Audit energetici e imprese: come procedere e scadenze 2023

Grandi Imprese e le Imprese Energivore sono sottoposte all’obbligo di eseguire audit energetici ogni quattro anni. La prossima scadenza è dicembre 2023
Audit energetici: obblighi e scadenze delle imprese

L’audit energetico, o anche diagnosi energetica, è un’attività che prevede di condurre un’indagine finalizzata a valutare i consumi energetici di un’impresa. Per alcune aziende, l’audit energetico è un obbligo per legge e la prossima scadenza è dicembre 2023.

Audit energetici: cos’è la diagnosi energetica e obblighi

Entro dicembre 2023, le imprese sottoposte a obbligo sono tenute alla presentazione della diagnosi energetica eseguita sulla base dei dati raccolti e relativi al 2022. L’obbligo riguarda le Grandi Imprese e le Imprese Energivore, secondo quanto definito dall’art. 8 del D.lgs. 102/2014. La prima scadenza per le diagnosi energetiche è stata il 5 dicembre 2015, con la definizione di una successiva frequenza quadriennale. A quella data, quindi, ne è seguita una seconda nel 2019 e, ora, tocca al 2023. La documentazione richiesta deve essere caricata sullo specifico portale di ENEA, secondo quanto contenuto nelle Linee Guida appositamente elaborate.

effettuare diagnosi energetiche

È sempre il D.lgs. 102/2014, all’art.2, a definire l’audit o la diagnosi energetica come la “procedura sistematica finalizzata a ottenere un’adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o gruppo di edifici, di una attività o impianto industriale o commerciale o di servizi pubblici o privati, a individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi-benefici e a riferire in merito ai risultati”. Si tratta, quindi, di un audit energetico, che deve necessariamente essere condotto da un soggetto certificato, quale una ESCo o un Esperto di Gestione dell’Energia (EGE).

Cosa fare entro dicembre 2023

Come anticipato, la periodicità con cui presentare all’ENEA la diagnosi energetica è quadriennale, per cui le Grandi Imprese o le Imprese Energivore sono tenute a rispettare la scadenza del 5 dicembre 2023.

Ciò significa che le aziende con più di 250 dipendenti e fatturato superiore a 50 milioni di euro o con un totale di bilancio annuo superiore a 43 milioni di euro, così come quelle iscritte all’elenco della Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (CSEA) dovranno occuparsi di sottoporre a diagnosi energetica i propri siti produttivi presenti sul territorio nazionale.

Lo scopo è valutare l’efficienza energetica e favorire lo sviluppo sostenibile. Si devono mobilitare, quindi, tutte le aziende che erano già soggette all’obbligo nel 2019 e che hanno già presentato una precedente diagnosi e anche tutte le nuove aziende che, nel corso di questi ultimi anni, ricadono nella casistica sopra riportata.

Il primo passo è quello di individuare il team di professionisti da incaricare per l’esecuzione della diagnosi energetica, che si occuperà della raccolta di informazioni e dati, dei sopralluoghi presso l’azienda e di altre attività quali la mappatura delle utenze, la suddivisione dei consumi e l’effettiva redazione della relazione finale. Durante questo percorso, verranno valutati anche aspetti quali la possibilità di implementare sistemi di monitoraggio, azioni per l’efficientamento, il ricorso ai Certificati Bianchi, intercettare finanziamenti.

Al termine delle attività, poi, è chiaramente necessario procedere al corretto caricamento sul portale ENEA della documentazione elaborata.
Un’ulteriore attenzione, infine, deve essere posta agli interventi di efficienza proposti, in quanto secondo il D.Lgs 73/2020 se ne dovrebbe attuare almeno uno o, in alternativa, provvedere all’implementazione di un Sistema di Gestione dell’Energia secondo la ISO 50001.

I dati raccolti da ENEA sulle diagnosi energetiche

All’epoca del caricamento nel 2019, erano state 11.172 le diagnosi energetiche presentate sul portale ENEA, da parte di 6.434 imprese, a cui si aggiungono quelle incluse nelle clusterizzazioni, per un totale di 9.195 aziende. La clusterizzazione è un meccanismo proposto da ENEA per le imprese multi sito, per le quali si prevede il “raggruppamento” delle differenti sedi, che possono essere tutte sottoposte a diagnosi energetica oppure a campione, a seguito di una suddivisione per fasce di consumo. Questa metodologia riguarda le aziende con un’unica partita IVA e più sedi, così come i gruppi di imprese o le realtà associate.

Dai dati, nel complesso, emerge che sono 3.956 le imprese che si dichiarano energivore. Inoltre, si osserva che di tutte le imprese che hanno caricato la diagnosi energetica, sono 1.584 quelle certificate secondo la ISO 14001 (Sistema di Gestione Ambientale), solo 405 sono certificate secondo la ISO 50001 (Sistemi di Gestione per l’Energia) e ancor meno quelle dotate di un sistema EMAS, per un totale di 117.

Infine, se si analizzano i settori di provenienza delle imprese che hanno presentato la diagnosi energetica, si evince che quello a cui è imputabile il numero più elevato di presentazioni è ovviamente quello manifatturiero, con un totale 5.916 pratiche. Segue quello del Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli, con 1.561 diagnosi energetiche.

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Gaia Mussi

Laureata in Progettazione Tecnologica e Ambientale, da sempre appassionata ai temi della sostenibilità e della tecnologia. Collabora come copywriter con portali, magazine e aziende per la creazione di contenuti inerenti il campo dell’edilizia, della sostenibilità e del risparmio energetico
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