Cambia il mercato e cambiano anche proposte e competenze. Accade così che termoidraulica, FER (fonti energetiche rinnovabili) e colonne di ricarica per l’e-mobility si intersechino tra loro in un’ottica di vera e propria integrazione. Ce ne parla Domenico Bellocci, un impiantista sui generis, che ha fatto della risposta trasversale ai nuovi bisogni del mercato il proprio metro distintivo.
In 26 anni di vita la sua azienda – nata nel 1994 – si è dedicata da subito alle rinnovabili e alle tecnologie per il risparmio energetico, interessando il comparto termoidraulico prima ed elettrico poi. È recente invece l’apertura al mondo dell’e-mobility con le colonne di ricarica auto abbinate a impianti fotovoltaici o di cogenerazione. Il passo dalle FER alla mobilità elettrica è stato breve: “abbiamo iniziato a occuparci di accumulo dell’energia – trattiamo in particolare i sistemi di accumulo Senec – e a proporre, insieme a queste soluzioni, wallbox – ideali come soluzione domestica – e colonne di ricarica con cui sfruttare l’eccesso di energia prodotta dalle rinnovabili e stoccata. Soluzioni che si possono anche noleggiare” racconta Bellocci. In questo caso il proprietario dell’impianto è la società di noleggio a cui l’utente paga un canone comprensivo di manutenzione e assicurazione. “A termine del periodo di noleggio si può scegliere se fare un rinnovo tecnologico, installando un nuovo impianto, riscattarlo o continuare a noleggiarlo”.
L’abbinamento con le FER e l’accumulo è un mercato ancora tutto da sfruttare. “Entro l’anno contiamo di portare a conclusione le proposte fatte a inizio 2020 e sospese a causa del lockdown. Abbiamo progettato, per esempio, per un importante hotel di Milano l’abbinamento con la microcogenerazione – i vincoli architettonici in centro città impediscono la scelta del solare fotovoltaico. Gli impianti producono contemporaneamente energia termica ed elettrica, e proprio la parte di energia elettrica non consumata può essere utilizzata per la ricarica della auto elettriche”.
Una soluzione che sta diventando indispensabile per gli hotel, ci spiega Bellocci, tanto che, nella scelta di dove soggiornare, la presenza di colonnine elettriche sta diventano ormai un parametro di ricerca. “Gli hotel senza la colonnina di ricarica per le auto diventeranno presto obsoleti e su questo tema stiamo cercando di fare una campagna di sensibilizzazione proponendo le soluzioni più indicate per ogni specifico caso”.
Interpretare il mercato è altrettanto importante del conoscere le tecnologie. “È mia abitudine , anche per curiosità, spingermi verso ambiti che altri magari ancora non considerano e in questo settore ho visto del potenziale” racconta. “La mobilità elettrica è sempre più presente: wallbox e colonnine stanno diffondendosi persino nei piccoli centri. E allora perché non pensare a soluzioni anche per il privato? Quindi cerco di proporre l’implementazione del fotovoltaico anche sotto questi aspetti. Secondo me, c’è parecchio da fare”.
Soluzioni, peraltro, sostenute anche dalla politica nazione ed europea. “In particolare con il decreto che stabilisce il credito di imposta al 110% per interventi di riqualificazione energetica e adeguamento antisismico, che coinvolge anche il fotovoltaico, potranno riprendere vigore progetti prima bloccati e ora realizzabili proprio in funzione di questa super agevolazione. È possibile quindi che per questi sistemi, nei prossimi due anni, ci sarà una svolta importante”.
Per promuovere la diffusione della mobilità elettrica è necessario realizzare e potenziare le infrastrutture, anche nel privato
Indispensabile, soprattutto per l’integrazione con il fotovoltaico, è l’accumulo. “Viene fatto con sistemi di batterie inserite sull’impianto, dimensionati in funzione del tipo di impianto e installabili anche su quelli esistenti” spiega Bellocci. Sistemi dotati peraltro di molte funzioni, “oltre a stoccare l’energia svolgono anche la funzione di backup. Vi colleghiamo, quindi, gli impianti che non devono mai essere disalimentati. In caso di mancanza di corrente, il sistema provvederà a mantenere attivo un circuito preferenziale prescelto, per esempio quello di sicurezza. Mentre su impianti nuovi si sceglierà un sistema di accumulo con inverter incorporato che consenta la gestione dei carichi in funzione delle necessità dell’utente”.
In questo modo si ottimizza lo sfruttamento intelligente dell’energia prodotta da FER, in ottica IoT, con telegestione, manutenzione e aggiornamento da remoto, anche direttamente dalla casa madre. Soluzioni che “sono molto più di un semplice accumulo e con un potenziale enorme”.
Sapere leggere l’evolvere delle esigenze di mercato è il punto di forza di ogni imprenditore, ma cosa deve fare un impiantista per avvicinarsi a nuovi settori? Secondo Bellocci: