Transizione energetica: ecco il piano della Lombardia per la riduzione delle emissioni

La Regione ha aggiornato il suo PREAC - Programma Regionale Energia Ambiente Clima per tenere conto non solo del Green Deal europeo, ma anche di Fit for 55 e RePowerEU. Vediamo cosa prevede da qui al 2030
Riduzione dei consumi, sviluppo delle rinnovabili, installazione delle pompe di calore, idrogeno verde: le misure contenute nel PREAC della Lombardia

È stato battezzato PREAC (Programma Regionale Energia Ambiente Clima) ed è il piano della Lombardia pensato per il raggiungimento degli obiettivi 2030 fissati a livello europeo prima dal Green Deal (2020), poi dal piano Fit for 55 (2021) e infine dal RePowerEU (2022). La prima deliberazione con gli indirizzi risale al novembre 2020, ed è per questo che si è resa necessaria una revisione di obiettivi e strumenti per raggiungerli.

Così, nelle scorse settimane è stato presentato il documento aggiornato, che prevede un elenco di indirizzi e misure adeguati alla situazione attuale.
La nuova programmazione energetica viene definita “flessibile e strettamente aderente alla realtà in continuo e rapido cambiamento” e si sviluppa su quattro direttrici fondamentali:

  • riduzione dei consumi mediante incremento dell’efficienza nei settori d’uso finali,
  • sviluppo delle fonti rinnovabili locali e promozione dell’autoconsumo,
  • crescita del sistema produttivo, sviluppo e finanziamento della ricerca e dell’innovazione al servizio della decarbonizzazione e della green economy,
  • risposta adattativa e resiliente del sistema lombardo ai cambiamenti climatici.

“Si è combattuto molto sul fronte dei trasporti, che valgono però solo il 29% delle emissioni climalteranti e poco più di un quarto dei consumi, – ha detto Raffaele Cattaneo, assessore regionale all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia. – Dobbiamo quindi concentrare gli sforzi sulle emissioni legate al riscaldamento civile, perché è questa la partita decisiva. L’impegnativo percorso verso la decarbonizzazione va fatto in modo condiviso: questo è un cambiamento talmente pervasivo che senza un coinvolgimento delle imprese e delle famiglie non sarà possibile. Non è con multe, divieti e obblighi che si raggiungono gli obiettivi, ma con una maggiore diffusione di consapevolezza e con soluzioni che vengono costruite insieme. La Lombardia ha scelto un modello di sviluppo sostenibile”.

Obiettivo 43,5 milioni di tonnellate

Per il 2030, la Regione ha quindi deciso di fissare degli obiettivi escludendo l’industria soggetta all’ETS (Emission Trading System), dato che chi rientra in questa tipologia persegue già obiettivi di riduzione delle emissioni. Nel complesso, la Regione ha definito una riduzione a 43,5 milioni di tonnellate di gas climalteranti emesse (equivalente a un -43.8% rispetto al 2005). Questo valore è stato fissato analizzandone la sostenibilità economica: già pensando a una riduzione a 43 milioni i costi comincerebbero a salire esponenzialmente.

“Per raggiungere gli obiettivi di riduzione del 55 per cento delle emissioni climalteranti entro il 2030 dobbiamo fare due cose: ridurre i consumi energetici del 35 per cento e raddoppiare la produzione di energia da fonti rinnovabili,- ha spiegato Cattaneo. – La prima si fa con una massiccia operazione di efficientamento energetico. In Lombardia i consumi energetici sono stabili sostanzialmente da vent’anni e per rendere realtà questo obiettivo così ambizioso, il primo alleato sarà l’impennata dei costi. Sul fronte delle rinnovabili, in Lombardia la più importante è l’idroelettrico, che ovviamente non può essere raddoppiata, e la seconda sono le biomasse. Nella nostra Regione non abbiamo vento, quindi non possiamo puntare sull’eolico. Quello che resta, su cui stiamo puntando con grande decisione sono le pompe di calore, la geotermia e soprattutto il fotovoltaico”.

fotovoltaico

PREAC: dal fotovoltaico alle pompe di calore

Per quantificare le due strade che secondo l’assessore vanno percorse, il PREAC parla di una riduzione del 35,2% degli usi finali di energia e di una produzione da fonti rinnovabili pari al 35,8% degli usi finali. La Regione prevede di dover installare 8 GW di nuova energia proveniente da impianti fotovoltaici.

“Per farlo ci vogliono però circa 15.000 ettari di territorio, ovvero dieci ettari a comune, e un ettaro corrisponde circa a un campo da calcio, – ha detto Cattaneo. – Questo dà l’idea della sfida che abbiamo di fronte, anche se si possono sfruttare le coperture, che secondo noi costituiranno il 50% del nuovo installato. Per raggiungere questo valore, dovremo usare il 10% dei tetti esistenti. Per le pompe di calore abbiamo un obiettivo di penetrazione, nel campo dell’industria civile, del 22% per quelle elettriche e del 5% per quelle a gas”.

