La strategia dell’UE per contrastare il cambiamento climatico

Un dossier del Parlamento europeo sottolinea come la quota UE nelle emissioni globali di gas serra si è già dimezzata in trent’anni e fa il punto sulle soluzioni adottate per arginare il riscaldamento climatico
Azioni per il contrasto del cambiamento climatico

Se si parla di contrasto al cambiamento climatico, diventa esercizio sterile rivendicare meriti e primati perché molto più importante è agire incessantemente per cercare di limitare un pericolo così grande e incombente. Ciò detto, è innegabile che l’Europa si trova in prima fila in questa battaglia, essendo il continente con i target più ambiziosi in tema di transizione energetica e riduzione delle emissioni climalteranti.

Una serie di dati allarmanti

A fare il punto della situazione arriva un dossier del Parlamento europeo dal titolo eloquente: “Le soluzioni dell’UE per contrastare i cambiamenti climatici”. Un documento che per prima cosa ricorda come le temperature globali medie sono aumentate considerevolmente rispetto all’epoca che precede la rivoluzione industriale e hanno raggiunto il picco massimo fra il 2010 e il 2019, il decennio più caldo registrato fino ad ora. E dei 20 anni più caldi registrati addirittura 19 appartengono al terzo millennio.

Ed ancora, i dati di osservazione europei indicano il 2022 come l’anno con l’estate più calda e il secondo più caldo di sempre. La temperatura media globale attuale è tra 0,94 e 1,03 °C più alta rispetto alla fine del diciannovesimo secolo. “Gli scienziati – si legge nel dossier – ritengono che un aumento di due gradi rispetto ai livelli preindustriali possa avere conseguenze catastrofiche sul clima e sull’ambiente. Per questo motivo la comunità internazionale concorda sul fatto che il riscaldamento globale debba rimanere ben al di sotto dei 2 °C”.

Europa e cambiamento climatico

Cambiamento climatico a cui i Paesi dell’Unione Europea, che nel complesso continuano a rappresentare una delle aree mondiali con maggiore sviluppo industriale ed economico, non sono naturalmente estranei. Anzi, l’incidenza del nostro continente sul riscaldamento globale continua ad essere significativa, e questo nonostante la quota dell’UE nelle emissioni mondiali di gas a effetto serra è scesa dal 15,2% nel 1990 al 7,3% nel 2019.

emissioni gas serra ue per comparti

Sempre nel 2019, il settore che nel territorio UE è risultato di gran lunga il maggior responsabile di emissioni di gas serra è stato quello energetico con il 77,01% del totale. A grande distanza seguono il settore dell’Agricoltura (10,55%) e quello dei Processi industriali e dell’utilizzo dei prodotti (9,10%), mentre un ulteriore 3,32% è legato al Trattamento dei rifiuti.

Quarto emettitore mondiale di gas serra

Una quantità di emissioni che, sempre nel 2019, hanno reso l’Unione Europea il quarto maggior emettitore di gas serra a livello mondiale dopo Cina, USA e India. Una posizione di cui certamente non andar fieri, anche se migliore rispetto a quella del 2015 quando l’UE figurava come terzo produttore di gas serra dopo la Cina e gli Stati Uniti. Per fortuna, a livello istituzionale da tempo non manca la consapevolezza dei danni che si stanno producendo.

Già nel 2008 l’UE ha stabilito l’obiettivo del taglio delle emissioni del 20% rispetto ai livelli del 1990. E con l’accordo di Parigi del 2015, l’Unione si è impegnata a ridurre le emissioni di gas serra almeno del 40% entro il 2030, sempre rispetto ai livelli del 1990.

Non solo, nel 2021 l’obiettivo è stato portato ad almeno il 55% di riduzione entro il 2030 e alla neutralità climatica entro il 2050. E proprio per il raggiungimento dell’impatto zero un ruolo decisivo spetta al Green Deal, ovvero la tabella di marcia affinché l’UE diventi appunto neutrale dal punto di vista climatico.

Contrasto al cambiamento climatico: principali linee d’azione

Nel dossier del Parlamento europeo vengono poi illustrate le principali linee d’azione volte a mitigare l’impatto sul clima delle attività svolte nel nostro continente. In particolare, vengono individuate quattro tipologie di macro interventi:

  • Ridurre le emissioni di gas serra
  • Migliorare energie rinnovabili ed efficienza energetica
  • Creare un’economia sostenibile e circolare entro il 2050
  • Combattere il cambiamento climatico con la conservazione della biodiversità e il ripristino della natura

Taglio emissioni e più rinnovabili

Nel dettaglio, in tema di riduzione dei gas serra, il dossier ricorda l’importanza del sistema di scambio delle emissioni per centrali elettriche e industrie, con le aziende che devono acquistare permessi per emettere CO2, nonché le iniziative per contrastare la delocalizzazione della produzione verso Paesi che hanno obiettivi climatici meno ambiziosi di quelli dell’Unione Europea.

Per quanto riguarda le rinnovabili, l’attenzione delle istituzioni europee è concentrata sull’incremento al 32% entro il 2030 della quota di energia generata da fonti green e consumata dai Paesi membri, oltre che sulla crescente creazione di opportunità per le persone di produrre in proprio l’energia verde. Inoltre, l’UE vuole incrementare del 32.5% l’efficienza energetica, sempre per la fine di questo decennio, e adottare una normativa sugli edifici e gli elettrodomestici.

Il piano per l’economia circolare

Il dossier sottolinea come la strada verso un continente a impatto zero per la metà del secolo “significa riconsiderare l’intero ciclo di vita dei prodotti promuovendo il consumo sostenibile e l’economia circolare. Ciò dovrebbe portare a una riduzione del consumo di risorse, meno sprechi e meno emissioni di gas serra”.

In particolare, il piano d’azione per l’economia circolare dell’Unione Europea comprende misure riguardanti:

  • imballaggi e materie plastiche
  • tessuti sostenibili
  • elettronica e ICT
  • costruzioni ed edifici
  • batterie e veicoli
  • la catena alimentare
  • materie prime critiche
  • riparare e riutilizzare i beni

Lotta contro la deforestazione

Infine, in relazione alla conservazione della biodiversità e al ripristino della natura nella lotta al cambiamento climatico, nel dossier si ricorda come le foreste giocano un ruolo cruciale nell’assorbimento e nella compensazione delle emissioni di carbonio. A tal fine, nell’aprile 2023 il Parlamento europeo ha adottato norme per impedire che le merci importate nell’UE contribuiscano alla deforestazione o al degrado forestale in qualsiasi parte del mondo.

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Leonardo Barbini

Copywriter ed editorialista di Elettricomagazine.it, appassionato di tecnologia. Da anni segue le tematiche della mobilità elettrica, della transizione energetica e della sostenibilità
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