Smart Readiness Indicator: come si calcola e le funzionalità chiave

Il futuro degli edifici è smart! Ma è possibile valutare e calcolare il livello di intelligenza? Certamente sì, con lo Smart Readiness Indicator. Scopriamo di cosa si tratta, la metodologia di valutazione e le funzionalità
Smart Readiness Indicator: misura l'intelligenza dell'edificio

L’intelligenza di un edificio si riferisce alla sua capacità di rilevare, integrare, interpretare, comunicare e rispondere attivamente in modo efficiente alle mutevoli condizioni in relazione al funzionamento dei sistemi tecnici per l’edilizia, all’ambiente esterno, comprese le reti energetiche, e alle richieste degli occupanti. Tale capacità si misura attraverso lo Smart Readiness Indicator (SRI) con il quale, grazie alle prescrizioni della nuova Direttiva EPBD IV, si intende sostenere l’adozione dell’innovazione tecnologica nel settore delle costruzioni, stimolando l’integrazione delle tecnologie intelligenti negli edifici.

Tale indicatore è oggi considerato un asset strategico, motore della trasformazione digitale e sostenibile del parco immobiliare.

Smart Readiness Indicator: cosa è

Lo Smart Readiness Indicator è uno strumento utile per raggiungere gli obiettivi riguardanti la sostenibilità dell’edificio, promuovendo la riduzione dell’impronta di carbonio, accelerando la transizione digitale ed energetica.

smart readiness indicator benefici
Alcuni benefici dello Smart Readiness Indicator – fonte Commissione Europea

SRI contribuirà ad aumentare la consapevolezza dei vantaggi che tecnologie e impianti intelligenti, integrati e gestiti apportano nella realizzazione di edifici sani, efficienti dal punto di vista energetico e confortevoli.

Perché adottare l’SRI

L’adozione dell’indicatore SRI nel settore delle costruzioni, così come delle tecnologie digitali e soluzioni smart ad esso preposte, come BACS (Building Automation and Control System) e BEMS (Building Energy Management System), consente di soddisfare i livelli più elevati di:

  • efficienza energetica,
  • decarbonizzazione,
  • comfort,
  • sicurezza,
  • salute e benessere delle persone,
  • resilienza.

Al contempo, questa adozione permette di preservare le caratteristiche del nostro patrimonio immobiliare, rispondendo in modo adeguato alle normative sia nazionali, sia europee. È da notare che tali prospettive si prevede saranno ulteriormente ampliate in futuro.

Risultati conseguibili

La Commissione europea, con la pubblicazione del documento informativo SRI Factsheet, ha effettuato una valutazione di quanto una implementazione estensiva delle tecnologie intelligenti, e in particolar modo dello Smart Readiness Indicator, possano determinare impatti significativi in termini di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni climalteranti per il settore degli edifici.

Implementare, a livello di edificio, un pacchetto evoluto di tecnologie smart building può permettere di ottenere, in media, un 30% di risparmi sul consumo finale di energia, con il vantaggio della semplicità di installazione e un rapido ritorno dell’investimento.

Inoltre, a seconda di come verrà operata l’implementazione dello SRI a livello europeo entro il 2040, è stato valutato un enorme potenziale in termini di risparmio annuo di:

  • consumi primari di energia: fino a 160 TWh;
  • emissioni di CO2: 23 milioni di tonnellate;
  • costi energetici e correlati ai sistemi energetici: 13,9 miliardi di euro;
  • benefici in termini di benessere e salute delle persone: 6,5 miliardi di euro;
  • contributo in creazione di nuovi posti di lavoro: 76.000 nuovi posti.

Valutazioni e stime di certo significative in termini numerici che supportano appieno una visione olistica della Direttiva EPBD IV del sistema “edificio-impianti” in chiave smart, oltre che una diffusione estensiva dello SRI, integrando i sistemi tecnici per l’edilizia con involucro e infrastruttura, non solo come elemento a sé stante, ma come parte di un distretto o di una città intelligente.

