Comunità energetiche rinnovabili solidali: transizione energetica consapevole

Le comunità energetiche rinnovabili solidali possono contribuire a ridurre la povertà energetica, a valorizzare territori e a produrre energia in maniera consapevole. Da qui l’impiego del termine solidale, un concetto che assume una progressiva importanza
Comunità energetiche rinnovabili e solidali: strumenti per la transizione energetica consapevole

Le comunità energetiche rinnovabili solidali possono costituire uno prezioso strumento per contrastare la povertà energetica, ma anche per valorizzare territori, contribuendo anche alla transizione energetica e allo sviluppo di un modo di produrre e condividere l’energia in modo più attento e consapevole.

La recente approvazione delle regole operative per accedere agli incentivi sulle comunità energetiche è un ulteriore passo avanti per lo sviluppo delle CER dopo l’entrata in vigore del Decreto che prevede una doppia modalità per promuoverne la diffusione:

  • la tariffa incentivante rivolta a tutto il territorio nazionale,
  • un contributo in conto capitale fino al 40% delle spese sostenute nei comuni sotto i 5mila abitanti.

Comunità energetiche rinnovabili solidali: definizione e differenze con le CER

Il termine CERS (Comunità energetiche rinnovabili e solidali) è stato introdotto per la prima volta da Legambiente nel 2021 per presentare e diffondere l’approccio adottato dalla Comunità Energetica Rinnovabile e Solidale di Napoli Est.

CERS “non è un termine normativo – ha ricordato di recente Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente in occasione di un convegno organizzato da UNCEM -. In ogni caso sono strumenti importanti per aiutare i territori, le imprese, le famiglie”.

La S è un elemento importante, specie se combinato a periferie, condomini, luoghi di culto, scuole, centri anziani, piccoli Comuni. Inoltre, la comunità energetica solidale, può essere un tema declinabile in molteplici modi: come strumento per ridurre la povertà energetica e lo spopolamento, per la lotta alle disuguaglianze… “Portare servizi all’interno di un territorio in cui mancano può essere uno degli obiettivi delle comunità energetiche”, ha sottolineato la stessa responsabile di Legambiente.

Non c’è una differenza tra CER e CERS; se proprio, con il termine “solidale” si vuole sottolineare una caratteristica già implicita nelle comunità energetiche rinnovabili.

finalità comuniità energetica rinnovabile

È bene ricordare che l’obiettivo principale delle CER – come definito dal Decreto specifico – è produrre e condividere energia in modo da fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai propri azionisti o membri o alle aree locali in cui agisce.

La rete delle CERS e l’esempio di Napoli Est

È stata Legambiente ad avviare la Rete delle Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali per “costruire un’alleanza dal basso per la lotta alla povertà energetica”.

Questa iniziativa è nata in contesti con forti criticità, ambientali e socioeconomiche, per generare processi di partecipazione e innovazione capaci di innescare un profondo cambiamento dei territori, nell’ottica di una maggior giustizia ambientale e sociale.

Proprio il caso di Napoli Est è significativo per comprendere i benefici legati allo sviluppo di una CERS. Oltre a quello strettamente economico (i vantaggi stimati, in termini di minor energia elettrica consumata da tutti gli aderenti alla CER, pari a circa 300mila euro in 25 anni) il beneficio riguarda un modo diverso di concepire l’energia, più consapevole e in grado di contribuire ad alleviare il peso della bolletta per diverse famiglie. A regime saranno 40 i nuclei familiari interessati.

Lo sviluppo in Italia

A sostenere l’espansione delle comunità energetiche rinnovabili solidali si sono già proposti diversi attori: Fondazione Cariplo lo fa già dal 2022, tramite il bando “Alternative. Promuovere la diffusione di Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali”. L’obiettivo è duplice:

  • contribuire, con lo sviluppo delle fonti rinnovabili, a minori emissioni;
  • rafforzare il senso di comunità e di solidarietà rispetto a chi soffre la povertà energetica.

Altri soggetti, bancari e non, si sono mossi in questa direzione, da Intesa Sanpaolo (col progetto Sharing Energy che ha sostenuto l’avvio della Fondazione di Comunità San Gennaro di Napoli e Fondazione di Comunità di Messina) a Enel X. Quest’ultima è il partner tecnico della CERS di Sortino, iniziativa promossa dal Comune di Sortino (Siracusa), insieme al Centro Sociale Giovanile e alla Parrocchia San Giuseppe.

comunità energetiche rinnovabili

A Roma nasceranno tre comunità energetiche rinnovabili e solidali (Cers) e per la pace (Cerp) cui partecipano enti pubblici, ordini religiosi, università e realtà del Terzo settore.
Il primo progetto in particolare, frutto di un accordo firmato dalla Pontificia università Antonianum (istituzione didattica e scientifica promossa dall’ordine dei Frati minori francescani) e il Centro islamico culturale d’Italia, costituisce il primo accordo interreligioso ed energetico d’Italia.

