Emissioni UE, il settore dei trasporti è “un figlio problematico”

Le parole allarmanti rivolte ai ministri competenti dei 27 Paesi dell’Unione Europea durante la presentazione del rapporto di Transport & Environment sullo stato della transizione green nella mobilità
Emissioni dei trasporti: criticità UE

La definizione di “figlio problematico” non richiama certamente dei pensieri positivi. Ed il fatto che sia stata utilizzata per etichettare un componente fondamentale della transizione energetica che dovrà portare l’Unione Europea a raggiungere l’impatto zero per la metà del secolo non induce, appunto, al buonumore.

“Il figlio problematico degli sforzi climatici dell’Europa” è infatti il settore dei trasporti, come sostenuto da William Todts, direttore esecutivo della ONG Transport & Environment (T&E). L’organizzazione ha da poco realizzato un rapporto del quale Todts ha illustrato i principali risultati ai ministri dei Trasporti dei 27 paesi dell’UE, riuniti a Bruxelles per discutere lo stato della transizione green nella mobilità.

Emissioni dei trasporti: proiezioni al 2030

C’è da dire che il direttore di Transport & Environment non ha poi fatto un grande sforzo di fantasia poiché il problema rappresentato dai trasporti nel processo di decarbonizzazione del nostro continente emerge inequivocabilmente dai numeri, con le emissioni del settore che potrebbero rappresentare il 44% di tutte le emissioni europee di gas serra entro il 2030 rispetto all’attuale 29%, secondo le proiezioni più aggiornate.

Del resto, il lievitare verso quasi la metà delle emissioni europee di gas serra per la fine del decennio non rappresenta una tendenza che si è materializzata all’improvviso. Il rapporto di T&E, dal titolo “State of European Transport”, evidenzia piuttosto che le emissioni continentali dei trasporti sono aumentate di oltre un quarto dal 1990 a differenza di tutti gli altri settori che presentano un andamento in chiaro declino.

Andamento delle emissioni dei trasporti nei paesi UE

“L’Europa deve iniziare a prendere sul serio il problema delle emissioni dei trasporti se vuole raggiungere lo zero netto nel 2050 – si legge nello studio –. Dal suo picco raggiunto nel 2007, la decarbonizzazione dei trasporti ha proceduto con un ritmo più di tre volte inferiore rispetto a quello degli altri comparti dell’economia europea”.

Emissioni dei trasporti: picco raggiunto nel 2019

Guardando alla quantità, le emissioni dei trasporti nell’UE ammontano ora a più di 1.000 MtCO2e (megatonnellate equivalenti), ovvero lo stesso ammontare delle emissioni totali di Germania e Olanda messe insieme. E sebbene sia improbabile che le emissioni dei trasporti ritornino al loro picco più recente nel 2019, l’Europa non riuscirà a raggiungere il citato obiettivo dello zero netto per metà secolo.

“La buona notizia – afferma William Todts – è che le emissioni dei trasporti in Europa hanno raggiunto il picco. La cattiva notizia è che altri settori si stanno decarbonizzando tre volte più velocemente. Nel 2030 quasi la metà delle emissioni del continente proverrà dalla mobilità; quindi, decarbonizzare il settore il più rapidamente possibile assume un’importanza vitale”.

Emissioni UE dei diversi settori

Importanza vitale che passa anche, se non soprattutto, da ulteriori interventi delle autorità UE per regolamentare e indirizzare la transizione green dei trasporti. Non a caso T&E sottolinea l’insufficiente impatto delle attuali normative climatiche nell’affrontare le emissioni fuori controllo del comparto. La stima indica che, senza nuovi interventi regolatori, nel 2040 le emissioni dei trasporti caleranno solo del 25% rispetto ai livelli del 1990 ( 62% nel 2050).

Benzina e diesel maggiori responsabili

Più nel dettaglio, il rapporto ricorda che le auto a benzina e diesel rappresentano la principale fonte di emissioni legate ai trasporti, con oltre il 40% del totale. “La dipendenza dall’auto – si legge – è aumentata a partire dagli anni ’90, favorita dalla costruzione di autostrade e da un parco auto in crescita. Solo di recente stiamo iniziando a vedere una riduzione delle emissioni medie delle auto con l’arrivo sul mercato di un’ondata di veicoli elettrici”.

La mobilità su strada comprende naturalmente il trasporto pesante, e pure da questo fronte non arrivano purtroppo buone notizie. Infatti, le emissioni derivanti dal trasporto merci sono anch’esse aumentate in modo considerevole, con quelle legate a camion e autobus in aumento del 25% rispetto al 1990, mentre le emissioni delle spedizioni sono cresciute del 20%.

Ma ce n’è anche per le emissioni del trasporto aereo che sono addirittura raddoppiate negli ultimi 30 anni, quindi più velocemente di qualsiasi altro settore dei trasporti. “Considerando l’impatto aggiuntivo delle emissioni del trasporto aereo dalle scie di condensazione, l’impatto climatico del volo viene potenzialmente triplicato”.

“Stop a espansione strade e aeroporti”

Le indicazioni del rapporto, valutate complessivamente, portano il direttore di Transport & Environment a delle conclusioni non univoche: “Auto, camion e furgoni – spiega William Todts – possono essere elettrificati a basso costo con batterie e fonti rinnovabili. Si tratta di una delle azioni meno problematiche per ridurre l’impatto dei trasporti”.

Le difficoltà maggiori, invece, sono relative ad altri comparti: “Aerei e navi rappresentano una sfida più ardua e richiedono un grande sforzo da parte dei fornitori di carburante per l’utilizzo crescente dei carburanti verdi come l’e-cherosene e l’ammoniaca. Occorre poi dotarsi di un piano per eliminare le scie di condensazione dell’aviazione. Porre fine all’espansione delle strade e degli aeroporti – conclude Todts – renderà il lavoro di decarbonizzazione molto più semplice”.

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Leonardo Barbini

Copywriter ed editorialista di Elettricomagazine.it, appassionato di tecnologia. Da anni segue le tematiche della mobilità elettrica, della transizione energetica e della sostenibilità
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