Il ruolo del G7 nella transizione energetica in un rapporto IEA

Un rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) sottolinea l’opportunità per le nazioni del G7 di decarbonizzare completamente la produzione di elettricità entro il 2035
Transizione energetica rapporto IEA

Se la sintesi, intesa come i risultati del recente vertice COP26 sulla lotta al cambiamento climatico, non è stata purtroppo entusiasmante, si può invece esprimere un giudizio più positivo per il lungo lavoro preparatorio del summit svoltosi a Glasgow, che ha fra l’altro portato all’elaborazione di vari documenti interessanti.

Fra questi c’è sicuramente il rapporto della Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), relativo ai membri del G7 e alla loro opportunità di decarbonizzare completamente la loro produzione di elettricità entro il 2035. Un risultato che avrebbe come conseguenza una fondamentale accelerazione dei progressi tecnologici e dell’implementazione delle infrastrutture necessarie per poi portare i mercati energetici globali verso l’impatto zero entro il 2050.

L’impegno assunto dai leader del G7

Il report dell’IEA prende come punto di partenza quanto accaduto nel giugno di quest’anno, con i leader del G7 – consesso composto da Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti, oltre al rappresentante dell’Unione Europea – che si sono impegnati a raggiungere l’impatto zero entro il 2050 e a guidare questa transizione tecnologica supportandola con politiche pertinenti.

Scheda IEA

Andamento delle emissioni nel G7 legate ai consumi energetici nello scenario di raggiungimento dell’impatto zero per il 2050

Un impegno non trascurabile, considerato che nel 2020 le nazioni del G7 hanno rappresentato quasi il 40% dell’economia globale, il 30% della domanda globale di energia e il 25% delle emissioni globali di anidride carbonica legate all’energia. Da qui la considerazione che “l’attuazione delle politiche, l’impiego delle tecnologie e l’adozione delle misure necessarie per raggiungere emissioni nette pari a zero nel G7, in modo sicuro e conveniente, sono azioni fondamentali per accelerare le transizioni energetiche in tutto il mondo”.

Diminuzione delle emissioni già in atto

Transizione energetica che in realtà si è già avviata nell’ambito G7: il settore elettrico – si legge nel rapporto IEA – rappresenta oggi un terzo delle emissioni legate all’energia del G7, ben al di sotto della quota di picco di quasi il 40% nel 2007, poiché le emissioni del settore elettrico sono in calo, con il consumo di carbone che sta lasciando il posto a fonti più pulite.

Una riduzione delle emissioni che è dovuta fondamentalmente a due elementi: da un lato la disponibilità di ​​gas naturale relativamente a basso costo in diversi mercati, dall’altro lato la forte crescita delle rinnovabili. Il risultato è che nel 2020, il gas naturale e le rinnovabili sono state le fonti primarie di elettricità nel G7, fornendo ciascuna circa il 30% del totale, seguite dal nucleare e dal carbone vicino al 20% ciascuna.

Su queste basi occorre naturalmente guardare al futuro. Il report IEA indica che per raggiungere emissioni nette pari a zero da parte dell’elettricità occorrerà il rapido completamento dell’eliminazione graduale del carbone, espandendo contemporaneamente le fonti di elettricità a basse emissioni, comprese le energie rinnovabili, il nucleare, l’idrogeno e l’ammoniaca.

L’obiettivo IEA per le rinnovabili nel 2030

In particolare, secondo il percorso delineato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia, per risultare coerenti con l’obiettivo globale dell’impatto zero per la metà del secolo le fonti rinnovabili dovranno arrivare a rappresentare il 60% della fornitura di energia elettrica del G7 entro il 2030, mentre in base alle politiche attuali non si andrebbe oltre il raggiungimento del 48%.

scheda 2 report IEA

Emissioni del settore elettrico nello scenario di raggiungimento dell’impatto zero nel 2050 (2000-2050)

Occorre dunque un autentico salto di qualità che “richiede un’azione efficace dei governi per rimuovere le barriere e progettare e attuare politiche, mercati e quadri normativi prevedibili e coerenti. L’energia nucleare, l’idrogeno e l’ammoniaca a basse emissioni di carbonio e gli impianti dotati di cattura del carbonio si aggiungono alla fornitura di elettricità a basse emissioni”.

L’aumento delle tecnologie a basse emissioni di carbonio rappresenta comunque il pilastro centrale della strategia per raggiungere l’impatto zero del settore elettrico, con forti aumenti della capacità eolica e solare fotovoltaica, il che dovrà portare a passare dai circa 75 GW di energia prodotta complessivamente nel 2020 ai 230 GW necessari entro il 2030.

Serve un’uscita più rapida dal carbone

Un’espansione dell’elettricità a basse emissioni di anidride carbonica che dovrà andare di pari passo con l’eliminazione graduale del carbone, da attuare peraltro nel modo più rapido possibile. Ciò significa, specifica il report, “nessuna approvazione per nuovi impianti a carbone con emissioni non abbattute dal 2021, retrofit di impianti esistenti per co-combustione di biomassa o ammoniaca a basso contenuto di carbonio o aggiunta di attrezzature per la cattura del carbonio, nonché ritiro di tutti gli impianti che non sono stati adattati in questo modo”.

È inoltre necessaria una rapida elettrificazione degli utilizzi energetici finali per raggiungere emissioni nette pari a zero entro il 2050. In quest’ambito, l’espandersi dell’efficienza energetica con il ricorso a fonti con basse o nulle emissioni di anidride carbonica è destinata a moderare una crescita della domanda di elettricità che si annuncia comunque impetuosa.

Al riguardo, il rapporto dell’IEA stima che nelle nazioni del G7 la domanda di elettricità è destinata ad aumentare di un quarto nel 2030 e di oltre l’80% nel 2050 rispetto al livello di domanda del 2020. Tutto ciò farà lievitare considerevolmente la quota di elettricità nella domanda finale di energia, destinata a passare dal 22% nel 2020 al 30% nel 2030 e al 56% nel 2050.

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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