Energia, servizi, ecosistemi smart: la casa intelligente oggi

Come ogni anno, l’Osservatorio Internet of Things fotografa il mercato italiano della smart home, soffermandosi sulla priorità del risparmio energetico e sullo spostamento dagli oggetti ai sistemi digitali
Ecosistemi smart nella casa connessa: mercato italiani

Il paradigma della casa intelligente sta cambiando e, con esso, l’insieme di proposte e di attori che animano il mercato italiano: dai prodotti connessi all’ascesa dei servizi e degli ecosistemi smart, irrompe l’urgenza di una gestione energetica più efficiente.

A confermarlo i risultati dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano dedicato proprio alla smart home. “Nel 2022, in ambito residenziale abbiamo registrato novità nell’offerta e nella sensibilità degli utenti – spiega il responsabile scientifico Giovanni Miragliotta durante il convegno di presentazione del sesto report -. Ma anche il forte stimolo dei bonus fiscali, oramai in frenata. Per evitare l’altalena delle dinamiche incentivanti, il mercato si sta focalizzando sui servizi digitali basati sulle tecnologie della casa intelligente. Infine, parliamo sempre più di ecosistemi smart: la tendenza è quella di superare la frammentazione applicativa ed esperienziale con l’integrazione”.

Ecosistemi smart nella casa del futuro

Cos’è oggi la smart home? Energia, servizi ed ecosistemi smart. Da un lato, il caro bollette e gli ecobonus hanno spinto i cittadini a intervenire sui propri consumi, sfruttando anche le tecnologie intelligenti. Dall’altro, assistiamo al riposizionamento dell’offerta: aumentano le strategie di comunicazione legate ai benefici degli oggetti smart in termini di risparmio energetico. Tra i modelli di business in rampa di lancio, anche i servizi e sistemi digitali per la casa. Non a caso, più di 1 consumatore su 3 desidera una completa integrazione e comunicazione tra i dispositivi installati. Con soluzioni capaci di attivarsi e impostare scenari in autonomia.

“Il mercato è cresciuto in modo sostanziale, nonostante le perturbazioni commerciali e politiche degli ultimi dodici mesi – aggiunge Miragliotta -. Certamente le emergenze causate dalla carenza di semiconduttori e materie prime hanno parzialmente frenato lo sviluppo del mercato. Ma si assiste al consolidamento delle partnership tra aziende che hanno deciso di sviluppare soluzioni integrate”. Interessante, in quest’ottica, il rafforzamento dei grandi consorzi internazionali promossi dai player dell’hi-tech: Connectivity Standard Alliance (Matter) e Home Connectivity Alliance. Obiettivo, creare standard unici per la casa connessa. Favorendo appunto lo spostamento del mercato dai prodotti agli ecosistemi smart.

Il mercato italiano della smart home nel 2022

Come è andato il 2022 della smart home in Italia?

Se guardiamo i numeri, bene. Il mercato italiano della smart home – che in questa sede non comprende domotica cablata e tv stand alone – registra nel 2022 una crescita del 18% rispetto all’Osservatorio 2021 e 770 milioni di euro di fatturato. Confermando il ritmo a doppia cifra avviato nel 2016, anno del primo report dell’Osservatorio Internet of Things. Ma poteva andare ancora meglio: le criticità della supply chain, i ritardi nelle consegne e le tensioni economico-politiche “tolgono” al giro d’affari della smart home ben 90 milioni di euro.

Meglio dei Paesi europei

Il tasso di crescita 2022 supera quello degli altri Paesi Ue. La Spagna chiude al +10%, con 530 milioni di euro di fatturato, il Regno Unito al 4,1% (4 miliardi di euro) e la Francia al 2% (1,3 miliardi di euro). La Germania è addirittura in flessione del 5% e registra un volume di 3,7 miliardi di euro.

“Un importante passo avanti sul piano europeo, ma la strada è ancora lunga – spiega Giulio Salvadori, direttore dell’Osservatorio Internet of Things -. Infatti, la spesa pro capite italiana della smart home si ferma a 13 euro ad abitante, rispetto ai 61,6 del Regno Unito o ai 44,5 della Germania. Allo stesso modo, i dati vanno letti alla luce di Superbonus ed Ecobonus, mentre è arrivata proprio in questi giorni la notizia dello stop del Governo italiano a cessione del credito e sconto in fattura. Le aziende del settore dovranno attuare contromisure per far percepire all’utente quanto possa essere comunque utile investire in soluzioni di smart home”.

