Il sistema elettrico italiano? Adeguato ma non troppo…

Il rapporto annuale di Terna indica l’evidenza di una continua espansione delle fonti rinnovabili e della capacità di trasporto per non andare incontro a criticità nella fornitura
Il sistema elettrico italiano è abbastanza smart

Sono adeguato? È una domanda che, prima o poi, interseca la vita di qualunque essere umano. Ma se potessero pensare (e non è escluso che in futuro, grazie all’Intelligenza Artificiale sarà proprio così), a porsi lo stesso quesito ci sarebbero anche i grandi apparati che sempre più governano le nazioni tecnologicamente più sviluppate. E comunque, in attesa dell’autocoscienza delle macchine e delle reti, a misurare la loro adeguatezza ci pensano gli specialisti dell’economia e della statistica, come quelli che ogni anno lavorano sul rapporto di Terna relativo, appunto, all’adeguatezza del sistema elettrico italiano.

Prima di parlare dell’edizione 2022 di questo studio è però opportuna una precisazione. Nel contesto di riferimento, spiega Terna, “l’adeguatezza consiste nell’assicurare che la capacità produttiva disponibile, comprese le importazioni e gli accumuli, sia sufficiente a soddisfare la domanda di energia richiesta in ogni ora e in ogni zona del Paese”. Aggiungendo la variabile tempo, obiettivo del rapporto è quello di verificare le condizioni di adeguatezza del sistema italiano nel medio e lungo termine.

Sistema elettrico italiano mediamente adeguato

L’evidenza più importante che emerge dallo studio di Terna è che al momento l’Italia è in grado di garantire un sistema elettrico mediamente adeguato. Questo però non significa che si possono dormire sonni tranquilli. Risulta piuttosto fondamentale, in considerazione della necessità sempre più urgente di realizzare gli obiettivi climatici, mettendo nel conto anche avvenimenti imprevisti, incrementare lo sviluppo delle fonti rinnovabili, oltre che delle reti di trasporto dell’energia.

Un ragionamento che viene tradotto anche in numeri. Infatti, per integrare il suddetto sviluppo delle fonti rinnovabili, unito a quello dei sistemi di accumulo, sarà necessario incrementare la capacità di trasporto della rete attraverso la realizzazione di uno specifico set di opere. Interventi che permetteranno di incrementare in meno di un decennio la capacità di trasporto tra le zone di mercato per circa 16,6 GW ulteriori rispetto a quanto già indicato nel rapporto Terna del 2021.

Due scenari di riferimento

In particolare, nello studio vengono presi in considerazione due scenari per quanto riguarda l’evoluzione del sistema elettrico italiano. In quello di medio termine (2027-2028), le analisi hanno evidenziato un quadro sostanzialmente stabile, fatta salva la sussistenza dei contratti già in essere e di quanto previsto dai Piani energetici statali.

Certo, perché in questo lasso temporale il sistema elettrico italiano confermi di essere adeguato senza necessitare di nuova capacità è indispensabile che non avvengano “ulteriori dismissioni, oltre a quelle già previste per gli impianti a carbone, e che non si verifichino drastiche riduzioni del contributo dell’import energetico alla frontiera Nord del Paese”.

Fase di grande trasformazione

C’è poi lo scenario di lungo termine (2030-2032) che non soltanto prevede il permanere dell’adeguatezza del sistema elettrico italiano, ma sottolinea come tale “tenuta” avverrà nonostante il pieno svolgimento di una fase di grande trasformazione nella generazione elettrica nell’ambito della transizione energetica green.

Evoluzione della capacità di energia rinnovabili

Nel dettaglio, il rapporto Terna spiega che grazie al contributo derivante dallo sviluppo pianificato delle fonti rinnovabili, nonché dei sistemi di accumulo e delle infrastrutture di rete, il sistema elettrico italiano potrà rinunciare ad una parte importante della sua capacità termoelettrica, che poi è quella ottenuta prevalentemente con il ricorso alle fonti fossili.

Fabbisogno elettrico al 2030

A supporto di queste previsioni non mancano i dati. Per quanto attiene il fabbisogno elettrico italiano, nella stima relativa alla situazione nel 2030 si attesta a poco più di 366 TWh, con una crescita di quasi 50 TWh rispetto all’ultima rilevazione reale disponibile, quella riguardante il 2021 con i suoi 320 TWh di fabbisogno.

evoluzione fabbisogno elettrico al 2030

Ed a conferma delle dinamiche esposte in precedenza, il rapporto prevede che alla fine del decennio in corso il fabbisogno elettrico sarà soddisfatto anche grazie all’accresciuta capacità installata di fonti rinnovabili. Da esse, infatti, nel 2030 arriverà un contributo di quasi 102 GW così suddivisi: circa 75 GW ottenuti da impianti solari e 27 GW prodotti da impianti eolici, con un incremento di ben 68 GW rispetto ai 34 GW installati al 2021.

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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