Sostenibilità del sistema energia: infrastrutture, innovazione e sviluppi

La transizione energetica richiede tecnologie innovative, fonti di energia diversificate. L’Italia sta cercando di muoversi verso un sistema energia più sostenibile ma restano dei nodi da sciogliere. Qual è il contesto attuale?
Sostenibilità del sistema energia grazie a infrastrutture, innovazione e sviluppi

Da alcuni anni a questa parte, si riscontra un crescente impegno da parte delle imprese italiane nel rendere il sistema energia nazionale sostenibile. Allo stato attuale si evidenziano ancora delle difficoltà, causate dalla scarsità di incentivi e da problematiche che interessano le tecnologie e le infrastrutture.

Di questi temi si è discusso nel corso del Business Talk “Transition to Net Zero, Innovare l’Energia”, organizzato da RCS Academy e ha visto la partecipazione di diversi player del settore energetico e dell’industria nazionale.

L’impatto della geopolitica sul sistema energia

Negli ultimi anni, il sistema energia è stato largamente influenzato da approcci ideologici e da una crescente consapevolezza derivante soprattutto dal conflitto in Ucraina.

Allo stato attuale, nel nostro Paese, ancora non esiste un sistema energetico forte e accessibile sotto il profilo economico. Appare quindi fondamentale trovare un equilibrio, lavorando su fronti di primaria rilevanza quali le tecnologie e le infrastrutture.

Risulta inoltre necessario incrementare gli incentivi, in modo tale da supportare adeguatamente l’innovazione che, per ottenere i massimi risultati, dovrebbe essere adattata in funzione delle specificità territoriali.

Il ruolo delle tecnologie per la transizione energetica

A oggi, due terzi degli imprenditori italiani sostengono che la transizione energetica rappresenti un fattore di competitività. L’obiettivo deve essere supportato da un adeguato processo innovativo.

Circa un 70% delle imprese ha già investito in tecnologie per la transizione energetica e proseguirà gli investimenti negli anni a venire. L’interesse delle aziende è focalizzato in particolar modo sugli strumenti per la decarbonizzazione e sulle fonti rinnovabili, dimensioni che coincidono con i grandi asset di politica economica messi in campo a livello europeo.

Per poter abbracciare appieno la transizione energetica, il nostro Paese deve accrescere la propria produttività. Essere più produttivi equivale infatti a una maggiore competitività nell’utilizzo delle risorse e nei processi innovativi.

Soluzioni per ridurre l’impatto di CO2: a che punto siamo?

Nel contesto odierno, l’unica energia realmente pulita è quella che non consumiamo. In base a quanto evidenziato nel Talk, per avere una visione corretta, occorre scrollarsi di dosso delle ideologie e delle definizioni che possono risultare ingannevoli.

Nel momento in cui si parla, ad esempio di, idrogeno verde, l’opinione pubblica crede che questo vettore energetico sia generato senza emissioni di CO2. In realtà, anche nei casi in cui viene prodotto con fonti rinnovabili, l’idrogeno verde presuppone un impatto ambientale variabile. La vera alternativa per ridurre l’impatto della CO2 consiste nell’implementare tutte le soluzioni adottabili per decarbonizzare.

Molecola idrogeno

Uno dei sistemi su cui focalizzare l’attenzione è la cattura della CO2 , alternativa che non risulta ancora pienamente sviluppata. Per renderla davvero competitiva, è necessario non solo ottimizzare la tecnologia di sequestro ma anche emettere CO2 concentrata, così da renderla più facilmente catturabile.

Necessità di una formazione culturale sull’energia

Il nostro Paese necessita di una formazione sull’energia finalizzata a predisporre le persone a pensare in maniera circolare. Serve un vero e proprio cambiamento culturale che ridisegni a fondo l’intera struttura produttiva nazionale. Una trasformazione così profonda parte dal vertice e si configura come passaggio fondamentale che richiede un impegno condiviso da parte di tutte le entità coinvolte nella transizione energetica.

Il capitale umano deve essere ben conscio del significato di “circolarità”, da intendersi come ricerca di modalità che hanno lo scopo di usare al meglio le risorse disponibili. Il processo di formazione eviterebbe sprechi di materiali e di ore lavorate, limitando o eliminando i conseguenti danni economici.

Uso dell’idrogeno nell’industria: la progettualità delle acciaierie

Un ambito che sta concentrando la propria attenzione nelle nuove progettualità è quello delle acciaierie. Di recente, la multinazionale RINA ha lanciato un progetto di ricerca, di sviluppo e d’innovazione per decarbonizzare il processo di produzione dell’acciaio attraverso le tecnologie legate all’idrogeno.

Il progetto si concretizzerà nella realizzazione di una “mini acciaieria” alimentata interamente a idrogeno. L’impianto, a regime, avrà la possibilità di sperimentare la produzione di acciaio fino a sette tonnellate all’ora, con una significativa riduzione di CO2. La struttura sarà inoltre dotata di un centro dedicato al testing e alla qualifica di materiali e componenti per il trasporto e lo stoccaggio di idrogeno.

Il progetto, fondato sul concetto di “open innovation”, sarà a disposizione di ogni attore della filiera, promuovendo la creazione di un modello innovativo a cui tutti gli stakeholder del settore potranno contribuire.

Il ruolo della diversificazione nella sostenibilità del sistema energia

Come messo in luce nel corso del convegno, la diversificazione occupa un ruolo determinante nella sostenibilità del sistema energia. Nell’ultimo biennio l’approccio nei confronti di questo macrotema è mutato, diventando decisamente più pragmatico e in linea con gli obiettivi della transizione.

La diversificazione è una strategia essenziale per ottenere l’indipendenza energetica. La tattica consente infatti di eliminare la dipendenza da una singola fonte di energia, favorendo un futuro più sostenibile e aiutando ad abbattere i costi di produzione, con un guadagno per l’intera economia. Alla base della diversificazione risiede un approccio focalizzato sull’innovazione, motore propulsore della transizione energetica.

Mobilità pubblica: l’esempio di Milano

ATM, Azienda di Trasporti Milanese, ha compiuto la scelta strategica di rendere nei prossimi sei o sette anni la propria flotta di autobus interamente ad alimentazione elettrica.

ATM  punta sui bus Elettrici

Il trasporto elettrico rappresenta difatti la modalità più idonea per un centro come Milano, per il tipo di servizio offerto dalla mobilità pubblica, per la conformazione della città nonché per le problematiche correlate all’inquinamento.

Come sottolineato, la specifica tecnologia da adottare per il trasporto deve essere selezionata tenendo in dovuta considerazione le caratteristiche della territorialità, in modo da ottenere i massimi risultati in termini di sostenibilità.

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Evelyn Baleani

Giornalista e Web Editor freelance. Si occupa di contenuti per i media dal 2000. Dopo aver lavorato per alcuni anni in redazioni di società di produzione televisiva e Web Agency, ha deciso di spiccare il volo con un’attività tutta sua. Le sue più grandi passioni sono l'ambiente, il Web, la scrittura e la Spagna
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