La scarsa consapevolezza e conoscenza frena gli Smart Building

La Community Smart Building di The European House – Ambrosetti ha realizzato una survey per indagare sulla consapevolezza e la conoscenza dei cittadini italiani sulla riconversione degli edifici esistenti in chiave smart
Scarsa consapevolezza sugli smart building

La transizione ecologica e quella digitale sono due percorsi virtuosi altamente compenetrati tra loro. Uno dei settori in cui questo connubio può dare grandi vantaggi è sicuramente quello della conversione degli edifici in ottica smart, un ambito su cui bisogna potenziare gli investimenti in modo rilevante per poter restare in linea con la tabella di marcia fissata dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’UE.

Nello specifico – secondo un’analisi realizzata dalla Community Smart Building, iniziativa avviata nel 2022 da The European House Ambrosetti insieme a importanti imprese che operano in questa filiera – la conversione degli edifici in ottica smart permetterebbe di ottenere una riduzione del 20-24% dei consumi energetici e del 4-5% di quelli idrici.

Una survey dedicata agli smart building

Ma quanto sono consapevoli i cittadini italiani in merito al tema della trasformazione smart degli immobili? La Community Smart Building ha realizzato una survey proprio per indagare sulla consapevolezza e la sensibilità dei cittadini su questa tematica.

Scarsa conoscenza frena il settore

Tuttavia, nonostante l’elevato potenziale del binomio smart building/efficienza energetica, attualmente nel nostro Paese gli edifici intelligenti sono ancora poco conosciuti. I dati sono poco confortanti, il 64,1% degli italiani ritiene di avere informazioni scarse, generiche o nulle riguardo al concetto di Smart Building. Solo il 6,8% è a conoscenza dello stato attuale degli edifici nel Paese.
A ciò si aggiunge il fatto che, secondo i cittadini la riconversione smart del patrimonio immobiliare nazionale presenterebbe una serie di ostacoli.

È fondamentale, quindi, che istituzioni, associazioni e aziende favoriscano una maggiore consapevolezza dei vantaggi dell’introduzione di soluzioni smart degli edifici e delle reali opportunità legate a questo settore.

Costi elevati e burocrazia

Ma in concreto quali sono gli ostacoli alla diffusione degli edifici intelligenti percepiti dai cittadini? Dalla survey emerge come gli intervistati abbiano segnalato:

  • i costi elevati delle tecnologie e degli interventi (26,9%),
  • la difficoltà di accesso agli incentivi (20,3%).
  • la complessità e lunghezza degli iter autorizzativi e dei tempi di realizzazione (17,8%).

Queste risposte, spiega The European House Ambrosetti, restituiscono un quadro chiaro dei principali timori che subentrano quando si affrontano interventi di riconversione sul proprio immobile. Timori che si confermano simili anche quando si circoscrive il dato agli operatori della Pubblica Amministrazione.

Smart building si lega solo a efficienza energetica

Un altro luogo comune molto diffuso è il fatto che i vantaggi di una riconversione smart degli edifici si esplichino solo in termini di efficientamento energetico. A essere trascurati sono invece ambiti di primaria importanza come il miglioramento della qualità della vita o i possibili incrementi degli investimenti nel settore residenziale.

Il focus dei cittadini rimane invece sul risparmio di energia negli edifici (30,2%) e sulla riduzione delle emissioni di CO2 (26,4%).

Questa visione, purtroppo, si riflette anche nella percezione sui principali settori legati alla filiera degli Smart Building che, in Italia, coinvolge 35 settori e 180 sotto-settori industriali, con un totale di 350 mila aziende attive e 626 mila occupati.

Tra i comparti maggiormente riconosciuti dagli intervistati ci sono infatti soprattutto quelli dell’impiantistica, dell’energia e dell’automazione, ma mancano settori chiave come quello dei servizi, della progettazione e del design.

Patrimonio edilizio italiano obsoleto, solo il 6,8% degli italiani lo sa

Lo studio mostra inoltre come, nonostante il patrimonio edilizio italiano sia obsoleto, solo il 6,8% degli intervistati ne sia consapevole. Un dato importante, soprattutto se si pensa che in Italia l’81,4% degli edifici è stato costruito prima del 1990 e che buona parte di queste costruzioni risulta scarsamente ottimizzata sia in termini di efficienza energetica sia per quanto riguarda l’utilizzo di tecnologie smart.

edifici italiani sul lago di Como


Dalla survey emerge, dunque, una scarsa conoscenza e consapevolezza. Questo è sicuramente un ostacolo per la trasformazione in chiave smart degli edifici. È necessario portare al centro del dialogo sulla transizione ecologica tra istituzioni, aziende e cittadini.

Investire sullo smart building per abilitare risparmi per il futuro

È necessario portare al centro del dialogo tra istituzioni, aziende e cittadini il concetto di transizione ecologica.

“Investire negli Smart Building significa abilitare risparmi per il futuro – ha sottolineato Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Responsabile dell’Area Scenari & intelligence di The European House – Ambrosetti – È essenziale creare consapevolezza nei cittadini rispetto ai benefici economici, ambientali e sociali attivati dalla riconversione smart delle abitazioni. Occorre promuovere e valorizzare tutte le componenti che rendono smart un edificio, dall’involucro alla connettività, dal benessere all’innovazione tecnologica”.

Solo con una visione completa e consapevole dei reali vantaggi di un edificio intelligente – e di tutti i settori che sono coinvolti – si potrà promuovere in modo efficace la loro diffusione su larga scala.

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Monica Giambersio

Giornalista professionista e videomaker. Da anni si occupa di energia e transizione ecologica
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