Smart Readiness Indicator: la metodologia di valutazione

Lo Smart Readiness Indicator è uno schema comune europeo che valuta la prontezza tecnologica di un edificio sulla base di tre funzionalità chiave:

  1. la capacità di adattare il funzionamento dell’edificio alle esigenze degli occupanti;
  2. la capacità di garantire l’efficienza energetica e il funzionamento dell’edificio, adeguandone il consumo energetico;
  3. la flessibilità del consumo complessivo di energia elettrica dell’edificio e la capacità di integrarsi con la rete.
funzionalità Smart Readness Indicator
Le 3 funzionalità chiave dell’SRI – Fonte Commissione Europea

Le funzionalità chiave dello Smart Readiness Indicator

Lo Smart Readiness Indicator permette dunque di classificare quanto ogni edificio sia in grado di accogliere le tecnologie che abilitano l’efficienza, la connettività e la sostenibilità attraverso la valutazione di un catalogo di 54 servizi smart suddivisi su 9 diversi domini tecnici che rappresentano i principali sistemi di un edificio:

  1. riscaldamento,
  2. acqua calda sanitaria,
  3. raffrescamento,
  4. ventilazione,
  5. illuminazione,
  6. involucro dinamico dell’edificio,
  7. elettricità,
  8. ricarica dei veicoli elettrici,
  9. monitoraggio e controllo.
Domini tecnici dello Smart Readiness Indicator (SRI)

Ciascuno dei 54 servizi smart è caratterizzato da diversi livelli di funzionalità, con intelligenza crescente, e influenza 7 criteri di impatto:

  1. efficienza energetica,
  2. manutenzione e previsione dei guasti,
  3. comfort,
  4. comodità e/o efficienza operativa,
  5. salute e benessere,
  6. informazione agli occupanti
  7. flessibilità energetica e accumulo.
I criteri di impatto dello Smart Readiness Indicator (SRI)

Calcolo del punteggio dell’indicatore di prontezza

Il punteggio dell’indicatore SRI complessivo viene definito come media pesata dei punteggi ottenuti da ciascuno dei criteri d’impatto e può essere espresso sulla base di sette classi corrispondenti a un intervallo del punteggio totale:

Indicatore SRI
  • A (90-100%);
  • B (80-90%);
  • C (65-80%);
  • D (50-65%);
  • E (35-50%);
  • F (20-35%);
  • G (<20%).

L’indicatore SRI al centro della sostenibilità degli edifici del futuro

Comprendere oggi come funziona il modello SRI e come sfruttarlo al meglio per disegnare le migliori strategie di riqualificazione e decarbonizzazione degli edifici è di fondamentale importanza per tutti gli operatori del settore building, commerciale o residenziale, ed anche per le istituzioni pubbliche che sono chiamate ad assumere un ruolo di guida dando l’esempio concreto attraverso la riqualificazione in chiave “digital & green” del proprio patrimonio immobiliare. Quali gli elementi al contorno da considerare?

Smart Building: le sfide

Nell’affrontare il tema della modernizzazione del parco edilizio, gli edifici sono oggi chiamati a superare quattro sfide chiave che estendono di fatto il perimetro degli obiettivi da conseguire e, di certo, richiedono un ausilio tecnologico smart:

  1. sostenibilità – nell’UE il 40% dei consumi energetici e il 36% delle emissioni di CO2 (37% a livello globale, includendo le embodied carbon dei materiali) provengono dagli edifici
  2. resilienza – il Covid-19 ha ridefinito i requisiti di progettazione degli ambienti e degli edifici.
  3. (Iper)Efficienza – oltre il 30% è la stima del potenziale di efficienza non ancora sfruttato negli edifici
  4. benessere per le persone – oltre il 90% del tempo delle persone, per lavoro e vita privata, è trascorso all’interno di edifici.

In riferimento alla sostenibilità, vista con l’accezione più ampia del termine, ossia in ottica ESG (Environmental, Social, Governance), la comunità finanziaria è sempre più spesso coinvolta in quanto fattore fondamentale che guida la selezione degli investimenti anche in ambito immobiliare.

Uno dei fatti che chiaramente emerge, anche attraverso la ricerca di SDA Bocconi assieme a REbuilding network, di cui Schneider Electric è socio fondatore, intitolata “ESG e rating dell’immobile: misurare la S e la G (oltre la E) con un sistema integrato” per l’identificazione di indicatori chiave di prestazione (KPI) che misurino l’impatto dei pilastri ESG nel processo decisionale degli investitori, è che la sostenibilità e la digitalizzazione stanno cambiando la valutazione di questi investimenti, aumentandone il valore.

