Le dieci tendenze più importanti per l’accumulo energetico nel 2023

Un report di BloombergNEF individua i punti chiave che dovrebbero propiziare un’ulteriore crescita per le batterie e in generale per l’accumulo energetico nel 2023
Quali i trend per l'accumulo energetico nel 2023?

Fra i temi caldi di questo 2023, ragionando in termini di transizione energetica, c’è sicuramente l’andamento del settore dell’accumulo energetico, in primis le batterie, con la consapevolezza che il suo continuo sviluppo rappresenta sempre più un fattore indispensabile a garantire una crescita senza freni o addirittura interruzioni per l’intero comparto green.

10 principali trend per l’accumulo energetico nel 2023

A fare il punto della situazione, con un approfondimento realizzato fra il vecchio e il nuovo anno, c’è BloombergNEF che ha individuato quelle che dovrebbero essere le dieci principali tendenze del 2023 nell’ambito, appunto, dello stoccaggio dell’energia.

I prezzi delle batterie non scendono

Pur riportando una larga maggioranza di elementi positivi nella sua analisi, BNEF inizia il suo decalogo indicando invece una criticità, ovvero i prezzi delle batterie agli ioni di litio che nell’anno in corso sono destinati a rimanere su livelli elevati, con una media di 152 dollari per chilowattora (kWh). Si tratta di un piccolo incremento rispetto al 2022, quando il prezzo dei pacchi batteria agli ioni di litio in tutti i settori è stato in media di 151 dollari per kWh.

Per comprendere meglio la dinamica dei prezzi va ricordato che nel 2021, per la prima volta, si era registrato un aumento del costo delle batterie agli ioni di litio, con una crescita del 7%. In relazione al permanere del livello di costo elevato, BNEF spiega che “anche i prezzi di litio e nichel rimarranno alti nel 2023, data l’incertezza che circonda la politica di riapertura post-Covid Zero della Cina e la continua interruzione delle catene di approvvigionamento di metallo causate dalla guerra della Russia in Ucraina”.

Prosegue la volatilità del settore

I problemi della Cina con il Covid e il conflitto in Ucraina spiegano, nella visione di BloombergNEF, anche il permanere della volatilità dell’offerta, della domanda e dei prezzi nel settore dell’accumulo. A determinarla, anche l’aumento su scala globale delle pressioni inflazionistiche nonché dei timori per l’ingresso in una fase di recessione.

Esordio delle batterie agli ioni di sodio

Non esiste soltanto la tecnologia agli ioni di litio, e BNEF ce lo ricorda prevedendo per l’anno in corso l’annuncio da parte di un grande produttore di batterie, piuttosto che di un produttore di veicoli a due o tre ruote, relativo all’adozione di un accumulatore agli ioni di sodio. Possibile anche la messa in commercio di sistemi di accumulo di energia (ESS) basati su questa tecnologia alternativa.

“Le batterie agli ioni di sodio – si legge nel report -, sebbene ancora agli inizi, stanno iniziando a espandersi. In alternativa alle batterie agli ioni di litio, le offerte di tecnologia con modelli agli ioni di sodio potrebbero alleviare le pressioni del mercato delle batterie – e potenzialmente ridurre i costi – già nel 2026”.

Espansione delle batterie a stato solido

Altra declinazione delle batterie è quella relativa ai modelli a stato solido, ritenuti da BNEF “la tecnologia più promettente per spingere la densità energetica a livello di cella fino a 500 wattora per chilogrammo e far scendere i prezzi delle batterie nella seconda metà del decennio”. A puntello di questa affermazione, si sottolinea come diversi produttori leader di batterie hanno definito chiare tabelle di marcia per commercializzare batterie a stato solido entro questo decennio.

energy storage

Gli Stati Uniti puntano sulle batterie

Con la pubblicazione dell’Inflation Reduction Act (IRA) gli Stati Uniti hanno portato a oltre 80 miliardi di dollari i nuovi investimenti per la catena di fornitura delle batterie. “Con una buona fetta di denaro destinata al settore energetico e ai veicoli elettrici, la legge rappresenta il più grande sforzo mai realizzato per rafforzare la catena di fornitura delle batterie negli Stati Uniti”.

Che cosa farà l’Europa?

A questo punto, con la catena di fornitura delle batterie nordamericana “coperta” dall’IRA, è plausibile che in questi mesi i player europei nel settore delle batterie faranno pressioni sull’Unione Europea affinché offra nuovi incentivi. “L’Europa sarà sotto pressione per allentare le regole sugli aiuti di Stato (che limitano la spesa dei sussidi a livello nazionale), facilitare le autorizzazioni e potenzialmente stanziare ulteriori fondi dell’UE per la fornitura di batterie”.

La Cina cerca di inserirsi

Per gli avvenimenti del 2023 non si può poi dimenticare il ruolo svolto da un terzo grande protagonista nel settore dell’accumulo, la Cina. Ebbene, BloombergNEF vede Pechino alla ricerca di “soluzioni creative” nella catena di fornitura delle batterie, come accordi di partnership e la realizzazione di impianti produttivi direttamente in Europa e Stati Uniti, per mantenere forte la sua presenza commerciale.

I costi dei sistemi di accumulo restano alti

Così come per le batterie agli ioni di litio, BNEF prevede che nell’anno in corso “i costi dei sistema di accumulo dell’energia rimarranno superiori a 300 dollari/kWh per un sistema chiavi in mano della durata di quattro ore”. Questo dopo che nel 2022 l’aumento dei prezzi delle materie prime e dei componenti ha portato al primo incremento dei costi dei sistemi di accumulo di energia da quando vengono monitorati.

Ma i sistemi di accumulo raddoppiano

I costi più elevati comunque non impediranno la crescita del mercato dei sistemi di accumulo dell’energia, che anzi nel 2023 segnerà un nuovo record. “Il mercato globale dello stoccaggio di energia – si legge nel report – aggiungerà circa 28 GW/69 GWh di stoccaggio di energia entro la fine del 2023. In termini di gigawattora, il mercato quasi raddoppierà rispetto alle installazioni dell’anno precedente”.

Stoccaggio con pompaggio idroelettrico

Infine, BNEF concentra l’attenzione su una particolare tecnologia di accumulo energetico: “Il pompaggio idroelettrico torna alla ribalta con gli investitori e i responsabili politici che punteranno maggiormente su questo tipo di stoccaggio dell’energia nel 2023. Ipotizziamo che ciò possa portare a investimenti più impegnativi verso l’idroelettrico con pompaggio rispetto ad altre tecnologie di stoccaggio dell’energia a lunga durata”.

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Leonardo Barbini

Copywriter ed editorialista di Elettricomagazine.it, appassionato di tecnologia. Da anni segue le tematiche della mobilità elettrica, della transizione energetica e della sostenibilità
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