7 motivi per parlare (ancora) di edificio intelligente

Li troviamo nel primo rapporto strategico della Community Smart Building, che spinge sull’ampliamento del dibattito sull’edificio intelligente per la portata tecnologica, sociologica, ambientale e normativa di questa sfida nello sviluppo delle smart city
Edificio intelligente: 7 messaggi chiave per accelerare in Italia

Cos’è un edificio intelligente? Cosa manca, in Italia, per vederne la piena realizzazione? I problemi sono in primis di standardizzazione terminologica e tecnologica. Perché ci sono tante declinazioni degli smart building, tante soluzioni sul mercato (già disponibili e avanzate), ma anche molta confusione sulla definizione univoca di basi di partenza formalmente riconosciute. Dunque, sulla possibilità di avviare una riconversione “di massa” del patrimonio immobiliare italiano, che si colloca tra i più datati ed energivori a livello europeo. L’81% dei nostri building è antecedente al 1990 e il tasso di rinnovamento annuo dello 0,85% non soddisfa l’urgenza.

La sfida si fa quindi prioritaria, in vista dei target climatici e delle grandi opportunità di filiera che l’evoluzione comporta. Lo sanno bene i membri della Community Smart Building di The European House – Ambrosetti, che dedicano all’argomento un’approfondita analisi dello status attuale e delle possibili azioni da pianificare.

Sintetizziamo in seguito i 7 messaggi chiave del primo rapporto strategico della community.

Edificio intelligente cardine della Società 5.0

L’edificio intelligente è già un tema attuale. I motivi spaziano dalle tensioni geopolitiche agli obiettivi green. Il conflitto russo-ucraino richiede di accelerare la transizione energetica e il settore degli edifici è in prima linea nel percorso. Quest’ultimo è infatti responsabile del 28% dei consumi finali di energia e del 18% delle emissioni dirette di CO2 in Italia. L’Unione Europea sta anche discutendo un aumento del tasso di ristrutturazione degli edifici inefficienti, mentre siamo lontani dagli obiettivi comunitari al 2030 per emissioni di gas serra, penetrazione di rinnovabili ed efficienza energetica. Al contempo, si va affermando il paradigma della Società 5.0. Un modello incentrato sul benessere delle persone ereditato dalla pandemia, che ha riportato i riflettori sulla dimensione del “vivere bene” integrando salute psicofisica ed equilibri vita/lavoro.

Distribuzione del parco edile per anno di costruzione in Europa

In tutto questo, gli investimenti del Pnrr per la riqualificazione degli edifici pubblici e privati ammontano a 13,9 miliardi di euro (componente 3 della missione 2 “Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici”). Tali fondi sono probabilmente insufficienti a raggiungere l’obiettivo del tasso di rinnovo al 2,1%, ma rappresentano un’opportunità senza precedenti. Anche perché l’Italia ha competenze di alto livello nella filiera industriale e di servizio dell’abitare. Una filiera integrata, complessa e articolata, da supportare con nuove dimensioni.

Definizione inclusiva e olistica

Il successivo passaggio diventa dunque terminologico. In relazione agli standard da associare al concetto di edificio intelligente, si considerano oggi prevalentemente le dimensioni dell’involucro e del consumo energetico. Tralasciando componenti quali impiantistica elettrica e idrotermosanitaria, basilari nell’efficientamento degli immobili. Ecco perché la Community Smart Building ritiene importante formulare una definizione inclusiva e olistica degli elementi che compongono un edificio intelligente.

Cosa dicono gli standard attuali

Della mappatura di regolamenti e letteratura a livello italiano emergono due sostanziali categorie: elementi costitutivi e obiettivi sinergici ai quali tendere.

Elementi costitutivi dell’edificio intelligente:

  • tecnologie e processi automatizzati;
  • sistemi energetici puliti;
  • servizi e gestione integrati;
  • controllo da remoto.

Obiettivi a cui tendere:

  • miglioramento dell’abitabilità;
  • interoperabilità dei sistemi;
  • efficienza e controllo su consumi e sicurezza;
  • consapevolezza dei residenti.

L’analisi evidenzia alcune carenze. In particolare, manca l’obiettivo di favorire la dimensione circolare dell’abitare. Dunque, gli elementi necessari per raggiungerla come materiali, design e progettazione sostenibili.

Nuova definizione di edificio intelligente

A questo punto, la comunità creata da Teh – Ambrosetti avanza una proposta di definizione. “Un edificio intelligente è un hub di servizi automatizzati, real time e adattivi, integrabile con l’organismo edilizio e l’ecosistema esterno. Dotato di tecnologie connesse, interoperabili e sostenibili che permettono l’ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse idriche ed energetiche e dei costi di realizzazione e gestione. Nonché, la massimizzazione del well-being e della sicurezza degli individui”, si legge nel report.

Quanto vale la filiera estesa

In accordo con questa definizione, la ricostruzione del perimetro della filiera estesa degli smart building. Una rete del valore che coinvolge oltre 35 settori e 180 sottosettori. In particolare, accanto ai prodotti (software, automazione, controllo e misurazione) vi sono servizi di supporto, settori collegati e sottoservizi. Secondo l’analisi delle 350.000 aziende che la compongono, la filiera estesa dell’edificio intelligente conta 130 miliardi di euro di fatturato, 39 miliardi di euro di valore aggiunto e 626.000 occupati.