Per capire come e dove questi obiettivi possono essere raggiunti, Regione Lombardia ha analizzato in dettaglio il suo territorio, dividendolo in 17 aree omogenee. Ciascuna area è caratterizzata da fabbisogni specifici, da un parco impiantistico e tecnologico attuale e da una determinata disponibilità di risorse. Il modello individua, di conseguenza, una distribuzione ottimale degli investimenti.

Il contributo del settore civile nel Programma Regionale Energia Ambiente Clima

Per quanto riguarda la riduzione dei consumi, tra i settori di competenza regionale è dal civile che ci si attende il maggiore contributo (in valore assoluto), arrivando a risparmiare circa il 35%.

L’industria non ETS darà un contributo significativo a fronte di un forte ricorso a interventi di efficientamento che renderanno il settore più competitivo e resiliente alle crisi energetiche. Rispetto al 2019 la riduzione dei consumi energetici scende al 28%, in quanto una parte di efficientamento è già in atto da alcuni anni.

PREAC al 2030 nei diversi settori

Sul fronte delle energie rinnovabili, la Regione stima che si possa arrivare a sfiorare i 6 milioni di tep (Mtep) di energia prodotta, con un incremento pari a circa il 70% rispetto al 2019. Questo corrisponde a un 36% di copertura dei consumi energetici al 2030. Pur prevedendo un grande incremento del fotovoltaico, la fonte rinnovabile più diffusa sarà quella legata ai sistemi basati su pompe di calore.

L’idroelettrico dovrebbe scendere a una quota 16,3%, simile a quella del fotovoltaico, che si attesterebbe al 16,4%. Il biometano, sommato al biogas, arriverà al 13% della produzione rinnovabile lombarda, con le biomasse solide che tutte insieme rappresenteranno un contributo di circa il 20%, considerando anche la componente che servirà le reti di teleriscaldamento.

Andamento produzione rinnovabili Lombardia - PREAC
Trend produzione energia rinnovabile e obiettivi PREAC

17 Misure per raggiungere gli obiettivi transizione energetica

Per tradurre in realtà questi obiettivi, il PREAC si compone di 17 Misure specifiche riunite in un disegno logico funzionale fondato sulla attivazione di alcune leve strategiche:

  • semplificazione e regolazione,
  • incentivazione,
  • pianificazione territoriale,
  • partecipazione e networking.

La semplificazione e l’eliminazione degli ostacoli burocratici alla diffusione delle tecnologie e delle soluzioni per la diversificazione dell’approvvigionamento energetico è particolarmente importante, ma anche l’incentivazione ha un ruolo fondamentale.

Da questo punto di vista, una parte consistente di risorse è costituita dai 642 milioni di euro previsti nell’Asse 2 (“Un’Europa più verde, a basse emissioni di carbonio e in transizione verso la decarbonizzazione e la resilienza”) del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. Altri fondi possono derivare da finanziamenti statali e regionali (PNRR, Conto termico, Certificati bianchi, SuperEcoBonus e così via), ma anche da un apporto economico da parte del più ampio settore degli interessi privati, dalla grande impresa al singolo cittadino.

Le 17 misure per  transizione energetica contenute nel PREAC
Le 17 misure per transizione energetica contenute nel Programma Regionale Energia Ambiente Clima

PREAC oltre il 2030

Pianificazione territoriale e partecipazione e networking trovano il loro ruolo in particolare nella spinta verso l’economia circolare – da un lato valorizzando la filiera economica che si occupa del ciclo dei rifiuti e dall’altro favorendo la chiusura del ciclo della materia e dell’energia – nell’inserimento di norme e riferimenti alla rigenerazione energetica negli ambiti urbani e agroforestali e nella capacità di generare sinergie positive tra diversi attori che interagiscono all’interno del sistema energetico regionale.

Il PREAC si sofferma infine su quanto potrà accadere dopo il 2030, quando la sfida alla decarbonizzazione si farà ancora più impegnativa. La chiave passerà, secondo la Regione, dall’idrogeno verde, soprattutto rispetto all’industria caratterizzata da emissioni “hard to abate” e i trasporti pesanti. Qui si stanno già mettendo a punto progetti pilota come la realizzazione di hydrogen valley con punti di produzione di idrogeno vicini a dove questo verrò utilizzato. Un esempio il cui progetto è stato già finanziato è “H2Iseo”, destinato alla conversione a idrogeno della linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo, attualmente non elettrificata per motivi orografici.

Vuoi rimanere aggiornato sui contenuti di ElettricoMagazine?
Iscriviti alla nostra newsletter!

Mailchimp subscribe

Paolo Galvani

Nato nel 1964, è giornalista professionista dal 1990 e si occupa di tecnologia dalla fine degli Anni ’80, prima come giornalista poi anche come traduttore specializzato. A luglio 2019 ha lanciato il blog seimetri.it, dedicato alla vita in camper, e collabora con diverse testate giornalistiche specializzate nel settore del turismo all’aria aperta.
menu linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram