Transizione energetica, Europa e resto del mondo su rotte divergenti

Il rapporto Energy Transition Outlook di DNV prevede un divario crescente nella velocità di decarbonizzazione del nostro continente rispetto agli altri con il gas che nel 2050 coprirà solo il 10% della domanda energetica europea
Rinnovabili al raddoppio nel 20250 secondo Energy Transition Outlook

Mettendo insieme l’obiettivo dichiarato di diventare il primo continente a impatto zero alla metà del secolo, le direttive green per il patrimonio immobiliare sempre più stringenti, il divieto di vendita delle auto con motore termico a partire dal 2035, diventa evidente la volontà dell’Europa di procedere spedita lungo la tortuosa strada della transizione energetica. Persino troppo spedita, basandosi su un recente rapporto di DNV, società di assicurazioni e gestione del rischio che opera in oltre 100 Paesi. Il suo Energy Transition Outlook, infatti, sottolinea come la maggiore attenzione alla sicurezza energetica e l’aumento del costo dell’energia stanno esasperando il divario esistente, in termini di velocità di decarbonizzazione, tra l’Europa e il resto del mondo.

Il Vecchio continente sarà sempre più considerato il leader della transizione energetica, poiché punterà con decisione sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica per aumentare la propria indipendenza energetica.

Gli effetti del conflitto in Ucraina

E se per il nostro continente il ruolo di battistrada della sostenibilità si è gia delineato da qualche anno, adesso a rafforzarlo sembrano esserci i drammatici eventi di questo 2022, se è vero che il consumo di gas in Europa diminuirà drasticamente proprio a causa della guerra in Ucraina. Rispetto alle previsioni più conservative dello scorso anno, DNV ritiene ora che nel 2050 il gas coprirà solo il 10% della domanda energetica europea, rispetto all’attuale 25%.

Ma ad aumentare il divario rispetto al resto del mondo ci sono anche altre dinamiche esterne all’Europa e di valenza esattamente contraria. L’Energy Transition Outlook evidenzia che nei Paesi a basso reddito, dove il costo è ancora il principale motore della politica energetica, i prezzi elevati dell’energia e dei generi alimentari stanno compromettendo il primo passaggio fondamentale nella riduzione delle emissioni climalteranti, quello dal carbone al gas, e frenando gli investimenti nella decarbonizzazione.

Inflazione rallenta le rinnovabili

Un esempio di questa dinamica indicato nel rapporto Energy Transition Outlook è quello relativo alla quota del gas nel mix energetico del subcontinente indiano che si ridurrà dall’11% al 7% nei prossimi cinque anni, mentre la quota del carbone aumenterà. Più in generale, le pressioni inflazionistiche rappresentano una sfida a breve termine per la crescita delle rinnovabili. Tuttavia, l’impatto dell’attuale crisi sulla transizione energetica generale è destinato ad essere compensato dal crollo dei costi delle energie rinnovabili e dall’aumento dei costi del carbone nel lungo periodo.

“Le turbolenze del mercato energetico non alterano in modo drammatico il percorso di decarbonizzazione verso la metà del secolo – ha affermato Remi Eriksen, presidente e amministratore del gruppo DNV -. Il motore più forte della transizione energetica globale è la rapida riduzione dei costi dell’energia solare ed eolica, che compenserà gli shock a breve termine a cui è attualmente sottoposto il sistema energetico”.

Transizione energetica fino al 2050 - Energy Transition Outlook di DNV
Transizione energetica fino al 2050 – Energy Transition Outlook di DNV

Rinnovabili: sorpasso entro il 2050

Resta il fatto che le previsioni globali sull’andamento energetico fino alla metà del secolo contenute nel report DNV sono il frutto di un “compromesso” statistico, con i numeri forti delle rinnovabili relativi al nostro continente che vanno a bilanciare quelli più deboli del resto nel mondo. Quest’ultimi, comunque, non impediscono di stimare che entro il 2050 per la prima volta l’energia non fossile si spingerà al di sopra del 50% del mix energetico globale.

Ed ancora, la produzione di elettricità sarà più che raddoppiata e la quota dell’elettricità passerà dal 19% al 38% del mix energetico globale nei prossimi 30 anni. Per quanto riguarda l’evoluzione del solare fotovoltaico e dell’eolico, che sono già la forma di elettricità più economica nella maggior parte delle circostanze, cresceranno entro il 2050 rispettivamente di 20 e 10 volte, dominando la produzione di elettricità con una quota, rispettivamente, del 38% e del 31%.

La produzione energetica
Andamento della produzione energetica fino al 2050

Energy Transition Outlook: spesa per le rinnovabili al raddoppio

Si prevede che la spesa per le rinnovabili raddoppierà nei prossimi dieci anni, superando i 1400 miliardi di dollari all’anno, mentre la spesa per le reti energetiche supererà probabilmente i 1000 miliardi di dollari all’anno nel 2030. E se l’espansione delle rinnovabili avverrà soprattutto a scapito delle fonti fossili, il nucleare si limiterà a mantenere gli attuali livelli di produzione, mentre la sua quota nel mix elettrico globale si ridurrà dall’attuale 10% al 5% entro il 2050.

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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