Casa Smart: prospettiva tecnologica ed evoluzione dei canali di vendita

Nel 2020 la pandemia ha influenzato il mondo della Smart Home nel suo complesso, impattando anche sulle relative tecnologie oltre che sui canali di vendita
Tecnologie per la Casa Smart

Nel corso del 2020 l’emergenza legata al Covid-19 ha influenzato il mondo della Smart Home nel suo complesso, agendo innanzitutto sul suo mercato ma non solo. La pandemia ha avuto un impatto anche sulle tecnologie della casa intelligente oltre che sui canali di vendita tramite cui i prodotti Smart Home vengono veicolati ai consumatori. Su questi due aspetti si è riflettuto in una delle tavole rotonde del recente convegno “Stay at Home, stay in a Smart Home: la casa intelligente alla prova del Covid”. L’evento è stata l’occasione per presentare la nuova ricerca sulla Smart Home realizzata dall’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano.

Analizziamo alcuni dei punti più interessanti approfonditi nel corso della tavola rotonda.

Casa Smart: l’evoluzione delle tecnologie abilitanti

Il 2020 è stato un anno che ha permesso di guardare alle soluzioni tecnologiche della Smart Home con un po’ più di distacco, concentrandosi sui punti essenziali.

Sotto il profilo tecnologico, un ruolo di prim’ordine è occupato:

  • dagli ecosistemi;
  • dai protocolli;
  • dai sensori.

Ecosistemi

Per ciò che riguarda gli ecosistemi, nel corso del 2020 i principali consorzi per l’interoperabilità della Smart Home hanno fornito una spinta importante verso la standardizzazione delle tecnologie di integrazione, con lo sviluppo di specifiche e di programmi di certificazione dedicati all’interoperabilità.

I progetti portati avanti sono diversi. Sono ad esempio continuati gli sforzi del gruppo di lavoro congiunto Connected Home over IP (CHIP) sulla definizione delle specifiche dell’omonimo framework open-source. Il consorzio, guidato dalla ZigBee Alliance e sostenuto da Amazon, Apple e Google, ha avviato ufficialmente i lavori a gennaio 2020, pubblicando il codice sorgente delle prime implementazioni di riferimento per i dispositivi connessi e aprendo ai contributi delle community di sviluppatori in ottica open-source.

In aggiunta, il consorzio ha pubblicato l’architettura dello strato applicativo che i dispositivi compatibili dovranno supportare per garantire l’interoperabilità tra device.
L’obiettivo è di concludere la definizione dello standard entro il 2021, con il conseguente rilascio di un programma di certificazione per dispositivi.

Alcuni progetti sono stati invece abbandonati. È il caso di Android Things, piattaforma di sviluppo nata nel 2015, di cui Google ha dichiarato la chiusura sul finire del 2020.

Nel frattempo è continuato ad aumentare il successo degli Smart Speaker, con alcune novità molto interessanti per gli sviluppatori. Dei cambiamenti di rilievo si sono riscontrati ad esempio nell’ecosistema Alexa. Lo Smart Speaker targato Amazon ha introdotto le Alexa Conversations, un nuovo approccio basato sull’apprendimento profondo, che gli sviluppatori stanno usando per far parlare Alexa in modo naturale.

Una novità riguardante il mondo Google Home è stata invece l’introduzione su alcuni Speaker del Local Control, ossia della possibilità di avere una parziale elaborazione locale dei dati, determinando così un impatto di rilievo a livello della privacy.

Ecosistemi degli Smart Speaker
Novità negli ecosistemi degli Smart Speaker – Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano

Altro ambito relativo all’interoperabilità è quello dell’Open Connectivity Foundation (OCF) che punta sulla standardizzazione della comunicazione tra i cloud dei produttori di dispositivi. Il consorzio, guidato da Electrolux, LG, Qualcomm e Samsung, ha introdotto la nuova implementazione di riferimento per l’integrazione Cloud-to-Cloud e il programma di certificazione Unified Cloud Interface (UCI). L’obiettivo del programma è assicurare l’interoperabilità di dispositivi di produttori differenti, connessi ai rispettivi Product Cloud.

Protocolli

I protocolli rappresentano lo strumento di base della Smart Home, perché da essi dipende la capacità di creare connettività all’interno delle case. Il Re della connettività tra le mura domestiche è da anni il WiFi. Oggi il WiFi entra nelle case con la sua ultima versione, il WiFi 6, che ha introdotto una serie di elementi migliorativi nella rete domestica, legati soprattutto alla possibilità di colloquio a larga banda anche su più oggetti connessi simultaneamente.

In questo periodo una delle tecnologie di maggiore successo è Zigbee che nel corso del 2020 ha consolidato la sua posizione di leadership nel mondo dei protocolli Short-Range, aumentando il distacco rispetto al protocollo wireless Z-Wave.

Nel 2020, Z-Wave ha invece lanciato una nuova tecnologia Long Range che consente al gateway dentro casa di connettere oggetti più lontani presenti al di fuori delle mura domestiche.