Edificio intelligente: quanto vale la filiera estesa italiana

La Community Building calcola il moltiplicatore economico e occupazionale a essa associato. In virtù di diversi impatti:

  • diretto: derivante dal valore dell’investimento diretto nella filiera estesa dell’edificio intelligente;
  • indiretto: attivazione delle filiere di fornitura e subfornitura (acquisti di beni e servizi) nazionali;
  • indotto: consumi generati dagli occupati della filiera estesa grazie alle retribuzioni erogate;
  • totale: giro d’affari complessivo abilitato dalle attività della filiera e dalla loro attivazione di fornitura e subfornitura (indiretto e indotto).

Ne risulta un valore pari a 2,87. Tradotto: ogni 100 euro investiti nella filiera estesa dell’edificio intelligente, se ne generano 187 nella filiera allargata. Interessante anche il moltiplicatore occupazionale. La cifra di 2,78 indica che, per ogni 100 unità di lavoro dirette nella filiera estesa, si attivano ulteriori 178 unità di lavoro in quella collegata.

I benefici ambientali

Il calcolo dell’impatto tiene conto anche dei tre pilastri della sostenibilità:

  1. ambientale,
  2. economico,
  3. sociale.

Idealmente, se tutti gli edifici fossero dotati di tecnologie efficienti, si ridurrebbero del 51-57% i consumi energetici, del 7-8% i consumi idrici e del 45-50% le emissioni di CO2. A differenza dello scenario potenziale teorico, quello di fattibilità legato al risparmio effettivo di consumi ed emissioni di CO2 proviene dalla sostituzione parziale delle tecnologie “tradizionali” con le attuali. Di conseguenza, gli analisti attribuiscono a un campione ridotto del parco residenziale italiano e a un numero ristretto di tecnologie sostituibili i risparmi associati all’adozione di tecnologie smart. Dal punto di vista ambientale, i consumi energetici si ridurrebbero del 20-24% all’anno. I consumi idrici e le emissioni di CO2 rispettivamente del 4-5% e del 19-28%

La sostenibilità economica dell’edificio intelligente

Anche qui, lo scenario di fattibilità si differenzia da quello potenziale teorico per la quota del parco residenziale soggetta alla riqualificazione. Nello specifico, se nel primo scenario la quota è del 100%, in quello di fattibilità si considerano gli edifici che effettivamente necessitano di sostituire le tecnologie correnti. Lo scenario potenziale teorico dice che, se tutti gli edifici fossero dotati di tecnologie efficienti e intelligenti, i risparmi energetici e idrici netti potenziali ammonterebbero rispettivamente a 29,1-32,1 e 5,7-6,3 miliardi di euro all’anno. Un risparmio complessivo di 35-38 miliardi di euro. Queste cifre coprono circa il 57% e 63% delle spese per consumi energetici delle famiglie italiane nel 2022.

Dallo scenario di fattibilità emerge invece che i risparmi energetici e idrici netti potenziali ammonterebbero rispettivamente a 10,8-11,9 e 1,6-1,8 miliardi di euro all’anno. Un risparmio complessivo di 12-14 miliardi di euro. Ovvero, il 20% e 22% delle spese per consumi energetici delle famiglie italiane nel 2022 (circa 230 euro pro-capite).

Il suo valore sociale

Tra i benedici sociali di questo processo: ambienti salubri, sicurezza e benessere. La desk analysis di casi studio nazionali e globali evidenzia che, se tutti gli edifici italiani fossero riqualificati, aumenterebbero nettamente il comfort e il benessere dei cittadini. Ad esempio, i sistemi HVAC svolgono un ruolo cruciale nel pieno comfort termico. Così come la ventilazione predittiva e proattiva garantisce un’elevata qualità dell’aria, monitorando anche i livelli di anidride carbonica e di altri inquinanti. Infine, l’edificio intelligente contribuisce alla dimensione “Safety & Security”. L’implementazione dei sistemi di sensoristica e Internet of Things permette di implementare controllo accessi e videosorveglianza evoluti. Inoltre, gli ascensori intelligenti riescono ad anticipare eventuali guasti.

Condizioni abilitanti secondo la Community Smart Building

Fattori abilitanti della riqualificazione smart

Infine, la Community Smart Building riassume e identifica le condizioni sistemiche per favorire la riconversione degli edifici. Primo, come visto sopra, definire gli standard associati all’edificio intelligente per affermare una definizione univoca. E dotarsi di una vista olistica e integrata del concetto di edificio intelligente. Secondo, sviluppare un modello operativo per la sostenibilità degli investimenti nel settore. Promuovendo una comunicazione ad hoc per sottolineare i benefici economici, sociali e ambientali legati alla dimensione smart degli edifici. E sensibilizzando i decisori “finali”, ovvero i cittadini. In conclusione, supportare filiere industriali ed ecosistemi dell’innovazione legati alle tecnologie e ai servizi per l’edificio intelligente.

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Maria Cecilia Chiappani

Copywriter e redattore per riviste tecniche e portali dedicati a efficienza energetica, elettronica, domotica, illuminazione, integrazione AV, climatizzazione. Specializzata nella comunicazione e nella promozione di eventi legati all'innovazione tecnologica.
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