Climatizzazione in prima linea

Il mercato italiano della smart home è guidato da caldaie, termostati, valvole termostatiche e condizionatori connessi per riscaldamento e climatizzazione. Che coprono il 20% delle tecnologie smart e fatturano 155 milioni di euro. Seguiti dalle soluzioni per la sicurezza (150 milioni di euro), dagli elettrodomestici connessi (140 milioni) e dagli smart speaker (137 milioni). Meno rilevanti lampadine, casse audio, smart plug, serie civili e dispositivi per l’automazione di tende e tapparelle. Chiaramente i sistemi HVAC sono quelli più “vicini” al risparmio energetico. L’area cresce del 41% rispetto al 2021, trainata soprattutto dalla vendita di numerose caldaie connesse, spesso abbinate ai termostati smart, che danno accesso agli incentivi fiscali.

Prodotti e sistemi digitali: il mercato per categoria applicativa nel 2022

Sicurezza ed elettrodomestici connessi

Seguono le soluzioni per la sicurezza, che valgono 150 milioni di euro, coprono il 19% del mercato e crescono del 20%. Vincono le soluzioni hardware quali videocamere, sensori per porte/finestre e serrature connesse, anche se inizia a crescere la quota di servizi. Qui, oltre agli abbonamenti già consolidati (es. pacchetti per archiviare in cloud immagini e video, fare chiamate automatiche di emergenza e attivare il pronto intervento in caso di allarme), fanno capolino le assicurazioni furto e incendio pay-per-use, con premio variabile a seconda dei giorni di attivazione della polizza.

Al terzo posto troviamo invece gli elettrodomestici smart. L’aumento è più contenuto rispetto al 2021: 140 milioni di euro e +4%, a rappresentare il 18% del mercato della casa intelligente. La frenata si deve soprattutto alla carenza di prodotti e ai rincari, ma le novità non mancano. I consumatori, infatti, si dimostrano sempre più interessati alle funzionalità connesse del prodotto, anche se il loro effettivo utilizzo è tutto da dimostrare. Come in altri ambiti, stanno nascendo servizi digitali specifici. Si parla per esempio di sbloccare ulteriori funzioni dopo l’acquisto di un apparecchio, tramite software forniti dal costruttore. Oppure di nuove partnership con le utility per legare la bolletta all’uso dell’elettrodomestico affidandosi a specifici algoritmi.

Smart home speaker, luce e automazioni

Anche gli smart speaker rallentano il tasso di crescita, con +5% e 137 milioni di euro. La motivazione, in questo caso, è nella saturazione del mercato, che vede sempre più abitazioni già dotate di uno o più dispositivi. Le opportunità risiedono dunque nell’attività di retrofit del prodotto. Perché, nel complesso, è mancato lo step di trasformazione degli assistenti vocali in hub di gestione integrata della smart home.

La rimanente quota della casa intelligente italiana è costituita da:

  • casse audio: +10%;
  • lampadine: +9%;
  • serie civili connesse: +55%;
  • smart plug: +25%;
  • gestione tende e tapparelle da remoto: +31%;
  • soluzioni di Assisted Living: +12%.

Lato offerta, focus su sistemi digitali e comunicazione

Ultimo tassello dell’Osservatorio Internet of Things dedicato alla smart home, l’evoluzione dell’offerta. Primo, i produttori di dispositivi connessi e le utility stanno lavorando a soluzioni che prevedono una gestione a 360 gradi dei consumi energetici di casa tramite l’Intelligenza Artificiale. Si va dall’impostazione autonoma del funzionamento degli elettrodomestici, a seconda del costo dell’energia nelle diverse fasce orarie, ai servizi basati sulla fondazione di comunità energetiche. E dunque su autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e sistemi di accumulo.

Insieme al paradigma della smart home, cambiano anche le app, gli abbinamenti e i servizi digitali. “Diventa fondamentale comunicare i risparmi e i vantaggi all’utente elaborando dati comprensibili – conclude Giulio Salvadori -. Lo stesso Osservatorio Internet of Things si è mosso per creare alcune simulazioni. Dimostrando che l’utilizzo di dispositivi ed ecosistemi smart può contribuire a ridurre i consumi energetici annuali del 23% per il riscaldamento e del 20% per la componente elettrica. Un risparmio che vale circa 330 euro per un bilocale di 70 mq e 460 euro per un trilocale di 110 mq”.

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Maria Cecilia Chiappani

Copywriter e redattore per riviste tecniche e portali dedicati a efficienza energetica, elettronica, domotica, illuminazione, integrazione AV, climatizzazione. Specializzata nella comunicazione e nella promozione di eventi legati all'innovazione tecnologica.
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