Serve una certificazione univoca

Le certificazioni di sostenibilità degli edifici, tra le quali rientra a tutti gli effetti anche l’indicatore SRI come, tra l’altro, indicato dalla ricerca SDA Bocconi-REbuilding network, che assegnano dei punteggi di valutazione degli edifici in funzione della presenza, del funzionamento e del livello di integrazione degli impianti tecnologici. Rappresentano chiari KPI a supporto degli investimenti sostenibili e degli edifici certificati in quanto:

  1. hanno un valore di mercato più elevato,
  2. consentono una maggiore rapidità di locazione dell’edificio,
  3. permettono una riduzione dei costi di gestione dell’immobile,
  4. intrinsecamente incrementano la reputazione sul tema della sostenibilità.

Il valore digitale di un edificio sta di fatto diventando il nuovo criterio guida che determina la valutazione del suo valore. In estrema sintesi, investire nella tecnologia digitale per gli edifici aiuta al meglio l’utilizzo di tutti i servizi ad esso afferenti, incluso l’uso dello spazio, rende l’edificio più sostenibile e ne aumenta (quindi) il valore.

Come iniziare a utilizzare l’indicatore SRI per gli smart building?

L’Unione Europea ha approntato un pacchetto per la valutazione SRI che contiene uno strumento di calcolo SRI e una guida pratica per iniziare.

Foglio di calcolo - SRI

Può essere richiesto da proprietari di edifici, produttori e attori del mondo della consulenza e tecnologie per la sostenibilità.

Un linguaggio comune per gli attori della filiera

Utilizzare come riferimento lo Smart Readiness Indicator permette di creare un linguaggio comune per tutti gli attori della catena del valore del settore immobiliare: dai proprietari-investitori ai progettisti, dai fornitori di soluzioni agli attori istituzionali.

Un linguaggio semplice da utilizzare, anche facilitato da un impianto normativo già consolidato (vedi quello della UNI EN ISO 52120-1, Prestazione Energetica degli Edifici – Contributo dell’automazione, del controllo e della gestione tecnica degli edifici – Parte 1: Quadro generale e procedure), per confrontarsi su come rendere gli edifici più intelligenti e sostenibili, oltre comprendere quali benefici se ne possono trarre, con quali step e quali interventi.

Aumentando la consapevolezza dei benefici derivanti dall’utilizzo delle tecnologie intelligenti, l’indicatore SRI rende più tangibile per tutti il valore aggiunto che possono dare le soluzioni per gli smart building. Un valore che è senza ombra di dubbio rilevante e spesso di rapido raggiungimento, tipicamente da uno a tre anni a seconda dell’investimento.

Smart Readiness Indicator: obiettivi

Per tutte queste sue caratteristiche, lo Smart Readiness Indicator è indubbiamente uno strumento utile per raggiungere gli obiettivi riguardanti la sostenibilità dell’edificio:

  • promuovendo la riduzione dell’impronta di carbonio,
  • accelerando la transizione digitale ed energetica.

Oltre a consentire di valutare il valore e la competitività a lungo termine incrementando il valore degli assets. Supportato da evidenze di progetto sugli obiettivi di sostenibilità e grazie il monitoraggio delle prestazioni di efficienza energetica e operativa nel tempo, l’indicatore SRI meglio si presta per diventare uno dei KPI più adatti per guidare progetti finanziati nel settore e per l’utilizzo efficace dei relativi fondi, come ad esempio PNRR e FESR in ambito edifici.

Con tale accezione, l’indicatore SRI rappresenta quindi l’elemento attivo per elevare sia la qualità, sia il livello prestazionale degli immobili come:

  • strumento premiante nei processi di finanziamento con incentivazione integrativa a garanzia del raggiungimento delle migliori prestazioni dell’indicatore SRI stesso,
  • abilitatore e volano naturale alla modernizzazione degli edifici facendo leva sulle transazioni immobiliari di affitto e vendita, in particolare relativamente a quelli non-residenziali, per la valutazione dello stato di predisposizione all’intelligenza e base di riferimento.

Approfondimento a cura di Nicola Badan – Country Standardization & Regulation Europe Operation Schneider Electric

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