In tempi ormai lontani preparare un Outlook annuale sulla situazione energetica a livello globale rappresentava quasi un esercizio di routine. Una volta fatto il punto su prezzi e ripartizione dei combustibili fossili, tenuto conto dell’apporto dell’energia nucleare, indicato l’andamento geografico della domanda e dell’offerta, il “gioco” era pressoché fatto.
Si è andati avanti così, anno dopo anno, fino a che sulla scena non ha fatto irruzione la transizione energetica con le fonti rinnovabili in tutte le loro declinazioni. Il panorama, nel decennio scorso, si è quindi arricchito e complicato per gli analisti, che però non potevano certo immaginare le “sorprese” che hanno caratterizzato l’avvio dei correnti anni Venti…
Prima la pandemia e poi la guerra in Ucraina hanno infatti reso difficili, oltre che soggette a variabili come mai in precedenza, le descrizioni e le previsioni relative al comparto energetico. Di tutto ciò hanno dovuto tener conto anche gli esperti dell’AIE (l’Agenzia Internazionale dell’Energia) nella preparazione del World Energy Outlook 2022 (WEO).
“L’odierna crisi energetica sta producendo uno shock di ampiezza e complessità senza precedenti – si legge nell’introduzione del rapporto -. Con incessanti preoccupazioni geopolitiche ed economiche, i mercati energetici rimangono estremamente vulnerabili e la crisi ricorda la fragilità e l’insostenibilità dell’attuale sistema energetico globale”.
E fra le tematiche affrontate nell’Outlook spicca una domanda che assume un’importanza fondamentale nell’ottica della trasformazione green: “La crisi è una spinta o una battuta d’arresto per le transizioni energetiche?”. Al riguardo, la prima considerazione dell’AIE è che sono nel torto coloro che indicano le politiche climatiche e gli impegni per il raggiungimento dell’impatto zero come fattori che contribuiscono all’aumento dei prezzi energetici.
Al contrario, lo studio evidenzia che proprio nelle aree geografiche più vulnerabili alla crisi energetica, laddove sono presenti quote più elevate di fonti rinnovabili si riscontrano prezzi dell’elettricità più bassi rispetto alla media, mentre case più efficienti e riscaldamento elettrificato rappresentano un importante “cuscinetto” per alcuni consumatori, anche se insufficiente a neutralizzare gli effetti dei rincari energetici.
Di certo, i tempi difficili costituiscono una sfida per le politiche energetiche nazionali. Ed oltre che adottare misure a breve termine, molti governi stanno varando provvedimenti in un’ottica di lungo periodo. Questo, essenzialmente, significa rispondere alla crisi limitandosi a diversificare l’approvvigionamento di petrolio e gas, oppure accelerare il cambiamento strutturale nella direzione delle fonti rinnovabili.
In particolare, nel WEO vengono delineati tre scenari. Il primo, più conservativo, è lo Stated Policies Scenario (STEPS) che mostra l’evoluzione futura dello scenario energetico in base alla situazione legislativa attuale. L’Announced Pledges Scenario (APS) presuppone invece che si realizzino pienamente i nuovi target energetici annunciati dai governi negli anni più recenti.
Infine, c’è lo scenario più ambizioso, Net Zero Emissions (NZE), che delinea l’evoluzione delle fonti e dei consumi energetici nell’ipotesi del raggiungimento dell’impatto zero per il 2050, limitando a 1,5 °C l’aumento delle temperature medie globali e garantendo a tutta la popolazione mondiale l’accesso alla corrente elettrica e la cucina dei cibi in sicurezza (clean cooking).
“I mercati e le politiche dell’energia sono cambiati a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, non solo momentaneamente ma per i decenni a venire – ha affermato il direttore esecutivo dell’AIE, Fatih Birol -. Anche con le impostazioni politiche odierne, il mondo dell’energia sta cambiando radicalmente davanti ai nostri occhi. Ma le risposte dei governi in tutto il mondo promettono di trasformare il periodo attuale in un punto di svolta storico e definitivo verso un sistema energetico più pulito, più conveniente e più sicuro”.
Ad evidenziare che si è entrati in un momento epocale per quanto attiene l’evoluzione del comparto energetico c’è un elemento che l’AIE considera fondamentale. Infatti, per la prima volta in assoluto, uno scenario dell’Outlook basato sulle attuali impostazioni politiche – ovvero lo Stated Policies Scenario – non indica crescite continue per la domanda globale relativa a ogni combustibile fossile bensì mostra il raggiungimento di un picco o l’entrata in un plateau.
In particolare, nello scenario STEPS l’uso del carbone diminuisce nei prossimi anni, la domanda di gas naturale raggiunge un livello stabile entro la fine del decennio mentre la domanda di petrolio si stabilizza a metà degli anni ’30 prima di diminuire leggermente alla metà del secolo, in questo caso soprattutto per l’aumento delle vendite di veicoli elettrici.
Un andamento che si traduce in una domanda totale di combustibili fossili che è destinata a diminuire costantemente a partire dalla metà del decennio in corso fino al 2050. Tutto questo, come detto, nel contesto dello scenario più conservativo, mentre i declini del fossile sono ovviamente molto più rapidi e pronunciati negli scenari APS e NZE dove la transizione energetica è più impattante.