Sostenibilità, ecologia e innovazione sono alla base degli obiettivi ambientali che l’Europa si è data per il 2030, ormai vicino. Per il loro raggiungimento è stato (e sarà) necessario agire su più fronti, anche attraverso la trasformazione delle città, spesso fonte di inquinamento. Proprio per questo motivo negli anni si sono diffusi progetti di Smart City, così da rendere i centri urbani più intelligenti e, quindi, sostenibili.
Se ne parla ormai da tempo e non mancano sicuramente i casi e gli esempi, anche virtuosi, ma è sufficiente? A che punto siamo? Ricordando, oltretutto, che la Commissione si è posta l’obiettivo di raggiungere le 100 Smart City entro il 2030.
Con l’obiettivo di raccogliere informazioni per rispondere a queste domande, il report Fit for the Future Cities di Vodafone analizza 10 Paesi Europei, intervistando 550 esperti in grado di approfondire il tema dell’adozione dei modelli di Smart City nelle città di oggi, ma anche gli ostacoli che lo impediscono.
Dal rapporto emerge che circa l’88% degli intervistati sostiene che il proprio Paese ha avviato un percorso di trasformazione digitale che riguarda le città e il 79% sottolinea anche l’interesse delle Amministrazioni a riguardo. Continua, inoltre, la volontà di investire in questa direzione, tanto che 7 città su 10 dovrebbero proseguire con i progetti nel prossimo futuro.
Parlando di spese, circa la metà delle città prevede investimenti compresi tra 2 a 10 milioni di euro nei prossimi tre anni.
Tra gli ostacoli per un maggior sviluppo delle città intelligenti, invece, emerge la frammentazione delle responsabilità in relazione alla gestione dei progetti sul territorio. Questo significa coinvolgere molti più soggetti e attuare un coordinamento anche complesso dei vari Enti chiamati in causa.
Un problema che si complica considerati anche gli altri ostacoli individuati, tra cui emergono la mancanza di fondi, una legislazione complessa, la necessità di adeguare le infrastrutture, la sicurezza dei dati e la mancanza di strategie digitali adeguate (e competenze per attuarle).
Inoltre, anche le città che hanno avviato il cambiamento, proprio per carenza di strategie complessive strutturate, necessitano di ulteriori importanti investimenti per proseguire quanto iniziato o per adeguare le infrastrutture esistenti, vanificando in parte lo sforzo fatto. Si discosta un gruppo di “Front Runners”, ossia di città tecnologicamente mature, che vuole semplicemente migliorarsi. Questo gruppo, però, è rappresentato da solo l’11% degli intervistati.
Per incoraggiare la diffusione delle Smart City è importante rimuovere gli ostacoli alla loro crescita. Questo significa, prima di tutto, attuare politiche adeguate di sostegno, con finanziamenti sia pubblici che privati.
Allo stesso tempo, è necessario sviluppare canali di informazione e comunicazione da e verso le città più efficaci, in modo che tutte le Amministrazioni acquisiscano consapevolezza rispetto a tutte le opportunità da cogliere. Un ulteriore punto molto significativo è sicuramente quello delle competenze digitali, non sempre adeguatamente sviluppate e presenti.
Per ovviare a questa criticità, oltre alla costante formazione, è possibile prevedere la creazione di “task force” che condividano pratiche e conoscenze, per divulgare poi best practice e raccomandazioni. Infine, non certo per importanza, si trova il tema delle infrastrutture. L’accessibilità alla rete, infatti, diventa essenziale per far sì che un progetto di Smart City sia efficace e vincente.
L’Italia, in linea con quanto previsto dall’Unione Europea, si pone l’obiettivo di raggiungere l’obiettivo di 9 città a emissioni zero entro il 2030. Proprio per questo il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims) ha sottoscritto un protocollo d’intesa con le amministrazioni locali delle 9 città individuate dall’UE, in relazione alla missione Climate-neutral & smart cities. Queste città sono Bergamo, Milano, Padova, Parma, Roma, Torino, Bologna, Firenze e Prato.
Lo Stato entra in campo per offrire sostegno alle Amministrazioni impegnate nei progetti per la neutralità climatica, mettendo in campo competenze in materia di edilizia residenziale, infrastrutture e mobilità sostenibili. Una vera e propria collaborazione con lo scopo di superare tutte quelle criticità anche prima evidenziate, sviluppando una strategia vincente per la crescita delle città a emissioni zero.