Digitalizzazione edilizia per la decarbonizzazione

Nel Sustainable Building District di KEY 2024, un interessante scambio di idee sulla digitalizzazione degli edifici e sulle specificità tecniche che la disponibilità dei dati comporta. Sullo sfondo, il traino di EPBD IV e Smart Readiness Indicator
Digitalizzazione edilizia: a che punto siamo?

Se la digitalizzazione edilizia porta alla transizione energetica, la transizione energetica “sfida” i sistemi informatici, l’automazione e il building management, a partire dalla valorizzazione dei dati. All’avanzamento tecnologico, infatti, si uniscono ricercatori, team R&D e formazione degli operatori dell’impiantistica, chiamati a comprendere come interconnettere al meglio i sistemi degli edifici e garantire la flessibilità energetica richiesta dalla crescita delle rinnovabili.

Lo scenario ha molto a che fare con il quadro regolatorio. La direttiva EPBD IV, nel frattempo approvata, ricolloca in primo piano le tecnologie digitali come supporto ai target ambientali. Incentivando l’uso di BACS (Building Automation and Control Systems) e, auspicabilmente, concretizzando l’applicazione dello Smart Readiness Indicator (SRI) degli edifici. Una prospettiva tecnologica speciale, quella affrontata da Green Building Council Italia nell’area dedicata di KEY – The Energy Transition Expo 2024, che ripercorriamo in seguito.

Lo scenario digitale nelle costruzioni

Del legame tra decarbonizzazione ed Energy Management and Information Systems (EMIS) parla Alfonso Capozzoli del Laboratorio Baeda (Building Automation and Energy Data Analytics) del Politecnico di Torino. “La direttiva Case Green enfatizza il potenziale delle tecnologie intelligenti negli edifici per migliorare efficienza energetica, interazione con la rete e benessere degli occupanti. I sistemi di automazione e controllo rappresentano dunque la chiave per svoltare”, spiega.

Questo grazie a 4 specifici aspetti della direttiva:

  • introduzione obbligatoria dell’indicatore di prontezza all’intelligenza degli edifici (SRI) per edifici con potenza maggiore di 290 kW a partire da luglio 2027,
  • scelta obbligatoria di BACS interoperabili, in grado di monitorare, registrare, analizzare la domanda di energia e fornire servizi informativi per migliorare l’efficienza,
  • installazione di dispositivi di misura e controllo per il monitoraggio e la regolazione della qualità ambientale interna,
  • metodologia di calcolo che tiene conto di gestione delle rinnovabili in loco, infrastrutture di ricarica bidirezionale per i veicoli elettrici, accumulo e contributo dei BACS per ottimizzare le prestazioni.

“Negli anni i costi della digitalizzazione edilizia stanno diminuendo – continua Capozzoli -. Dunque, sarà più facile ed economico disporre di una grande mole di dati, che andranno però sfruttati in modo intelligente perché siano sorgente di informazioni per costruire modelli e scenari. In sostanza, puntare sul data analytics”.

Digitalizzazione edilizia, decarbonizzazione, decentralizzazione

Alla luce di questa opportunità, si può realmente parlare di approccio di gestione data-driven. Sta infatti nascendo una nuova generazione di sistemi di gestione e controllo dei building, rilevante sotto tre punti di vista. Per la digitalizzazione, in quanto i dati vengono raccolti tramite infrastrutture di monitoraggio (BACS e smart meter). Secondo, la decarbonizzazione: le FER abbinate a sistemi di accumulo richiedono un corretto bilanciamento tra produzione e fabbisogno energetico. Infine, c’è la decentralizzazione, con nuovi paradigmi basati sulla gestione energetica cooperativa. Ovvero, ottimizzare gruppi di edifici per raggiungere un obiettivo comune: in poche parole creare distretti per le comunità energetiche.

Il tutto genera una variegata offerta di servizi energetici informativi, che supportano le decisioni, e di sistemi di ottimizzazione automatica, laddove il controllo non è più reattivo ma predittivo. Perché implementare livelli di automazione molto alti significa anche prevederne, di conseguenza, una gestione di natura predittiva.

Un nuovo paradigma del controllo avanzato dei sistemi energetici: digitalizzazione edilizia

Sistemi informativi e controllo ottico

Attraverso questi sistemi l’edificio può esprimere tutta la sua flessibilità. L’avvento di soluzioni di energy management basate su IA supporta il percorso:

  • continuous commissioning, con diagnosi e manutenzione del sistema,
  • caratterizzazione del profilo della domanda, per iniziative di gestione del carico e di domanda attiva,
  • profilazione del comportamento delle persone e dell’occupazione degli spazi;
  • controllo predittivo e adattivo per sistemi energetici.

Non è tutto. La penetrazione delle rinnovabili pone nuove sfide all’energy management. Connesse soprattutto alla capacità degli edifici di reagire ai segnali esterni e di regolare la propria produzione e il proprio consumo di energia. Le strategie di gestione della domanda sono quindi fondamentali per ottimizzare sia il fabbisogno energetico sia il rapporto con la rete.