Il valore aggiunto delle CERS

Sono solo alcuni esempi del potenziale che si potrà esprimere già quest’anno, grazie alla definizione degli incentivi pubblici. In ogni caso, le CERS possono rappresentare un valore aggiunto.

Secondo Matteo Zulianello, Capo progetto del Dipartimento Sviluppo Sistemi Energetici di RSE, “la S di solidale è stata un’ottima intuizione dal punto di vista comunicativo, visto che tutte le comunità energetiche rinnovabili intendono perseguire finalità sociali ambientali ed economiche per i propri membri o per la comunità. In ogni caso è da interpretarla come un elemento positivo specie per alcune categorie di stakeholder permanenti: nel momento in cui le CER sono promosse da amministrazioni pubbliche o da enti del terzo settore, la propensione alla spinta solidale assume una certa valenza, quale modo per connotare queste iniziative più dal punto di vista comunicativo che sostanziale, ma è comunque un aspetto favorevole”.

Il ruolo delle CER per la transizione energetica

Le comunità energetiche rinnovabili (solidali) possono anche contribuire alla transizione energetica. “A livello incentivante è previsto lo stanziamento di risorse per 5 GW di potenza. Inoltre, il PNRR, che in parte andrà a sovrapporsi con il meccanismo incentivante, contribuisce con 2,2 miliardi all’avvio di CER e schemi di autoconsumo collettivo”, rileva Zulianello. Si arriva così a prevedere circa 7 GW di nuova potenza finanziata. Ciò significa che il valore delle CER potrà permettere di contribuire per un 10% circa al totale degli obiettivi fissati dal PNIEC.

In realtà, il coinvolgimento attivo degli utenti finali in questo percorso potrebbe anche stimolare e facilitare la realizzazione degli impianti FER utility scale, che contribuiranno per il 90% della produzione complessiva, con impatti decisamente più rilevanti sotto forma di accettabilità sociale.

Quindi il contributo delle CER alla transizione energetica può essere considerato indiretto, ma significativo al passaggio progressivo alla produzione da fonti rinnovabili.

L’importanza dell’elemento solidale

È bene sottolinearlo: le comunità energetiche rappresentano un elemento di un processo molto più ampio, in termini di produzione energetica, ma non solo. Come afferma Marco Bussone, presidente di Uncem (Unione nazionale Comuni Comunità Enti montani), “le comunità energetiche rinnovabili non sono la risoluzione dei problemi energetici dell’Italia, ma una parte di opportunità in una logica solidale di interazione fra cittadini nonché un elemento del processo di trasformazione delle comunità che può essere colto da cittadini che, insieme, decidono di assumersi un impegno”.

Le CER vanno anche inserite all’interno di un contesto più ampio quale possono essere, nel contesto montano, le green communities.

“Una delle risposte passa anche dalla capacità di costituire comunità energetiche rinnovabili solidali, dove solidarietà è un elemento fondamentale: non c’è comunità senza di essa. Così, attorno all’energia si può cogliere l’opportunità di avviare qualcosa di nuovo, consentito dalla normativa, con la consapevolezza dei limiti, ma anche delle opportunità”, aggiunge Bussone.

Riguardo all’elemento energetico sotteso alle CER è importante anche sottolineare le potenzialità connesse allo sviluppo di fonti rinnovabili che non si limitano solo a fotovoltaico ed eolico. C’è la necessità di investire su vari tipi di FER, spaziando dal mini e micro-eolico alle biomasse cogenerative fino al mini-idroelettrico, riducendo i tempi autorizzativi e di investimento. Inoltre occorre effettuare investimenti da parte dai territori con i Comuni e con le comunità protagoniste. Così è possibile pensare a forme di azionariato diffuso in cui è la comunità che lo decide e lo custodisce.

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Andrea Ballocchi

Giornalista freelance, si occupa da anni di tematiche legate alle energie rinnovabili ed efficienza energetica, edilizia e in generale a tutto quanto è legato al concetto di sostenibilità. Autore del libro “Una vita da gregario” (La Memoria del Mondo editrice, prefazione di Vincenzo Nibali) e di un manuale “manutenzione della bicicletta”, edito da Giunti/Demetra.
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