Transizione energetica, il ruolo chiave dei finanziamenti a basso costo

Il report di Irena "Low-Cost Energy Transition Finance" mette fra le priorità l’accesso ai finanziamenti a basso costo per dare slancio alla transizione energetica ed ecologica
Finanziamenti a basso costo per incentivare la transizione energetica

In un contesto internazionale che vede un marcato aumento dei tassi di intesse, la sfida principale, per riuscire a traguardare gli obiettivi della transizione ecologica, è garantire un basso costo del capitale dei finanziamenti. In questo modo si otterranno due risultati: da un alto, si creeranno le condizioni favorevoli per continuare a investire in modo vantaggioso in settori come il fotovoltaico e l’eolico onshore, dall’altro, si innescheranno dei processi virtuosi che daranno una sterzata a comparti innovativi come quello dell’idrogeno, dell’energia eolica offshore e dello storage, fondamentali per la fase successiva della transizione energetica.

Assicurare l’accesso ai finanziamenti a basso costo

A evidenziarlo è il nuovo report di Irena intitolato “Low-Cost Energy Transition Finance” realizzato in stretta collaborazione con il Ministero indiano per le energie rinnovabili (MNRE), che sottolinea in particolare come la priorità da affrontare sarà principalmente l’accesso ai finanziamenti di molte economie emergenti a basso reddito.

Per questi Paesi, infatti, la possibilità di investire in tecnologie green all’avanguardia – come l’idrogeno, l’eolico offshore e lo stoccaggio delle batterie – rimane ancora limitato a causa degli elevati costi. Questo scenario risulta ancora più preoccupante se si considera la roadmap che bisognerà seguire per non superare l’obiettivo climatico dell’1,5 °C di aumento della temperatura globale. Secondo i dati del Preview of the World Energy Transitions Outlook di IRENA, infatti, per rimanere in carreggiata bisognerebbe riuscire ad aumentare la quota di rinnovabili nel mix energetico primario di circa tre quarti rispetto al valore attuale.

Garantire un quadro politico favorevole alle tecnologie green

In un contesto di questo tipo un punto chiave su cui lavorare per favorire il percorso di decarbonizzazione è sicuramente la creazione di un quadro politico favorevole allo sviluppo delle tecnologie green più all’avanguardia.

I Governi dovranno introdurre misure volte a consentire l’accesso al capitale a basso costo nei volumi necessari per ottenere una diffusione capillare delle diverse soluzioni di clean energy. La sfida sarà in particolare quella di creare le condizioni per avere uno scenario caratterizzato da una riduzione dei rischi finanziari e uno sviluppo massiccio di innovazioni di ultima generazione.

Incentivi alle tecnologie green più all’avanguardia

I diversi Paesi dovranno inoltre essere in grado di fornire una serie di incentivi (economici, finanziari e normativi) per facilitare lo sviluppo e l’implementazione di tecnologie cruciali per la transizione energetica, come eolico offshore, elettrolizzatori di idrogeno, batterie e pompe di calore.

investire in tecnologie green

Nello specifico i diversi provvedimenti politici dovrebbero includere una serie di elementi – dagli standard di certificazione a contratti a lungo termine per l’acquisto di idrogeno verde, a misure per snellire le autorizzazioni – capaci di velocizzare la massiccia diffusione delle tecnologie low carbon.

Un’altra strada da seguire sarà inoltre quella legata alla collaborazione con le banche multilaterali di sviluppo (MDB), istituzioni finanziarie sovranazionali dedicate all’offerta di finanziamento e di know-how per i progetti di sviluppo economico e sociale. Nello specifico sarà necessario confrontarsi sul ruolo che questi soggetti possono avere nella riduzione del costo del capitale.

Ampliare la collaborazione pubblico-privato

Tutte queste misure non basteranno però se non saranno affiancate da un forte ampliamento dei partenariati pubblico-privato. Proprio l’impegno attivo del settore privato, sottolinea il report dell’Irena, sarà infatti fondamentale per arrivare ad avere la quantità di capitali a basso costo necessaria a finanziare progetti di transizione energetica.

Ma come far sì che si crei questa virtuosa convergenza tra pubblico e privato?
Un elemento chiave in questa partita sarà la valutazione del rischio finanziario. Il settore privato, infatti, seppur molto interessato a investire nella transizione energetica, punterà solo su progetti con adeguati profili di rischio-rendimento. In quest’ottica progetti più piccoli e più rischiosi, ma anche tecnologie di decarbonizzazione nuove potrebbero non riuscire, secondo l’Irena, ad accedere al capitale di cui necessitano. Per cercare di invertire questo trend il settore pubblico dovrà cercare di intensificare gli sforzi per offrire misure di mitigazione del rischio ad hoc.

Condividere conoscenze

Infine, un ulteriore elemento chiave per garantire un basso costo del capitale dei finanziamenti – necessario alla buona riuscita del processo di transizione energetica – è, secondo l’Irena, lo scambio di conoscenze. I membri del G20, sottolinea l’agenzia, dovrebbero infatti mettere a fattor comune conoscenze e buone pratiche. Il tutto con l’obiettivo di replicare modelli operativi dimostratisi efficaci e facilitare l’accesso a finanziamenti a basso costo nei diversi mercati.

Solo così, in un clima di collaborazione e condivisione globale, si potrà realmente portare a termine in modo efficace il percorso di decarbonizzazione globale.

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Monica Giambersio

Giornalista professionista e videomaker. Da anni si occupa di energia e transizione ecologica
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