Politiche per la decarbonizzazione, tra urgenza e realtà

L’Italia non è all’avanguardia nelle politiche per la decarbonizzazione: lo dimostrano i dati della Zero Carbon Policy Agenda 2022, che offre anche una rinnovata visione “olistica” in grado di innescare importanti passi avanti
Politiche per la decarbonizzazione: proposte per colmare il gap

110 MtCO2: è il taglio alle emissioni che manca all’Italia per raggiungere gli obiettivi al 2030 delle proprie politiche per la decarbonizzazione. Ci siamo lasciati così, con questo corposo divario da colmare, al termine del primo articolo dedicato alla Zero Carbon Policy Agenda 2022 dell’Energy & Strategy Group. Ora sempre seguendo un approccio basato sui dati, che caratterizza i report del Politecnico di Milano, passiamo all’analisi delle attuali policy europee e italiane. E alle possibili azioni istituzionali per accelerare la transizione ecologica.

Politiche per la decarbonizzazione: tutti i no dell’Italia

Cosa è stato discusso e votato negli ultimi mesi? In generale, il nostro Paese si è rivelato poco incline alle misure proposte in sede comunitaria. Ecco, in sintesi, lo status dell’evoluzione normativa:

  • standard di emissione di CO2 per auto e furgoni: proposta passata di stretta misura (con il 58% dei favorevoli); l’Italia si è espressa a sfavore dell’approvazione insieme a diversi Paesi come Polonia, Repubblica Ceca e Germania;
  • regolazione del carbonio alle frontiere (CBAM): la proposta è passata con 450 voti favorevoli, ma l’Italia si è espressa a sfavore, così come Repubblica Ceca e Ungheria;
  • revisione del sistema di scambio di quote di emissione (ETS): approvata con il 74 di sì lo scorso 22 giugno (dopo l’iniziale bocciatura); l’Italia si è espressa a sfavore, ancora una volta con Repubblica Ceca e Ungheria;
  • attività incluse nella tassonomia sulla sostenibilità ambientale: la risoluzione che spingeva per eliminare gas e nucleare dalla tassonomia sulla sostenibilità ambientale è stata bocciata con il 54% dei voti e il no dell’Italia, in linea con Francia, Olanda e Paesi del blocco orientale;

In sostanza, la posizione italiana è sfavorevole a tutte le proposte analizzate: in tre casi su quattro è proprio contrapposta a quella europea.

Gap emissivo e normativo

Guardando alla normativa vigente, secondo gli analisti siamo lontani dall’efficacia sia al 2030 sia al 2050 per tutti i 6 pilastri della Zero Carbon Policy Agenda 2022: rinnovabili, infrastruttura di rete, efficienza energetica, mobilità sostenibile, comunità energetiche, economia circolare. Come colmare i gap? Si potrebbe agire in primis sul pilastro dell’efficienza energetica, che presenta il salto di maggior entità (55 MtCO2). Per passare subito alla mobilità sostenibile (38 MtCO2) e alle rinnovabili (23 MtCO2).

Politiche per la decarbonizzazione: le normative non bastano

“Il quadro normativo, comunque, non si sofferma su tematiche che potrebbero dare slancio alle politiche per la decarbonizzazione, come energy communities e carbon offsetting – spiega Davide Chiaroni, co-fondatore dell’E&S Group -. E, soprattutto, sulle challenge più trasversali. Manca infatti una visione olistica dei pilastri, che permetta di identificare e risolvere le potenziali sfide. In ultimo, il limitato coinvolgimento della società non abilita una scelta consapevole da parte del consumatore nel momento dell’acquisto di prodotti e servizi”.

La soluzione? 3 mosse per la Zero Carbon Policy Agenda

La pars construens della Zero Carbon Policy Agenda parte da qui. Da 3 macro aree che nascondono innumerevoli, ma sistematiche, sfide.

Proposte trasversali

Definire una roadmap per la decarbonizzazione con orizzonte temporale di lungo periodo e obiettivi periodici chiari. Altrettanto importante, stabilire un percorso di sviluppo con relativi strumenti a supporto (incentivi, iter amministrativi, ecc.) tali da raggiungere gli obiettivi fissati. La roadmap deve considerare tutte le leve tecnologiche disponibili in modo sinergico e sistemico. E aggiornare gli obiettivi in caso di evoluzioni tecnologiche e normative.

La seconda proposta trasversale è invece rivolta all’etichetta energetica, chiamata a includere un riferimento all’impronta carbonica del prodotto (LCA). Così da trasformarla in “etichetta emissiva” da applicare a tutti i prodotti. Il consumatore riesce in questo modo a conoscere l’effettiva impronta carbonica dei beni che acquista, o dell’edificio in cui vive, e non solo la loro efficienza.

Proposte pillar – specific

La suddivisione per area d’intervento include 8 punti:

  • rinnovabili: semplificare l’iter amministrativo di autorizzazione, installazione e connessione e incentivare anche idrogeno e biocombustibili;
  • infrastruttura di rete: fissare obiettivi e/o incentivi per lo sviluppo della rete di distribuzione e di opportuni sistemi di storage;
  • efficienza energetica: migliorare l’iter di accesso agli incentivi e collegarli a risultati misurabili in termini di emissioni; introdurre normative chiare e incentivi per tutte tecnologie, inclusi teleriscaldamento e recupero di calore da cascami industriali;
  • mobilità sostenibile: fissare obiettivi e/o incentivi per la decarbonizzazione di trasporto merci e off-road, adottando anche una prospettica di LCA per garantire la neutralità tecnologica;
  • comunità energetiche: attivazione di CER sul territorio, promuovendo il ruolo di aggregazione/facilitazione della pubblica amministrazione;
  • economia circolare: sviluppare filiere circolari, a partire da quelle a maggior potenziale, e garantire la “libera circolazione” delle risorse, superando le attuali barriere legate alla definizione di “waste” ed “end of waste”;
  • cattura della CO2: fissare obiettivi e/o incentivi per lo sviluppo di questa tecnologia, fondamentale nei settori hard-to-abate;
  • carbon offsetting: definire una metodologia di calcolo certificata e un quadro normativo relativi a carbon footprint e offsetting; incentivare lo sviluppo di progetti e adattare alle specificità delle Pmi italiane il recepimento della CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive).

Proposte ancillari

Torna il tema della consapevolezza. La società nel suo complesso deve essere coinvolta nelle politiche per la decarbonizzazione: cittadini, giornalisti, installatori di tecnologie, piccole e medie aziende, grandi aziende. Tale processo va anche accompagnato dalle adeguate competenze della forza lavoro. Ultimo punto chiave, l’elettrificazione dei consumi. Qui serve parametrizzare gli incentivi in funzione delle emissioni caratteristiche di una determinata tecnologia. Premiando quelle che possono ridurre in maniera più significativa le emissioni. In parallelo, è fondamentale aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili per ridurre la dipendenza dall’estero.

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Maria Cecilia Chiappani

Copywriter e redattore per riviste tecniche e portali dedicati a efficienza energetica, elettronica, domotica, illuminazione, integrazione AV, climatizzazione. Specializzata nella comunicazione e nella promozione di eventi legati all'innovazione tecnologica.
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