Superbonus, bocciati gli emendamenti per la proroga delle scadenze

La Commissione Ambiente e Industria del Senato dice no al posticipo della riduzione al 70% del recupero fiscale. Resta il termine del 1 gennaio 2024 con il rischio di un salasso per i condomini in ritardo nell’esecuzione dei lavori
Stop deroga Superbonus

Una batosta. Di quelle che possono persino “stendere” i proprietari meno facoltosi che vivono in un condominio e hanno approvato il ricorso al Superbonus. Infatti, dalla confortevole idea di non spendere nulla (o quasi) per effettuare i lavori, si passa al concreto rischio di dover mettere mano in modo cospicuo al portafoglio per saldare le opere che non saranno concluse entro la fine, ormai vicina, di questo 2023.

Ma che cosa è successo? Che semplicemente, e pericolosamente, stanno sfumando tutte le ipotesi di proroga legate al Superbonus, peraltro un esito largamente preventivato considerate le bordate ormai quotidiane rivolte alla maxi agevolazione fiscale da parte di molti partiti politici e soprattutto del governo. Citiamo, ad esempio, la nota diramata al termine dell’ultimo Consiglio dei ministri: “I bonus edilizi avranno un impatto negativo sui conti pubblici e, in assenza di questi, il debito sarebbe sceso di un punto percentuale all’anno”.

Da chi arriva il NO al Superbonus?

Dunque, l’ostracismo montante della politica nei confronti del Superbonus si sta esplicitando nei lavori parlamentari. In particolare, è notizia di queste ore la bocciatura, in sede della Commissione Ambiente e Industria del Senato, degli emendamenti al disegno di legge per la conversione del Decreto Asset e Investimenti, appunto rivolti ad allungare le scadenze del Superbonus per i condomini. Emendamenti, dettaglio non trascurabile, che erano stati presentati non solo da esponenti delle forze di minoranza ma anche da alcuni rappresentanti della maggioranza.

Va ricordato che le regole attuali prevedono il 110% di recupero delle spese effettuate in regime di Superbonus fino al 2022, del 90% di quelle relative a quest’anno e del 70% per il 2024. Ciò premesso, l’emendamento della maggioranza prevedeva di posticipare al 1 luglio 2024 il taglio fino al 70% relativo ai lavori condominiali per impedire che i frequenti ritardi nell’esecuzione delle opere potessero tradursi in un salasso economico. Ancor più generosa la proroga, per tutto il 2024, richiesta dalla minoranza.

A commentare l’accaduto in Commissione c’è una nota di alcuni suoi membri, i senatori Fina, Basso e Irto del PD: “Governo e maggioranza hanno bocciato tutti gli emendamenti in materia di Superbonus. A nulla sono serviti gli appelli forti non solo di migliaia di cittadini e lavoratori preoccupati, ma anche di rappresentanti di categorie economiche come l’ANCE”.

Una reazione a cui ne stanno facendo seguito altre, tutte accomunate dalla preoccupazione per il contraccolpo economico sui cittadini coinvolti. Riportiamo quella della Confederazione Nazionale dell’Artigianato, secondo cui “avrà conseguenze pesantissime su imprese e famiglie la mancata proroga del Superbonus 110% per i condomini che hanno avviato i lavori”.

CNA sottolinea come per migliaia di condomini “l’effetto sarà che dal prossimo primo gennaio vedranno scendere il beneficio dal 110% al 70%, rendendo di fatto impraticabile terminare i lavori. Dall’osservatorio della CNA sono circa 20mila i cantieri che non potranno concludere gli interventi di riqualificazione con danni ingenti per le famiglie e per le imprese che sono ancora in attesa di risposte sull’emergenza dei crediti incagliati”.

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Leonardo Barbini

Copywriter ed editorialista di Elettricomagazine.it, appassionato di tecnologia. Da anni segue le tematiche della mobilità elettrica, della transizione energetica e della sostenibilità
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