PNRR ed energia rinnovabile: cosa è previsto

L’energia rinnovabile è un punto chiave per lo sviluppo e la ripresa del Paese, soprattutto ora. Non è un caso che il PNRR dedichi un’intera missione alla “Rivoluzione verde e transizione ecologica”.
Eolico offshore tra i progetti del PNRR

Il tema dell’energia rinnovabile è più che mai attuale, in un contesto in cui la crisi energetica ha grande impatto sull’intero tessuto socio-economico del Paese. Non si tratta certamente di una novità ed è ormai da diversi anni che si agevola lo sviluppo di impianti per la produzione di energia rinnovabile. Nonostante ciò, è un dato di fatto che, rispetto agli obiettivi ambiziosi posti dall’Europa per il 2050, ci sia ancora un lungo cammino da percorrere. Non è un caso che, in Italia, nel PNRR è stato previsto che la missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica” sia quella a cui destinare l’importo maggiore, quasi 60 miliardi di euro.

Cosa prevede la missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica”

All’interno di questa missione il Governo prevede lo sviluppo di differenti progetti, che condividono l’obiettivo finale di favorire la transizione verde dell’Italia, grazie anche all’energia prodotta da fonti rinnovabili. Questa missione ha anche lo scopo ultimo di aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici, soprattutto dato l’intensificarsi di eventi naturali severi.

Per raggiungere l’obiettivo è necessario finanziare gli investimenti nelle principali filiere della transizione ecologica, in ricerca e sviluppo e nella nascita di nuovi modelli di business. Le rinnovabili sono un valido alleato per combattere i cambiamenti climatici e abbattere le emissioni di CO2. Entrando più nel dettaglio, i principali temi affrontati riguardano allora l’idrogeno, le batterie, il fotovoltaico, l’eolico, ma anche l’importanza della crescita di startup innovative impegnate in ambiti ecologici.

Il ruolo dell’idrogeno nel PNRR

L’idrogeno è considerato una soluzione per decarbonizzare l’industria, i trasporti e il settore terziario e se ne parla molto all’interno della missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica”.

Un principale obiettivo, infatti, è quello di favorire la crescita degli impianti industriali in cui produrre elettrolizzatori, necessari per la rottura delle molecole d’acqua da cui ricavare idrogeno. Si vorrebbe raggiungere una capacità di elettrolisi di circa 1 GW entro 4 anni e 5 GW entro il 2030.

Una visione in linea con quanto previsto da “Hydrogen Roadmap Europe”, che vede l’idrogeno in grado di soddisfare il 24% della domanda energetica entro il 2050. I vantaggi in termini di riduzione di CO2 sarebbero significativi, pari a 560 milioni di tonnellate. Perché tutto questo sia possibile, il Governo investe anche sullo sviluppo e la ricerca, per migliorare le conoscenze relative sia alle tecnologie di produzione, che di stoccaggio e distribuzione.

Infine, si finanziano progetti anche per favorire sperimentazioni con l’idrogeno in ambito di trasporto ferroviario e stradale. Nel primo caso, si vogliono convertire le linee ferroviarie non elettrificate, acquistando treni H2, nel secondo caso si punta ad aumentare il trasporto a idrogeno su strada, fino a coprire il 5-7% del mercato degli autoveicoli (sia camion, che auto). Si svilupperà di pari passo anche una rete di stazioni di rifornimento, soprattutto in aree strategiche per i mezzi di trasporto pesanti.

Produzione idrogeno inclusa nel PNRR

Agrovoltaico, impianti off-shore e comunità energetiche

Il PNRR prevede progetti che finanziano la realizzazione di impianti eolici e fotovoltaici offshore, tra cui almeno 100 MW con sistemi di accumulo, e altri 100 MW con altre tecnologie. Tra le soluzioni innovative contemplate ci sono anche i sistemi che sfruttano le correnti e il moto delle onde. La nuova produzione sarà pari a 480 GW all’anno di energia, con una riduzione prevista delle emissioni di CO2 pari a 286.000 tonnellate/anno.

Energia rinnovabile anche nel campo dell’agricoltura, dove si vogliono diffondere gli impianti agro-voltaici di medie e grandi dimensioni, così da rendere più sostenibile l’intero settore. Si vogliono ridurre i costi di approvvigionamento energetico del settore e il suo impatto sull’ambiente e sulla qualità dell’aria. Una scelta che non è casuale, dato che il settore agricolo è responsabile del 10% delle emissioni di gas serra in Europa.

Infine, sono 2,2 i miliardi destinati alle comunità energetiche, per produrre, consumare e utilizzare energia rinnovabile prodotta localmente con impianti condivisi. I membri della comunità energetica beneficiano di prezzi accessibili e l’energia rinnovabile trova maggior diffusione. Per questo le comunità energetiche sono considerate importanti per la transizione verde e lo sviluppo sostenibile dell’Italia.

tra le rinnovabili anche la produzione di biometano

Favorire l’utilizzo del biometano

Infine, il PNRR prevede un progetto dedicato al miglioramento dell’uso del biometano, ottenuto da biomasse agricole o agroindustriali, con l’obiettivo di migliorare di 2,3-2,5 miliardi di metri cubi la produzione di biometano, riducendo l’uso dei gas a effetto serra. Il biometano, del resto, è considerato strategico anche in ottica di economia circolare, in quanto favorisce il recupero energetico di residui organici e può contribuire al raggiungimento dei target 2030. T

ra gli interventi previsti c’è la riconversione degli impianti biogas agricoli esistenti, in modo che producano per l’industria e il riscaldamento; la realizzazione di nuovi impianti; lo studio di pratiche di produzione più sostenibili e la sostituzione dei mezzi agricoli datati con altri nuovi e alimentati a biometano.

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Gaia Mussi

Laureata in Progettazione Tecnologica e Ambientale, da sempre appassionata ai temi della sostenibilità e della tecnologia. Collabora come copywriter con portali, magazine e aziende per la creazione di contenuti inerenti il campo dell’edilizia, della sostenibilità e del risparmio energetico
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