Negli ultimi 30 anni il concetto di città intelligente si è evoluto, passando dall’immagine avveniristica e astratta di un luogo in cui la tecnologia pervade ogni aspetto della vita quotidiana dei cittadini, a quella più concreta di uno spazio che enfatizza il ruolo abilitante delle soluzioni digitali mettendole a servizio di modelli di sviluppo urbano sostenibili.
In questo senso la smart city è una città che sfrutta l’innovazione tecnologica per andare incontro alle esigenze dei cittadini, in un contesto che sa coniugare efficacemente la gestione dei big data con la tutela della privacy. Questi ambiti saranno infatti il terreno principale su cui si giocherà la partita sulle città intelligenti, una sfida che vedrà in un ruolo di primo piano la capacità degli amministratori locali di mettere in campo una governance efficiente. Il dato da solo, infatti, non basta. È necessaria una visione strutturata, olistica e lungimirante che sappia valorizzare adeguatamente le grandi moli di informazioni disponibili in tempo reale, estrapolando le conoscenze necessarie per migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Questo scenario – che vede la smart city come un banco di prova importantissimo per testare la proattività richiesta a dispiegare appieno le potenzialità del digitale – è lo sfondo in cui si inserisce lo studio degli esperti della Juniper Research che, partendo dall’analisi di 50 smart city su base globale, hanno stilato una classifica delle città intelligenti più performanti. I settori analizzati dagli studiosi sono stati in particolare:
Alla luce dei criteri adottati il primo posto nella top five delle smart city più performanti è stato assegnato per il secondo anno consecutivo a Shanghai. La città cinese si è aggiudicata il primato in classifica grazie al suo Suishenban Citizen Cloud, che fornisce l’accesso a oltre 1.000 diversi servizi per i residenti, ma anche grazie alla diffusione capillare del 5G e all’utilizzo di soluzioni innovative, tra cui quella dei gemelli digitali, che sta destando sempre maggior interesse.
Questa tecnologia – che consente la duplicazione di intere città, infrastrutture, edifici e altri beni attraverso la creazione di rappresentazioni digitali – dà accesso a dati in tempo reale offrendo alle amministrazioni locali uno strumento di primaria importanza per una gestione efficace dei diversi ambiti della smart city, soprattutto in un’ottica predittiva.
Tuttavia, nel percorso di realizzazione della smart city la tecnologia, seppur centrale, non basta se non è sostenuta da una visione di fondo strutturata e sinergica, abilitata a sua volta da un’infrastruttura pervasiva ed altamente efficiente. Per questo uno dei fattori determinanti nell’assegnazione del primo posto in classifica a Shanghai è stata inoltre l’adozione di un approccio integrato ai dati, un percorso che ha portato non solo alla realizzazione di una piattaforma dati solida e onnicomprensiva, ma anche alla presenza di una connettività pervasiva e performante.
A seguire nella top five, dopo Shanghai, troviamo rispettivamente New York, Toronto, Seoul e Shenzhen. Anche queste città hanno puntato sulla valorizzazione dei big data mettendola a servizio dei cittadini, in un contesto olistico e basato sulla promozione della sostenibilità ambientale.
Dallo studio di Juniper Research emerge inoltre come l’implementazione delle smart city consentirà ingenti risparmi sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista ambientale. Nello specifico entro il 2028 si registrerà una riduzione dei costi su scala globale pari a 249 mld di dollari. Il tutto con una crescita esponenziale del 158% rispetto ai 96 miliardi di dollari registrati nel 2023.
Nello specifico i risparmi sui costi saranno legati alla riduzione del consumo di energia e delle emissioni derivanti dall’implementazione di reti intelligenti, dalla gestione intelligente del traffico e dall’illuminazione stradale intelligente. Questa riduzione della spesa rappresenterà, secondo gli esperti, uno dei principali motori per l’implementazione delle città intelligenti, arrivando a coprire un valore pari a quasi tre volte la spesa destinata ai software e agli hardware per le smart cities entro il 2028. In sostanza ci sarà un chiaro ritorno dell’investimento realizzato nelle tecnologie digitali che permetterà di ottenere vantaggi economici superiori rispetto alle risorse messe a disposizione.