Altro esempio interessante di connettività da “dentro a fuori casa” è quello di Helium che ha sviluppato l’idea di una rete LoRaWAN di vicinato basata su hotspot domestici che forniscono connettività esterna a terzi con pagamenti in criptovaluta per ogni messaggio consegnato.

Sensori

Anche il mondo dei sensori ha prodotto dei fenomeni molti interessanti nel corso del 2020. Uno di questi è la nascita di sensori completamente integrati e miniaturizzati grazie alla disponibilità di tecnologie Long Range a bassissimo consumo sulle frequenze 915 e 868 MHz.

Tecnologie per la Smart Home: le prospettive future

Guardando al futuro, l’analisi del 2020 ha permesso di evidenziare la presenza di diversi i trend in atto. Tra questi, l’Intelligenza Artificiale (AI) rappresenta un tassello sempre più importante all’interno dell’ecosistema delle case intelligenti.

Accanto agli Smart Speaker, in cui algoritmi di interpretazione del linguaggio naturale abilitano il controllo vocale degli oggetti, l’AI si sta diffondendo nelle abitazioni secondo due direzioni. Da un lato è presente negli oggetti connessi attivando funzionalità avanzate, come nel caso di telecamere, di termostati e di logiche di pagamento innovative come il Pay per Use.

Dall’altro lato, l’Intelligenza Artificiale si propone come gestore della casa, coordinando i diversi oggetti, anche uscendo dai confini della singola abitazione. È il caso, ad esempio, di un interessante progetto realizzato nel 2020 nel quartiere Basalt Vista in Colorado, in cui un sistema di gestione intelligente coordina la produzione e i consumi di ogni casa, immagazzinando o condividendo energia nella rete a seconda delle necessità.

Mercato della casa Smart: l’evoluzione dei canali di vendita

Come si è ripartito invece il mercato della casa intelligente nell’ultimo anno? Il primo dato significativo si ha nel fatto che nel corso del 2020, sotto l’impulso della pandemia, la filiera tradizionale ha ceduto il proprio primo posto sul podio dei canali di vendita agli acquisti online che hanno conosciuto un buon tasso di crescita, raggiungendo quota 180 milioni di euro a fine anno. Ma entriamo ancor più specificatamente nel dettaglio delle diverse filiere.

Filiera tradizionale

Pur continuando ad avere un peso rilevante all’interno del mercato Smart Home, la filiera tradizionale ha osservato una significativa decrescita lo scorso anno, segnando un -17% e attestandosi sui 175 milioni di euro.

Canali di vendita della Casa Smart
Smart Home 2020: i canali di vendita – Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano

I produttori hanno cercato di avvicinarsi ulteriormente al consumatore finale. Inoltre, come nel 2019, anche nel 2020, in questa filiera l’installatore ha continuato a essere una figura centrale, nonostante i consumatori inizino a considerarlo sempre di più come un servizio aggiuntivo.

Che cosa si prevede invece nell’immediato futuro per questo canale di vendita? In linea di massima, le prospettive della filiera tradizionale possono considerarsi positive. Con ogni probabilità, a trainare la ripartenza del canale saranno:

  • in parte gli incentivi previsti per la riqualificazione energetica degli immobili;
  • in parte l’introduzione dello Smart Readiness Indicator, ovvero lo specifico indicatore con cui si misurano le performance digitali di un edificio.

e-Retailer

Quello degli e-Retailer, ossia dei merchant che vendono esclusivamente online, è stato l’unico canale che nel corso del 2020 ha conosciuto una crescita reale e importante, segnando un +20% e rappresentando il 36% del mercato della Smart Home.

Tra le soluzioni connesse per la casa più vendute oltre agli Smart Speaker, sono rientrate le casse audio, i piccoli elettrodomestici e le prese intelligenti.

Retailer multicanale

I Retailer multicanale hanno riscontrato una leggera flessione nelle vendite. Hanno patito le restrizioni sulle aperture dei negozi fisici, ma nel complesso sono comunque riusciti a recuperare le vendite perse durante i mesi del lockdown, mantenendo un valore di fatturato di poco inferiore rispetto a quello registrato nel 2019 (95 milioni di euro, -5%).

La chiusura forzata dei punti vendita fisici ha inoltre condotto a un ampliamento dell’offerta online che a oggi resta comunque ancora ridotta rispetto all’offerta degli e-Retailer.

Telco, Utility e Assicurazioni

Sono infine rimaste per il momento limitate le vendite di Telco, Utility e Assicurazioni. Per molte di queste aziende il 2020 è stato infatti un anno di ripensamento sul fronte delle nuove offerte integrate per la casa.

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Evelyn Baleani

Giornalista e Web Editor freelance. Si occupa di contenuti per i media dal 2000. Dopo aver lavorato per alcuni anni in redazioni di società di produzione televisiva e Web Agency, ha deciso di spiccare il volo con un’attività tutta sua. Le sue più grandi passioni sono l'ambiente, il Web, la scrittura e la Spagna
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