Nella molteplicità di rilevazioni che analizzano la transizione energetica nell’Unione Europea una delle più significative è quella che misura l’incidenza dell’energia prodotta da fonti rinnovabili sui consumi elettrici complessivi nel continente. Ed è proprio questo dato, relativo all’andamento nel 2021, che è stato fornito di recente da Eurostat.
Innanzitutto, l’Istituto europeo di Statistica sottolinea la particolarità di questa rilevazione annuale in quanto il suo principale termine di paragone, ovvero il 2020, è un periodo nel quale tutti i principali indicatori economici e sociali sono stati in qualche modo falsati dal durissimo impatto provocato dall’insorgere della pandemia.
Il “rimbalzo” nell’anno successivo si è naturalmente fatto sentire anche nella produzione e nel consumo di energia. Quindi, va letto anche in questa luce il forte incremento rispetto al 2020, di quasi il 5%, fatto registrare nel 2021 dalla produzione di elettricità da fonti energetiche rinnovabili. Assai minore, invece, l’incremento percentuale della quota energetica da rinnovabili sui consumi elettrici complessivi, e la spiegazione è sempre legata al COVID-19.
Il report di Eurostat evidenzia come nel 2021 “anche il consumo lordo di elettricità è aumentato principalmente a causa della ripresa economica dopo la revoca delle restrizioni COVID-19”. Di conseguenza, la quota di fonti energetiche rinnovabili nel consumo lordo di elettricità nell’Unione europea è aumentata soltanto di 0,1 punti percentuali, passando dal 37,4% del 2020 al 37,5% dell’anno successivo.
A questo punto sarà interessante vedere che cosa accadrà nel 2022, altro anno particolarissimo per via della guerra in Ucraina e della crisi energetica. Logica vorrebbe che, a causa del forzato minor utilizzo europeo di combustibili fossili come il gas e il petrolio, la quota di fonti energetiche rinnovabili nel consumo lordo di elettricità dovrebbe segnare un incremento più elevato nel paragone con il 2021.
L’indagine di Eurostat va a guardare anche all’evoluzione delle varie fonti rinnovabili, misurandone l’incidenza percentuale sulla “torta” complessiva della produzione energetica green. A mantenere la leadership ci sono sempre l’eolico e l’idroelettrico che rappresentano oltre i due terzi dell’energia totale prodotta da fonti rinnovabili, rispettivamente con quote del 37% e del 32%.
Per quanto riguarda il restante terzo dell’elettricità ottenuta da fonti rinnovabili, proviene dall’energia solare (15%), dai biocarburanti solidi (7%) e da altre fonti rinnovabili (8%). Va inoltre sottolineato che l’energia solare è la fonte in più rapida crescita, basti pensare che nel 2008 rappresentava soltanto l’1% dell’elettricità consumata nell’Unione Europea.
Un’altra parte significativa del report è quella che mostra l’andamento delle fonti rinnovabili e dei consumi elettrici nei singoli Paesi europei. Il risultato migliore è stato ottenuto in Austria e Svezia dove nel 2021 più di tre quarti del consumo lordo di elettricità – 76,2%, in Austria basato principalmente sull’idroelettrico, 75,7% in Svezia con ricorso soprattutto a idroelettrico ed eolico – è stato alimentato con fonti rinnovabili.
A seguire troviamo Danimarca (62,6%, principalmente energia eolica), Portogallo (58,4%, energia eolica e idroelettrica) e Croazia (53,5%, principalmente energia idroelettrica). All’estremo opposto della scala, le quote più basse di elettricità da fonti rinnovabili sono state segnalate a Malta (9,7%), in Ungheria (13,7%), Lussemburgo (14,2%), Cechia (14,5%) e Cipro (14,8%). Quanto all’Italia, con la sua quota di quasi il 37% è sostanzialmente in linea con la media dell’Unione Europea.