Come e perché sulle strade l’elettrico batterà il fossile

L’analisi di un esperto di McKinsey individua i fattori chiave per lo sviluppo della mobilità elettrica nel decennio in corso. Fondamentale la creazione di ecosistemi che tengono insieme industrie e materie prime
Elettrico vs fossile: serve un ecosistema coeso

I veicoli elettrici ci sono, ma quanto dovremo aspettare per una loro diffusione su larga scala? È sicuramente uno dei quesiti chiave che non solo accompagna da tempo ogni discorso sulla transizione energetica, ma rischia di rimanere tale anche negli anni a venire nonostante non manchino le previsioni di una rapida diffusione dei mezzi green in sostituzione dei tradizionali ed inquinanti veicoli alimentati dai combustibili fossili.

Elettrico vs fossile: la difficoltà della sfida

Ad occuparsi della questione, e fornire una serie di risposte e considerazioni interessanti, è stata recentemente anche McKinsey per bocca di Russell Hensley, co-leader del “McKinsey Center for Future Mobility” nel continente americano. Il punto di partenza è una considerazione evidente ma sulle cui implicazioni non si ragiona quasi mai abbastanza: la stragrande maggioranza dei veicoli oggi in circolazione è alimentata da motori a combustione interna, con i conseguenti effetti sulle emissioni di CO2 climalteranti.

Fatto noto e arcinoto, certo, ma che determina a sua volta una situazione molto difficile da modificare in tempi brevi. “È piuttosto complesso progettare, sviluppare e produrre effettivamente veicoli elettrici su larga scala – afferma Russell Hensley – quando è presente una flotta di veicoli così dominata dal motore a combustione interna, e nel mondo tutto il sistema della mobilità è organizzato per questo tipo di mezzi”.

Il ruolo della politica nella mobilità elettrica

Ma esistono, ovviamente, delle forze in campo orientate al cambiamento, altrimenti la questione non si porrebbe neppure. A cominciare dalle istituzioni e dalla politica che in ambito nazionale e internazionale introducono da anni leggi e regolamenti volti a facilitare la diffusione dei veicoli elettrici nell’ambito della lotta al cambiamento climatico e all’inquinamento.

A spingere la mobilità green c’è poi l’evoluzione tecnologica. In particolare, un ruolo fondamentale è svolto dallo sviluppo delle batterie e dell’accumulo elettrico con continui progressi nello stoccaggio dell’energia necessaria al movimento dei veicoli. Dunque, a monte del cambiamento ci sono le politiche volte a ridurre le emissioni climalteranti, per il cui successo sono parte importante i veicoli elettrici, che a loro volta vedono nell’evoluzione delle batterie un elemento fondamentale.

L’importanza delle batterie

E proprio le batterie sono al centro del ragionamento di Hensley: “Non si tratta soltanto di avere delle fabbriche di veicoli elettrici, ma anche delle fabbriche di batterie da collocare nei veicoli elettrici. Ed è qui che entrano in gioco le gigafactory di batterie che però, per poter funzionare al meglio, necessitano di quantità enormi di materie prime che spesso provengono da luoghi difficili del mondo. È una questione che deve essere affrontata creando ecosistemi locali che tengano insieme industrie e miniere, oltre che migliorando il riciclo dei materiali”.

Il tutto tenendo sempre presente quelle che sono le necessità fondamentali quando si parla di una batteria destinata alla mobilità: “Stiamo parlando di un grande dispositivo di accumulo dell’energia, contenente delle materie prime preziose, che è destinato a funzionare per molto tempo all’interno dei veicoli. Per questo è necessario che la sua chimica sia stabile, per garantire che la batteria possa superare i molteplici cicli di carica e scarica per tutta la vita di un veicolo. Non è un compito facile se pensiamo che un’auto elettrica potrà durare fino a 16/17 anni”.

ciclo di vita delle batterie al litio

Stati Uniti dietro Europa e Cina

Una sfida nella sfida, quella rappresentata dall’evoluzione e dalla disponibilità delle batterie, che però non porta l’esperto di McKinsey a modificare la sua visione ottimistica della mobilità sostenibile sul breve e medio periodo.

“Al momento – spiega Hensley – l’adozione di veicoli elettrici differisce in modo abbastanza significativo da regione a regione. L’Europa e la Cina hanno tassi di penetrazione sul mercato abbastanza simili, che si aggirano intorno al 20-25% dei nuovi veicoli venduti. Negli Stati Uniti, invece, si è molto più lenti, con solo il 5/7% di elettrico nelle vendite di veicoli nuovi”.

Esistono varie ragioni che spiegano questa posizione di retroguardia degli Stati Uniti, come il peso maggiore di camioncini e SUV nel parco dei nuovi veicoli venduti, ma la cosa importante è che si tratta di un distacco momentaneo, il cui recupero sarà decisivo per l’accelerazione globale della mobilità sostenibile. “Il decennio in corso anche per gli Stati Uniti sarà quello della grande espansione dei veicoli elettrici, la cui adozione è destinata a passare dal 5% al 50% man mano che aumenterà la disponibilità dei modelli e l’intero ecosistema diverrà più competitivo”.

L’impatto della guida autonoma

Nelle sue considerazioni Hensley si spinge anche più in là, soffermandosi sull’altra grande transizione che attende la mobilità, questa volta non sotto il cofano ma al volante… “Tra un po’ di anni avremo dei veicoli autonomi, che si guidano da soli. Si tratta della cosiddetta autonomia di Livello 4 o Livello 5 che, in parole povere, può tradursi in mani e mente spente. Sarai in grado di fare quello che vuoi nel tempo in cui verrai trasportato, poiché non avrai alcun bisogno di guidare consapevolmente il tuo veicolo”.

Sarà un’ulteriore rivoluzione dei trasporti, che vedrà crescere la sicurezza sulle strade parallelamente al diffondersi della guida autonoma. “Sarà sempre più improbabile – afferma Hensley – che questi veicoli possano schiantarsi contro altri oggetti, poiché la tecnologia e i progressi nei loro sistemi di intelligenza saranno molto sviluppati. Quindi, ci muoviamo verso un futuro che offrirà enormi vantaggi per la società, non solo per la riduzione delle emissioni climalteranti ma anche per la presenza di veicoli molto più sicuri, con molti meno incidenti e vittime”.

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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