Efficientamento degli edifici, il 2030 è un obiettivo realistico?

Davide Chiaroni di Energy Strategy Group ha analizzato numeri e prospettive legate all’efficientamento degli edifici italiani. I risultati non sono incoraggianti, inoltre si rischia di tralasciare importanti fattori.
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L’obiettivo della decarbonizzazione è ben chiaro a tutti. In modo altrettanto evidente è stato identificato uno dei principali responsabili dei consumi di energia e, quindi, dell’emissione di CO2 in atmosfera.
“Il 40% del consumo totale di energia a livello europeo è da imputare agli edifici. – conferma Davide Chiaroni, cofounder e vice direttore scientifico Energy Strategy Group del Politecnico di Milano – Per favorirne la riqualificazione è nato il Superbonus 110%, che ha innescato interventi per 62 miliardi di euro su 359.000 abitazioni, con 68 miliardi di oneri a carico dello Stato. Numeri eccezionali, soprattutto se li si confronta con il triennio precedente: tra il 2018 e il 2020 sono stati fatti interventi di ristrutturazione edilizia per 21 miliardi di euro, praticamente un terzo. Verrebbe da pensare che la strada sia quella giusta, che l’obiettivo al 2030 sia alla portata, ma non è così semplice”.

I numeri non mentono

Il parco edilizio italiano conta 13,5 milioni di edifici, il 92% dei quali di tipo residenziale. Purtroppo circa la metà è stato edificato prima del 1970 e presenta una classe di efficienza energetica pari a F o G. Significa che quasi 7 milioni di abitazioni hanno bisogno di importanti interventi di ristrutturazione.

Davide Chiaroni PoliMi
Davide Chiaroni

“Torniamo a numeri di prima: in poco più di un anno, il Superbonus 110% ha contribuito alla riqualificazione di 359.000 case. Un grosso balzo in avanti, ma sicuramente insufficiente se proiettato al 2030. Energy Strategy Group ha eseguito alcune simulazioni per valutare condizioni ed effetti nel medio periodo: senza incentivi si ritornerebbe ai numeri del triennio 2018/2020, con 21 miliardi di euro e 230.000 interventi. Un percorso di incentivazione meno importante del Superbonus triplicherebbe questi numeri, rimanendo però sempre lontani dall’obiettivo posto al 2030. Ecco quindi che tempi e risorse sono due fattori vincolanti, ma non sono gli unici che è necessario considerare”.

Edifici: non solo energia

Delle sfide da affrontare per l’efficientamento degli edifici, sicuramente tempi e risorse sono i più evidenti. Ma Chiaroni ne ha identificato un terzo, che appare nascosto in bella vista.
“Dobbiamo a considerare l’edificio non soltanto nella sua componente energetica, sicuramente importante, ma anche da un altro punto di vista. Parlo di sicurezza, di salubrità degli ambienti, di integrazione con le smart city.

Con il solo efficientamento energetico rischiamo di intervenire solo su una componente, tralasciando gli altri ideali blocchi logici che compongono gli edifici del futuro. Da sola la digitalizzazione non è sufficiente: installare dei sensori in un edificio con una base impiantistica vecchia non risolve i nostri problemi. Se si vuole fare un’operazione di rinnovamento significativo alle infrastrutture del nostro paese occorre ragionare in un’ottica più ampia e sommare alla parte energetica anche quella impiantistica per trarne il massimo beneficio possibile”.

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Andrea Pagani

Giornalista tecnico, da 25 anni mi occupo della realizzazione di prodotti editoriali (carta, video, web) per vari settori applicativi: dal manifatturiero all'impiantistica, fino all'e-mobility.
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