Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? Domanda ricorrente, negli ambiti più disparati, che emerge anche dalla lettura del Renewables 2022 Global Status Report (GSR 2022), preparato da REN21, la comunità globale di energia rinnovabile composta da rappresentanti del mondo scientifico, della scienza, dei governi, delle ONG e dell’industria.
Un giudizio che rimane in sospeso, relativo alla 17° edizione del rapporto, soprattutto in virtù di due considerazioni ben diverse. Da un lato, l’anno scorso nel mondo si è verificata una crescita record delle energie rinnovabili. Ma, dall’altro lato, ciò non è stato sufficiente a far aumentare la quota di rinnovabili nell’utilizzo globale di energia, quota che viene piuttosto definita come stagnante.
“Sebbene molti più governi si siano impegnati verso l’obiettivo di zero emissioni nette di gas serra – ha affermato Rana Adib, direttore esecutivo di REN21 -, la realtà è che nel 2021, in risposta alla crisi energetica, la maggior parte dei Paesi è tornata a cercare nuove fonti di combustibili fossili e a bruciare ancora più carbone, petrolio e gas”.
Dunque, il report sottolinea come, nonostante le grandi aspettative di una ripresa mondiale dell’economia in ottica green dopo il grave shock della pandemia, si può già affermare che questa storica opportunità è andata perduta. Non solo, REN21 avverte che la situazione in atto complica non poco la transizione energetica, mettendo a rischio gli obiettivi climatici globali in questo decennio.
Tutte considerazioni, peraltro, che purtroppo si sono rafforzate in questo avvio di 2022, con l’esplodere della guerra in Ucraina che “ha esacerbato la crisi energetica globale, creando profitti inaspettati per le aziende di combustibili fossili mentre miliardi di persone devono affrontare la minaccia della povertà energetica”.
In particolare, guardando al settore elettrico, lo studio evidenzia come l’anno scorso gli incrementi record fatti registrare dalle fonti rinnovabili, sia in termini di capacità (314,5 gigawatt, in aumento del 17% rispetto al 2020) che di generazione (7.793 terawattora), non sono stati in grado di far fronte all’aumento complessivo del 6% relativo al consumo globale di elettricità.
Ma quanto accaduto nel 2021 non è altro che l’ennesima conferma di un trend in atto da più di un decennio. Infatti, il Global Status Report ricorda che la quota complessiva delle rinnovabili sul consumo finale di energia mondiale è di fatto stagnante da lungo tempo – salendo dall’8,7% nel 2009 soltanto all’11,7% nel 2019 – mettendo quindi a repentaglio la transizione del sistema energetico dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili.
Numeri insoddisfacenti che trovano conferma anche nell’analisi dell’andamento di alcuni fra i comparti più significativi.
Nel riscaldamento e nel raffrescamento, più della metà del consumo energetico mondiale, la quota di rinnovabili nel consumo finale di energia è aumentata dall’8,9% nel 2009 all’11,2% nel 2019. Particolarmente preoccupante, poi, la mancanza di progressi nel settore dei trasporti che rappresenta quasi un terzo del consumo energetico mondiale. In questo caso la quota di rinnovabili è passata dal 2,4% nel 2009 ad appena il 3,7% nel 2019.
Semmai, la particolarità del 2021 sta nelle attese green che aveva generato dopo il drammatico impatto del coronavirus nell’anno precedente. Attese che, come detto, alla resa dei conti non sono state soddisfatte nonostante la sostanziosa ripresa dell’economia. Anzi, REN21 individua proprio nel forte rimbalzo economico del 2021 – con il prodotto interno lordo globale in crescita del 5,9% e un aumento del 4% del consumo finale di energia – la causa dell’insufficiente diffusione delle rinnovabili.
La maggior parte dell’aumento del consumo energetico globale nel 2021 è stato infatti soddisfatto con il ricorso ai combustibili fossili, determinando così il più grande aumento delle emissioni di anidride carbonica nella storia, con un incremento di oltre 2 miliardi di tonnellate in tutto il mondo, semplicemente disastroso nell’ambito della lotta al cambiamento climatico.
A questo punto, come affermato dal presidente di REN21, Arthouros Zervos, non si può sprecare ulteriore tempo: “Chiediamo obiettivi a breve e lungo termine insieme a strategie precise per passare all’energia rinnovabile. Inoltre, servono delle date chiare oltre le quali non sarà più possibile utilizzare i combustibili fossili. L’adozione delle energie rinnovabili deve essere un indicatore chiave di performance in tutti i settori economici”.