Colpo del governo al Superbonus: stop a cessione del credito e sconto in fattura

La decisione assunta nell’ultimo Consiglio dei ministri, il recupero al 90% delle spese sarà possibile solo con la detrazione fiscale. Il decreto legge sancisce lo stop di tutte le cessioni del credito. Per il ministro Giorgetti “i conti erano fuori controllo” ma il settore dell’edilizia protesta
Colpo del governo con decreto legge al Superbonus: stop a cessione del credito e sconto in fattura

E adesso? Una domanda che si sono fatti in molti, ieri sera, non appena è arrivata la conferma di quanto avvenuto nell’ultimo Consiglio dei ministri con la decisione, in estrema e dolorosa sintesi, di dare un colpo secco, forse mortale, al meccanismo del Superbonus limitando alla sola detrazione fiscale il recupero al 90% delle spese effettuate per i lavori.

A porsi la domanda, oltre ai cittadini che in questi mesi stavano valutando se avviare i lavori ricorrendo all’agevolazione, sono i tanti soggetti del mondo dell’edilizia – imprese, professionisti e dipendenti – per i quali la scomparsa degli altri due meccanismi per il recupero delle spese, ovvero la cessione del credito e lo sconto in fattura, mette addirittura in dubbio la possibilità di proseguire la loro attività. Ma andiamo con ordine…

Decreto legge: l’intervento deciso dal governo

Il decreto legge approvato a Palazzo Chigi, il numero 11 del 16 febbraio 2023, prevede lo stop di tutte le cessioni del credito maturate con l’applicazione dei bonus fiscali oltre che dello sconto in fattura. Quindi ad essere colpito non è soltanto il Superbonus, sebbene quest’ultimo rappresenti di gran lunga l’incentivo con la ricaduta economica più rilevante. Non c’è però un meccanismo di retroattività, nel senso che sono espressamente esclusi dall’applicazione della norma gli interventi edilizi già avviati.

E ad accentuare la volontà di “sterilizzare” del tutto il Superbonus, il decreto legge contiene anche il divieto di acquisto dei crediti fiscali legati a lavori di ristrutturazione da parte degli enti pubblici, ovvero Comuni, Province, Regioni e tutti gli altri enti appartenenti alla Pubblica Amministrazione. C’è poi una sorta di precisazione legata alla responsabilità dei fornitori che hanno applicato lo sconto in fattura e a quella dei cessionari dei crediti. Responsabilità che viene esclusa espressamente a condizione che questi soggetti abbiano regolarmente acquisito tutta la documentazione richiesta per l’inoltro delle pratiche.

Le parole del ministro Giorgetti

Nella conferenza stampa andata in scena dopo la riunione dell’esecutivo, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha spiegato che l’intervento del governo ha una finalità doppia, mettere in sicurezza i conti pubblici, “i crediti sono ormai arrivati a 110 miliardi di euro”, e cercare di risolvere il problema dell’enorme massa di crediti fiscali incagliati.

Durissimo il passaggio nel quale il ministro, appartenente alla Lega, ha rimarcato che si tratta di “una misura d’impatto per bloccare gli effetti di una politica scellerata usata anche in campagna elettorale e che ha prodotto beneficio per alcuni cittadini ma posto alla fine in carico a ciascun italiano 2mila euro a testa”. Certo, sarebbe opportuno capire se la campagna elettorale a cui riferisce è la stessa per la quale la Lega ha scritto nel suo programma: “Semplificazioni per la cessione del credito, possibile anche per i piccoli importi, nel trasferimento dalle banche ai clienti”.

Reazioni delle banche e dell’Ance

E proprio dalle banche è arrivato un primo commento al decreto legge sul Superbonus utile anche ad intuire le dinamiche che hanno favorito l’adozione del provvedimento. Il testo, afferma l’Abi, “fornisce un chiarimento e un utile contributo per la maggiore certezza giuridica delle cessioni dei crediti e contribuisce a riattivare le compravendite di tali crediti di imposta”.

Di tono ben diverso le prime reazioni che arrivano dal mondo dell’edilizia. Per tutte, le parole della presidente dell’Ance, Federica Brancaccio: “Se il governo blocca l’acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici, che si stanno facendo carico di risolvere un’emergenza sociale ed economica sottovalutata dalle amministrazioni centrali, senza aver individuato ancora una soluzione strutturale, migliaia di imprese rimarranno definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno del tutto con gravi conseguenze per la famiglie”.

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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