Le potenzialità del fotovoltaico per affrontare la crisi energetica

Il fotovoltaico rappresenta la strada per arginare la crisi energetica che famiglie e imprese stanno affrontando come evidenziato nel webinar organizzato dall’associazione Italia Solare
Fotovoltaico contro la crisi energetica

Per affrontare in modo mirato l’attuale crisi energetica è fondamentale valorizzare il ruolo del settore fotovoltaico, sia a livello europeo sia a livello italiano. Accelerare lo sviluppo di questo comparto non è infatti un obiettivo da raggiungere solo nel quadro dei target di decarbonizzazione di lungo periodo fissati dall’UE, ma rappresenta una vera e propria opportunità da cogliere subito per cercare di arginare gli effetti economici devastanti di un’emergenza energetica che sta mettendo in ginocchio famiglie e imprese.

È stato questo il messaggio emerso con forza dal webinar Crisi energetica: quali prospettive e quali soluzioni? organizzato da Italia Solare, durante il quale è stata realizzata un’analisi puntuale e approfondita di tutti gli elementi che, già ben prima dello scoppio del conflitto russo-ucraino, hanno portato ad avere prezzi dell’energia sempre più insostenibili.

Fotovoltaico, arma strategica contro la crisi energetica

Ad aprire i lavori del convegno è stato l’intervento del presidente dell’associazione Paolo Rocco Viscontini che ha sottolineato come le rinnovabili, e in particolare il fotovoltaico, dovrebbero rivestire un ruolo centrale in questa fase di emergenza energetica. La questione chiave è individuare le modalità più efficaci per sfruttare al meglio il grande patrimonio rappresentato dalle fonti energetiche rinnovabili (FER), che consente di avere energia a costi molto più bassi rispetto a quelli attuali, con un beneficio sia per le famiglie sia per le imprese.

Le rinnovabili rappresentano un’arma strategica per far fronte al caro-bollette, uno strumento il cui valore, in questo momento particolare, va ben oltre gli obiettivi di lungo termine fissati dal percorso di decarbonizzazione. Puntare su questo settore è una questione di sopravvivenza economica al 2024, non di riduzione delle emissioni al 2050.

Il potenziale delle FER è legato al ruolo di primaria importanza che rivestono per la sicurezza energetica degli approvvigionamenti. Le energie rinnovabili rappresentano lo strumento più adatto per cercare di ovviare in tempi ragionevoli alla situazione drammatica che stiamo vivendo.

Tuttavia, quello che manca, a livello nazionale, ma anche a livello UE, è un approccio organico che possa portare a elevare le rinnovabili a ricoprire il ruolo di arma strategica per intervenire sulle attuali criticità del mercato dell’energia, consentendo allo stesso tempo all’Europa di occupare un posto di primo piano in questo settore.

Pannelli fotovoltaici

Selezione nel recupero degli extra-margini

Altra questione di fondamentale importanza – emersa durante l’incontro – è quella degli extra margini. In un contesto in cui sono già stati destinati molti soldi pubblici al contenimento delle bollette, una delle possibili scelte del Governo – nel momento in cui si andranno ad estendere i vari decreti in scadenza sulle misure di sostegno introdotte – potrebbe essere un lavoro di selezione dei beneficiari per le risorse finanziarie. Nello specifico si potrebbe, ad esempio, decidere di distinguere tra aziende soggette o meno alla concorrenza internazionale oppure, per il settore domestici, si potrebbe pensare di rafforzare ancora di più i vincoli rispetto all’Isee.

Oltre a questo aspetto bisogna considerare un’altra questione: l’introduzione, tra i meccanismi di recupero di rendite inframarginali, di uno specifico per quelle delle fonti fossili. Come ha sottolineato durante l’incontro Michele Governatori, consigliere di Italia Solare, è difficile parlare di carbon tax in una fase in cui l’energia costa già cara. Però è necessario valutare le fonti energetiche anche sulla base del danno climatico e della coerenza con i principi di emancipazione dalle fossili.

L’importanza di selezionare i settori su cui devono ricadere maggiormente i sacrifici in questo momento complesso è confermata are anche dai numeri del Clean Dark Spread (CDS), il margine del carbone termoelettrico che, secondo quanto registrato ad agosto nell’ultimo bilancio mensile disponibile di Terna, in Italia è pari a circa 350 euro al megawattora. Per salvare l’economia è necessario individuare criteri di selettività per non colpire indiscriminatamente tutti i settori.

Una crisi energetica che parte da lontano

Al di là degli interventi da mettere in atto per affrontare la crisi energetica in corso, durante il webinar è stata fatta un’analisi di tutti i fattori che hanno contribuito al delinearsi della situazione attuale, e che affondano le loro radici in un periodo anteriore allo scoppio del conflitto russo-ucraino. Sono diverse, infatti, le problematiche e vanno al di là delle criticità del gas russo.

Nei primi mesi del 2021 si è verificata una notevole ripresa delle attività, dopo il blocco avvenuto durante il 2020. Questo fenomeno ha coinvolto tutti i mercati, anche il mercato dell’energia. Questa inaspettata e veloce ripartenza ha determinato delle tensioni sugli approvvigionamenti. Inoltre, un inverno particolarmente freddo in Asia, ha portato la Cina e altre nazioni asiatiche ad aver bisogno di molto più gas. Questa situazione ha portato a un innalzamento dei prezzi intorno ai 30-35 megawattora, un dato molto più alto rispetto al periodo della pandemia. A tutto questo si è aggiunta una diminuzione della produzione di energia idroelettrica a livello mondiale. Ma questo è solo l’inizio dell’innalzamento a prezzi record.

Tra luglio, agosto e inizio settembre del 2021 – il mercato si è accorto che il riempimento degli stoccaggi gas in Europa era molto al di sotto sotto media, maturando la consapevolezza che si andava verso una nuova stagione termica impreparati. E i prezzi hanno raggiunto circa 150 euro a megawattora.

A febbraio 2022 lo scoppio della guerra in Ucraina ha portato con sé la prospettiva di una difficoltà nell’approvvigionamento di gas, facendo di fatto impazzire il mercato. Il prezzo dell’’energia ha raggiunto valori inimmaginabili: 400/500 euro a megawattora, ovvero numeri decuplicati rispetto al valore storico. Il picco degli aumenti, anche se può sembrare strano, è stato a Ferragosto, a causa carenza di offerta di energia elettrica dalla Francia.

Una fotografia di una crisi energetica decisamente pesante e che richiede azioni concrete ed efficaci per tamponare gli effetti devastanti sulle economie nazionali e sulla competitività dei comparti produttivi. Le rinnovabili sono un’arma strategica per affrontare il caro energia.

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Monica Giambersio

Giornalista professionista e videomaker. Da anni si occupa di energia e transizione ecologica
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