Per il Superbonus è pronto il taglio dell’aliquota, dal 110 al 90%

L’intervento per limitare i costi dell’agevolazione (Superbonus 90%) sarà inserito insieme ad altre modifiche nella prossima legge di Bilancio con validità dal 1° gennaio 2023
Superbonus 90 dal 2023

I governi passano ma il Superbonus è sempre lì, in cima all’agenda di Palazzo Chigi, non importa quale sia il premier che la sfoglia. Per l’esattezza, da quando la maxi agevolazione fiscale con recupero al 110% è stata introdotta, era il maggio del 2020, di esecutivi se ne sono succeduti tre, a guida Conte, Draghi ed ora Meloni. Senonché, piuttosto che trasformarsi in una misura di “routine”, uno dei vari bonus a disposizione dei cittadini, il Superbonus ha continuato a fare notizia e ad alimentare polemiche, tanto che fra i primissimi atti del nuovo governo, come vedremo, ci sarà un ulteriore intervento in materia dettato soprattutto dall’esigenza di limitare i costi.

Le ragioni dell’ennesima modifica legislativa al Superbonus (dovremmo essere arrivati a quota 17) sono varie, ma a ben vedere ci sono un paio di numeri che sintetizzano con efficacia la situazione. All’insediamento del governo Draghi, nel febbraio del 2021, gli oneri a carico dello Stato, ovvero le detrazioni fiscali maturate dai contribuenti per i lavori fino a quel momento autorizzati, non avevano ancora raggiunto i 5 miliardi di euro. Ebbene, a un anno e mezzo di distanza, come certificato dai dati ENEA al 30 settembre, si è arrivati a quota 56 miliardi!

Impatto sui conti pubblici

Dunque il nuovo premier (o la premier, decidete voi) non può tergiversare in materia di Superbonus, anche perché deve quotidianamente registrare l’allarme dei tecnici del ministero dell’Economia, preoccupati che l’agevolazione mandi fuori controllo i già problematici conti pubblici italiani, e poco importa che proprio il Superbonus si è rivelato decisivo per garantire la tenuta della filiera delle costruzioni a fronte delle crescenti difficoltà di altri settori. Ecco quindi profilarsi i nuovi “correttivi” già nella legge di Bilancio che dovrà essere varata prima del nuovo anno.

Al riguardo non c’è ancora l’ufficialità delle nuove norme, ma ormai sul loro contenuto ci sono delle previsioni abbastanza unanimi, ricavate da indicazioni filtrate da ambienti governativi e dei partiti politici. L’intervento più significativo riguarderà il taglio, a partire dal 1 gennaio 2023, dell’aliquota di recupero, che passerà dal 110 al 90%, con i conseguenti risparmi per le casse dello Stato.

Ricordiamo che l’attuale normativa prevede invece il permanere del 110% a beneficio dei condomini per tutto il 2023, con aliquota a scendere nel biennio seguente, rispettivamente al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025. Ed andrà quindi verificato se nel testo della legge di Bilancio permarrà questa riduzione progressiva però, come detto, partendo dal 90%.

Il “recupero” delle villette con il superbonus 90%

Dall’inizio del prossimo anno, poi, sarebbero uscite dal perimetro dell’agevolazione le unità immobiliari indipendenti (villette), che invece verranno con tutta probabilità ricomprese seppure con delle importanti limitazioni. Infatti, i proprietari delle abitazioni unifamiliari potranno beneficiare del Superbonus 90% soltanto se si tratta della loro prima casa e non oltrepassano un limite di reddito (15mila euro?), anche se questa soglia dovrebbe crescere proporzionalmente al numero di componenti del nucleo familiare.

Ma la parte più spinosa della nuova normativa sul Superbonus sarà quella destinata a regolamentare il regime transitorio, ovvero stabilire con chiarezza chi avrà ancora diritto ad utilizzare l’aliquota del 110%.

Basterà aver depositato nel 2022 la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILAS) o bisognerà dimostrare l’avvio dell’intervento esibendo il relativo stato di avanzamento dei lavori (SAL)? Si tratta di una questione delicatissima perché nella parte finale di quest’anno si accumuleranno ulteriori miliardi di lavori ammessi alla detrazione Superbonus. Ed è facile prevedere che il loro eventuale declassamento al 90% innescherebbe una valanga di cause, con buona pace di coloro che confidano in una “normalizzazione” dell’agevolazione nei prossimi anni

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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