Flessibilità energetica e gestione Hvac

Ne consegue un paradigma di gestione energetica multiobiettivo, flessibile e predittivo. Che significa ottimizzare più obiettivi (ad es. consumo energetico, costi operativi e comfort termico), ma anche essere flessibili rispetto alle condizioni delle variabili forzanti, del comportamento degli occupanti e dei requisiti della rete. Nonché sfruttare i modelli di previsione per monitorare l’evoluzione della dinamica del sistema. Consentendo l’identificazione della politica di controllo ottimale per ogni contesto.

Un particolare approccio strategico riguarda, in quest’ottica, la gestione degli impianti Hvac. Il laboratorio Baeda identifica le possibili azioni:

  • modifica del setpoint di temperatura di zona,
  • regolazione della velocità di attuatori a giri variabili,
  • modulazione della potenza impegnata dai sistemi di generazione,
  • setpoint di temperatura del fluido in uscita da pompa di calore/chiller,
  • regolazione del setpoint di pressione,
  • controllo della potenza di carica dell’accumulo elettrico,
  • regolazione della temperatura di mandata dell’aria,
  • gestione della domanda di potenza,
  • regolazione della carica di storage termico,
  • posizione delle valvole/serrande in unità di trattamento d’aria,
  • controllo di proprietà ottiche e termiche.

Le criticità della digitalizzazione edilizia

“Il pre-processamento dei dati è la spada di Damocle che pende sugli analisti – spiega Capozzoli -. Il volume raccolto non vale nulla se non è supportato da dati di alta qualità. Serve dunque pensare alla centralità della progettazione delle infrastrutture di monitoraggio”. Inoltre, i processi di data analytics devono tenere conto dei potenziali problemi di privacy. Trovando il giusto compromesso tra la quantità di conoscenza estratta e la protezione delle informazioni sensibili.

Di conseguenza, urge formare nuove figure professionali specificatamente dedicate alla digitalizzazione edilizia e alla transizione energetica. “Infine, Jan L. A. van de Snepscheut diceva: teoricamente non c’è differenza tra teoria e pratica… ma in pratica c’è! Mi riferisco alle barriere culturali e non tecnologiche ancora da abbattere”, conclude Alfredo Capozzoli.

Transizione digitale dei building: le sfide dei partner tecnologici

Digitalizzazione ed elettrificazione degli edifici sono temi ricorrenti, ma il cambio di passo richiede appunto un’evoluzione culturale, lato professionisti, istituzioni e cittadini. “Secondo una ricerca i TEH-Ambrosetti, il 64,1% degli italiani non sa cosa sia uno smart building. Ma lo studio dice anche che può far risparmiare il 20-24% dei consumi energetici e dal 4 al 5 % di quelli idrici”, spiega nel suo intervento Nicola Badan, Country Standardization Leader di Schneider Electric.

Per questo, l’attualità della digitalizzazione edilizia pone ai decision maker, ma anche ai produttori di tecnologie, quattro importanti sfide:

  • sostenibilità: circa il 40% delle emissioni di CO2 mondiali viene dagli edifici, un 30% è dovuto all’embodied carbon (es. produzione materiali, cantiere, trasporti), un altro 70% è operational carbon (es. energia da combustibili fossili, limiti nella progettazione integrata, gestione e manutenzione degli impianti),
  • iper-efficienza: il potenziale di efficienza non sfruttato negli edifici può superare il 30%;
  • resilienza: il covid ha ridefinito uso e percezione degli edifici, le persone hanno bisogno di spazi precisi;
  • benessere: le persone passano il 90% del tempo negli edifici.

Il contenuto digitale di un edificio è dunque il nuovo criterio che guida la sua stessa sostenibilità. Ne definisce anche il valore, visto il crescente interesse della comunità finanziaria in ottica di tassonomia verde, certificazioni e regolamenti connessi alla digitalizzazione edilizia e ai target ambientali ed energetici degli immobili.

Integrazione BACS e BEMS nella digitalizzazione degli edifici secondo la EPBD IV

Lo Smart Readiness Indicator fa bene a tutti

Da qui l’ulteriore rilevanza di BACS e BEMS (Building Energy Management Systems). Le tecnologie consentono di monitorare le prestazioni degli edifici in real-time, individuare le inefficienze e redigere reportistica analitica, razionalizzare e confermare i risparmi economici, supportare le decisioni e gestire la domanda energetica. Si delinea così un quadro operativo, dai dispositivi in campo agli analytics, che integra energy management, rinnovabili, mobilità elettrica, safety e security, Hvac e comfort, distribuzione elettrica, gestione degli spazi e segmento IT.

Come procedere? “Se la norma UNI EN ISO 52120-1 è la base per una progettazione efficiente e integrata, alla quale Schneider Electric dedica specifico supporto, bisogna tenere presente la prossima obbligatorietà dell’indicatore SRI – continua Badan -. Ma non voglio sottolineare l’obbligo, bensì l’opportunità di questo strumento. Lo Smart Readiness Indicator consentirà infatti di aumentare la consapevolezza sull’importanza delle tecnologie intelligenti. I proprietari degli edifici saranno più propensi a investire in efficienza energetica, comfort, salute e benessere. Gli investitori potranno valutare la competitività a lungo termine degli edifici, incrementandone il valore.

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Maria Cecilia Chiappani

Copywriter e redattore per riviste tecniche e portali dedicati a efficienza energetica, elettronica, domotica, illuminazione, integrazione AV, climatizzazione. Specializzata nella comunicazione e nella promozione di eventi legati all'innovazione tecnologica.
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