove quel sistema ha fallito e su come rafforza le ingiustizie”. Includere le loro voci e garantire la loro partecipazione sarà fondamentale se si intende passare a un sistema energetico equo per tutti.
Il manuale pubblicato da SCCALE 203050 specifica come riuscire nell’intento di creare comunità energetiche inclusive. Un elemento fondamentale passa dalla comunicazione e dal coinvolgimento. Per comprendere bene questo aspetto usa una frase significativa: «se vuoi che la tua lingua sia inclusiva, devi esserne consapevole».
In merito al linguaggio da utilizzare quando si lavora con gruppi specifici, occorre tenere in considerazione questi principi di base: tra questi, evitare di usare concetti condiscendenti, stereotipi, generalizzazioni e false gerarchie.
Tra gli esempi concreti di cosa possa significare coinvolgere le persone, c’è quello di REScoop.eu, federazione europea delle cooperative energetiche rinnovabili. Le vignette presenti nei banner, nei rapporti annuali, nelle newsletter, sono progettate per rappresentare una vasta gamma di individui, inclusi gli anziani, le generazioni più giovani, gli individui con disabilità (visibili e invisibili) e le persone di ogni origine etnica.
Un altro punto forte riguarda l’uguaglianza di genere. A questo scopo propone l’attuazione di un Piano d’Azione di Genere (Gender Action Plan – GAP), volto a proporre strategie che aiuteranno a integrare il genere o a collocarlo come un aspetto trasversale rispetto ad altri obiettivi.
Attuare una governance inclusiva è un ulteriore elemento utile nel processo verso la creazione di comunità energetiche inclusive. L’inclusione in termini sia di processi (come vengono prese le decisioni e chi è incluso in tale processo, come e perché) che di risultati (come ricchezza e prosperità sono distribuite e condivise all’interno di una popolazione e perché) è una priorità nello sviluppo internazionale.
“La governance è inclusiva quando serve e coinvolge efficacemente tutte le persone; tiene conto del genere e di altri aspetti dell’identità personale; e quando le istituzioni, le politiche, i processi e i servizi sono accessibili, responsabili e reattivi verso tutti i membri della società” si legge nell’Inclusivity Guide.
Sottolinea, inoltre, che la partecipazione di persone di diversa estrazione è fondamentale affinché le comunità energetiche possano concretizzare la transizione verso la democrazia energetica.
Illuminante, a tale riguardo, è l’esempio di Eeklo & Ecopower: la collaborazione tra il Comune belga di Eeklo e la cooperativa energetica locale ha contribuito a ridurre gli ostacoli alla partecipazione dei cittadini ai programmi di energia rinnovabile. La città ha fornito a 750 cittadini una quota prefinanziata di Ecopower in modo da avvicinare anche le famiglie più disagiate, quelle che maggiormente soffrono di povertà energetica, ma anche di esclusione dai principi decisionali.