Nell’affascinante mosaico della transizione green uno dei tasselli più importanti è indubbiamente rappresentato dall’accumulo energetico. A confermarlo ci sono anche le stime che convergono nell’indicare una crescita esponenziale del settore nei prossimi anni. Tendenza dalla quale certamente non si discosta BloombergNEF (BNEF) nel suo ultimo Energy Storage Market Outlook, uno studio nel quale vengono addirittura moltiplicate fra le 15 e le 20 volte la potenza e la capacità globale degli impianti di storage nel paragone fra la situazione attuale e quella al 2030.
Infatti, secondo la società di ricerca entro la fine del decennio nel mondo dovrebbero essere presenti impianti di storage con 411 GW di potenza complessiva. Ragionando invece in termini di capacità, nel 2030 si dovrebbe raggiungere il valore di 1.194 GWh. Fra l’altro, va segnalato che l’Energy Storage Market Outlook rivede al rialzo le precedenti stime prevedendo un ulteriore 13% di capacità entro il 2030 principalmente grazie ai recenti sviluppi politici, con il conflitto in Ucraina che ha aumentato la sensibilità sul necessario compimento della transizione energetica con il completo affrancamento dalle fonti fossili.
In tal senso, il rapporto indica fra le iniziative politiche più importanti lo US Inflation Reduction Act, “un atto legislativo fondamentale che fornisce oltre 369 miliardi di dollari di finanziamenti per tecnologie pulite”, e il piano REPowerEU messo a punto dall’Unione Europea, “che fissa obiettivi ambiziosi per ridurre la dipendenza dal gas dalla Russia”.
Come detto i valori di potenza e capacità degli impianti di storage indicati per la fine del decennio sono enormemente superiori a quelli attuali. In particolare, alla fine del 2021 risultavano in funzione impianti per un potenza cumulata di 27 GW (circa 15 volte di meno rispetto al 2030) e una capacità complessiva di 56 GWh (oltre 20 volte di meno).
“Si stima – sottolinea BNEF – che i nuovi impianti di accumulo di energia (387 GW/1.143 GWh) che verranno aggiunti a livello globale dal 2022 al 2030 saranno maggiori dell’intera capacità di generazione elettrica del Giappone nel 2020. Gli Stati Uniti e la Cina rimarranno i due mercati più grandi, rappresentando oltre la metà degli impianti di accumulo globali entro la fine del decennio. L’Europa, tuttavia, sta recuperando terreno con un significativo aumento della capacità alimentata dall’attuale crisi energetica”.
Nell’Energy Storage Market Outlook non mancano però dei risvolti meno positivi. Sebbene la tendenza all’espansione della capacità di accumulo energetica sia di fatto irreversibile, i vincoli della catena di approvvigionamento potrebbero rallentarne la progressione. Inoltre, oltre ai problemi della catena di approvvigionamento legati alla pandemia, “l’inflazione, gli elevati costi di trasporto e i prezzi delle materie prime hanno reso le celle delle batterie più costose nell’ultimo anno”.
Nel frattempo, i progetti di nuovi impianti devono affrontare lunghi tempi di attesa per il finanziamento, lo sviluppo e la messa in servizio. Ed ancora, nel 2022 le interruzioni della catena di approvvigionamento hanno comportato una riduzione delle aggiunte di storage su scala industriale. Da qui la conclusione che, sebbene molte di queste negatività possano allentarsi il prossimo anno, l’espansione di un mercato che dovrebbe aggiungere circa 20 volte più gigawattora nel 2030 rispetto al 2021 avverrà probabilmente in modo più difficoltoso.
“Il settore dell’accumulo di energia sta affrontando difficoltà crescenti – ha dichiarato Helen Kou, associata all’accumulo di energia presso BNEF e autrice principale del rapporto -. Tuttavia, nonostante i prezzi più elevati del sistema di batterie, la domanda resta sostenuta. Ci sarà oltre 1 terawattora di capacità energetica entro il 2030. I più grandi mercati energetici del mondo, come la Cina, gli Stati Uniti, l’India e l’UE, hanno tutti approvato una legislazione che incentiva le implementazioni di stoccaggio dell’energia”.