Dove ci condurranno le comunità energetiche rinnovabili?

Le comunità energetiche rinnovabili rappresentano una opportunità unica per sfruttare al meglio le caratteristiche delle fonti green. Ecco cosa ci aspetta nei prossimi anni.
Comunità energetiche rinnovabili

I dati di ENEA, Legambiente e Politecnico di Milano mostrano come le comunità energetiche siano un elemento di base per la produzione e il consumo di energia rinnovabile a livello locale. Ma ciò non è sufficiente.

La situazione delicata e il futuro incerto sono legati al costo molto volatile dell’energia, con evidente impatto su tutti i comparti, da quello industriale a quello abitativo. Nonostante siano disponibili da tempo varie tecnologie per la generazione di energia da fonti alternative, lo scenario risente ancora fortemente della dipendenza dai sistemi tradizionali di generazione. Inoltre, vi è anche l’incognita climatica: sebbene il clima sia statoclemente all’inizio dell’autunno, per l’inverno si prevendono temperature rigide e molto caldo la prossima primavera/estate andando ad innalzare la domanda di energia.

Per produrre elettricità si è ancora molto dipendenti dalle fonti fossili: pur essendo in forte sviluppo, infatti, le rinnovabili per loro natura non sono in grado di farsi interamente carico dei consumi.

A questo scopo, è nata l’esigenza di adottare sistemi di autogenerazione che sfruttano energie rinnovabili come il vento, il sole e la geotermia.

Le comunità energetiche rinnovabili

Una comunità energetica è una associazione di utenti che condividono tutta l’energia da loro prodotta attraverso fonti rinnovabili. Lo scopo è quello di coprire il proprio fabbisogno e scambiare fra utenti l’energia disponibile, il tutto su scala locale.

Se, per le aree coperte dalle reti di distribuzione dell’energia, la comunità energetica rinnovabile può essere recepita come opzione più o meno vantaggiosa rispetto alle forniture dalle utility, nelle aree off grid è una scelta obbligata.

Impianto fotovoltaico a terra

Per le aree isolate, la possibilità di fruire di energia autoprodotta permette infatti lo sviluppo di attività utili alla comunità, nonché un deciso innalzamento del livello della qualità di vita grazie all’implementazione delle commodities. Sebbene, come detto, l’autogenerazione di energia rappresenti per le comunità off grid un passaggio obbligatorio, questa tendenza può tranquillamente essere estesa anche alle aree più sviluppate.

Generazione di energia, energy storage e la situazione in Italia

I sistemi di accumulo dell’energia (o ESS, Energy Storage System) stanno beneficiando delle più recenti tecnologie. Ad esempio, i sistemi di gestione delle batterie (BMS Battery Management System) hanno consentito di elevare l’efficienza delle celle, la loro vita utile e conseguentemente l’efficacia dell’intero impianto di generazione.

Per quanto riguarda l’Italia, sono presenti circa 1,3 milioni di impianti da fonti rinnovabili distribuiti sull’intero territorio, per una potenza totale installata pari a oltre 60 GW. È interessante comparare il quantitativo di energia prodotta dalle fonti rinnovabili che si attesta poco al di sopra del 30% (34,5% secondo Terna) rispetto alla domanda complessiva: in Italia vengono impegnati oltre 50 GW al giorno, per un totale di oltre 300 TWh.

Secondo Legambiente, a maggio di quest’anno le comunità energetiche rinnovabili operative in Italia sono in totale 35. Altre 41 sono in fase progettuale, e più di 20 sono in fase di costituzione.

Inoltre, secondo uno studio del Politecnico di Milano del 2021, si stima che entro 5 anni le comunità energetiche toccheranno quota 40mila coinvolgendo circa 1 milione di famiglie, 200 mila uffici e 10 mila piccole medie imprese.

Il rapporto ENEA mostra come più di 3.500 comuni facciano uso di sola energia rinnovabile, oltre 7.000 dispongono di almeno un impianto solare termico e 7.855 possiedono impianti solari fotovoltaici la cui potenza complessiva tocca i 22,1 GW.

tetto fotovoltaico

Passando ad altre fonti rinnovabili, sono 1.054 i comuni nei quali è presente almeno un impianto eolico (11,2 GW totali) e 1.523 dove vi è almeno un impianto idroelettrico (per complessivi 23 GW installati).

I numeri fin qui elencati sono abbastanza incoraggianti e indicano come la crescente presenza delle comunità energetiche rinnovabili rappresenti un segnale che i tempi sono cambiati e assieme a loro anche i paradigmi del consumo. È cambiata la percezione di quello che è racchiuso nella parola “energia”, che ora viene vista come un bene estremamente prezioso e non più come semplice comodità. Ora si è tutti maggiormente consapevoli che non è più soltanto una questione di “domanda e offerta”, la classica guerra dei prezzi, perché il costo dell’energia ora è estremamente fluttuante e sta mettendo in difficoltà industria e società.

Come già affermato altre volte, questa non è la soluzione finale per risolvere i problemi dell’escalation dei costi energetici, né per dismettere i sistemi di generazione tradizionali. Si può però dire con molta probabilità che attraverso i giusti investimenti, l’R&D sulle celle batteria, così come nei sistemi fotovoltaici e perché no sui generatori eolici, è possibile ottenere soluzioni dalle prestazioni superiori a quelle odierne e realizzare pacchetti collaudati che possono essere adattati con facilità anche laddove le reti elettriche sono ben presenti. Questo rappresenterà un grosso beneficio per l’incremento nella generazione energetica con un impatto che potrebbe arrivare quasi a zero.

Contributo di Luca Negri, Country Manager di GPBM Italy

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