Se una qualsiasi analisi commerciale evidenzia che i numeri della prima metà dell’anno corrente sono già superiori a quelli dell’intero anno precedente, non si può che parlare di un risultato eccezionale. Ed è esattamente quanto accaduto in Italia per i sistemi di accumulo, come illustrato nel report “Osservatorio Sistemi di Accumulo”, l’indagine periodica che viene compiuta da ANIE Federazione sul trend delle installazioni di energy storage registrate dal sistema Gaudì di Terna.
Un avvio d’anno eccezionale che però rischia concretamente di ridimensionarsi nella seconda parte del 2023, soprattutto a causa del progressivo esaurirsi degli effetti del Superbonus. “Sebbene la variazione tendenziale del primo semestre 2023 – si legge nel report – segni un +100% rispetto al numero di installazioni 2022, quella congiunturale tra il primo ed il secondo semestre 2023 mostra un mercato in rallentamento del -19%”.
Un rallentamento, quello nel secondo trimestre di quest’anno rispetto al primo, la cui spiegazione viene appunto legata alle contrastate vicende del Superbonus. In particolare, ad avere effetti negativi sul mercato “è il blocco della cessione del credito che non soltanto ha messo in crisi gli interventi con aliquota detraibile del 110%, ma anche quelli con aliquota del 50%”. Non solo, il rallentamento delle installazioni dovrebbe proseguire anche negli ultimi trimestri del 2023.
Ma vediamo nel dettaglio i principali numeri contenuti nell’Osservatorio, a cominciare da quelli che misurano in termini assoluti la diffusione dei sistemi di accumulo nel nostro Paese. Al 30 giugno 2023 risultavano installati in Italia 386.039 sistemi di accumulo (SdA), per una potenza complessiva di 3.045 MW e una capacità massima di 4.893 MWh (Megawatt ora).
Per quanto riguarda la tecnologia più utilizzata per i sistemi di accumulo non c’è partita, nel senso che quella a base di litio contraddistingue addirittura il 99% del totale. Un altro dato schiacciante è il 92% dei SdA con taglia inferiore ai 20 kWh. Andando invece a vedere la composizione di questo segmento, si registra la prevalenza dei sistemi di capacità compresa tra 5 e 10 kWh (33%) e di quelli con capacità compresa tra 10 kWh e 15 kWh (37%).
La principale configurazione utilizzata per i SdA è quella “lato produzione in corrente continua”, che ricopre l’89% del totale, mentre quella “lato produzione in corrente alternata” e quella “lato post produzione” ricoprono rispettivamente il 4% ed il 7%. Ed ancora, il 99,9% dei sistemi di accumulo risulta abbinato ad un impianto fotovoltaico, di cui il 99,5% di taglia residenziale.
Guardando invece alla ripartizione territoriale, la regione con il maggior numero di sistemi di accumulo installati è la Lombardia (75.719 SdA per una potenza di 583 MW e una capacità di 930 MWh), seguita dal Veneto (53.654 SdA per 414 MW e 722 MWh) e dall’Emilia-Romagna (38.690 SdA per 307 MW e 470 MWh).
Passando alla comparazione dei dati del 2022 e del 2023 emerge, come detto, la forte accelerazione che si è avuta nel primo semestre dell’anno corrente, periodo nel quale le installazioni di SdA si sono attestate a 154.945 unità per una potenza di 1.468 MW e una capacità di 2.058 MWh. Si tratta di un dato più che doppio rispetto alle 152.075 unità del 2022 (1.121 MW di potenza e 2.032 MWh).
In realtà, andando a vedere lo storico delle installazioni in Italia, ci si rende conto che il mercato dei SdA ha preso consistenza solo a partire dall’anno scorso. Basti pensare che fino a tutto il 2021 i sistemi installati erano poco più di 80mila. Tornando al raffronto anno su anno, si è passati da una media nel 2022 di 13.000 unità/mese ad una media nel primo semestre 2023 di 26.000 unità/mese (+100%).
Analizzando la tipologia di configurazione, la prima parte del 2023 conferma lo spostamento delle nuove installazioni verso quelle “lato produzione in corrente continua” rispetto ai periodi precedenti. Si è infatti arrivati al 94% delle installazioni effettuate in questo modo, mentre le configurazioni “lato produzione in corrente alternata” e “lato post produzione” arrivano entrambe soltanto al 3% del totale.
Tenendo conto dell’enorme progresso numerico registrato nel primo semestre, non stupisce che tutte le regioni italiane hanno consolidato un segno positivo rispetto al periodo gennaio-giugno del 2022 relativamente al numero di installazioni, alla potenza e alla capacità installate.
Emergono però dei segnali di rallentamento che possono anche essere ritenuti preoccupanti, specie “accoppiandoli” con la citata dinamica del Superbonus. Nel dettaglio, rispetto al primo trimestre dell’anno il periodo aprile-giugno ha evidenziato una flessione del -19% del numero di installazioni, del -15% della potenza e del -20% della capacità. E guardando al trend congiunturale, il secondo trimestre 2023 registra il primo rallentamento dopo ben 9 trimestri consecutivi di crescita.
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