Clean Energy, un settore in crescita su scala globale

Secondo un report della IEA il mercato della produzione su larga scala di tecnologie per l’energia pulita (Clean Energy) sfiorerà i 650 mld di dollari all'anno entro il 2030
Clean Energy, un settore in continua crescita

Il settore energetico globale è alle soglie di “una nuova era industriale” che porterà il mercato della produzione su larga scala delle tecnologie per la Clean Energy a sfiorare i 650 miliardi di dollari all’anno entro il 2030, a patto che i Paesi di tutto il mondo attuino pienamente gli impegni prefissati in tema di decarbonizzazione. In questo scenario i posti di lavoro nel in questo comparto passerebbero dal valore attuale di 6 milioni a quasi 14 milioni entro il 2030, con una crescita continua e parallela al processo di transizione ecologica.

A tracciare questo quadro è lo studio “Energy Technology Perspectives 2023”,pubblicato dalla IEA a gennaio, secondo cui una sfida cruciale per i Paesi di tutto il mondo sia quella legata alla possibilità di avere catene di approvvigionamento per le tecnologia pulita il più possibile diversificate, in un contesto di collaborazione internazionale e competizione leale tra i diversi Paesi.

Rischi della concentrazione geografica della manifattura e della fornitura di materiali

Per far sì che il processo virtuoso di diffusione delle tecnologie pulite avvenga in maniera rapida ed efficiente, puntualizza la IEA, è necessario muoversi fin da ora per affrontare i rischi legati a catene di approvvigionamento troppo “strette”, ovvero caratterizzate da elevate concentrazioni geografiche sia in termini di estrazione, sia in termini di lavorazione delle risorse necessarie alla produzione di questi impianti green. Intervenire su questi aspetti ora vuol dire infatti adottare uno sguardo lungimirante, in grado di gestire al meglio le criticità legate al possibile aumento dei prezzi, un fenomeno che si è già verificato negli ultimi anni.

Per quanto riguarda la produzione su larga scala di tecnologie green nei settori dell’eolico, delle batterie, degli elettrolizzatori, dei pannelli solari e delle pompe di calore, spiega il report della IEA, i tre maggiori Paesi produttori rappresentano da soli il 70% della capacità produttiva globale per ciascuna tecnologia, con la Cina in una posizione dominante in tutti gli ambiti.

Anche l’estrazione di minerali critici, la situazione, che risulta vincolata alla disponibilità di risorse su base geografica, si caratterizza per alcune zone del mondo che spiccano per disponibilità di risorse. Solo per fare un esempio, la sola Repubblica Democratica del Congo produce il 70% del cobalto a livello mondiale e solo tre paesi rappresentano oltre il 90% della produzione mondiale di litio.

situazione materiali critici  su base geografica IEA
Situazione materiali critici suddivisi su base geografica – IEA

La concentrazione su base geografica in qualsiasi punto della catena di approvvigionamento, puntualizza la IEA, rende l’intera catena di approvvigionamento più esposta a criticità, che possono essere legate alle scelte politiche di un singolo paese, ai disastri naturali, a guasti tecnici o persino a singole decisioni aziendali. In questo contesto ben si comprende come allargare il più possibile il range di approvvigionamento di materie prime per la produzione di tecnologie per la Clean Energy debba diventare una priorità su scala globale.

Clean energy, necessarie strategie industriali mirate per ogni Paese

Se da un lato il report sottolinea la necessità di non concentrare in determinate aree geografiche le catene di approvvigionamento per la produzione di tecnologie per l’energia pulita, dall’altro evidenzia come sia fondamentale che ogni Paese non insegua l’obiettivo irrealistico di rivestire un ruolo determinante in tutti gli ambiti della supply chain.

E’ invece più efficace valorizzare i vantaggi competitivi, legati a peculiarità e a punti di forza di ogni Paese, nel quadro più ampio di una visione olistica, in cui le peculiarità intrinseche di un territorio – come ad esempio l’accesso all’energia a basso costo, un mercato interno consolidato o l’abbondanza di una determinata risorsa mineraria o di una determinata fonte energetica rinnovabile – possano contribuire su scala globale a ridurre i costi di produzione.

Questo modus operandi dovrebbe diventare “un pilastro centrale delle strategie industriali dei governi” spiega la IEA sottolineando, allo stesso tempo, l’importanza di operare in un contesto condiviso, caratterizzato dalla piena adesione alle regole internazionali e dalla realizzazione di patenariati strategici.

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Monica Giambersio

Giornalista professionista e videomaker. Da anni si occupa di energia e transizione ecologica
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