Di questi tempi, con il conflitto in Ucraina e la conseguente crisi energetica che hanno portato l’inflazione alle stelle, già il solo parlare di un costo che diminuisce rappresenta una notizia non da poco. Che poi si amplifica ulteriormente considerato che l’argomento è quello delle fonti rinnovabili e il loro paragone “eterno” con i combustibili fossili.
A raccontarci di questa significativa discesa è un rapporto di IRENA, (l’Agenzia internazionale dell’energia rinnovabile), dal titolo Renewable Power Generation Costs in 2021. Uno studio che si fonda su un database imponente, “alimentato” da circa 21.000 progetti di generazione di energia rinnovabile in tutto il mondo.
Il messaggio più importante è, appunto, che il costo medio globale dei nuovi progetti di energia solare fotovoltaica, nonché di quelli relativi all’eolico (onshore e offshore), l’anno scorso è diminuito muovendosi in netta controtendenza rispetto al prolungato andamento al rialzo dei combustibili fossili.
Una flessione avvenuta nonostante l’aumento dei costi dei materiali e delle apparecchiature, favorita però dal ritardo con cui questi rincari si riversano integralmente sui costi finali delle installazioni. Quest’ultima, peraltro, è una considerazione che porta a pensare come il bilancio del 2022 potrebbe non essere altrettanto favorevole.
In particolare, il report di IRENA prende in considerazione l’andamento dell’indice LCOE (acronimo di Levelized Cost Of Electricity). Ebbene, la media ponderata globale del costo dell’elettricità relativo ai nuovi progetti eolici onshore aggiunti nel 2021 è scesa del 15%, anno su anno, fino al valore di 0,033 dollari per kWh.
Diminuzioni altrettanto significative si sono verificate nel 2021 per i nuovi progetti di solare fotovoltaico, il cui costo è calato del 13% su base annua fino a raggiungere quota 0,048 dollari per kWh, oltre che per le nuove installazioni dell’eolico offshore, scese anch’esse del 13% fino a 0,075 dollari per kWh, dove il maggior prezzo rispetto all’onshore è tradizionalmente dovuto ai maggiori costi di trasmissione.
Il Renewable Power Generation Costs sottolinea come, allargando l’orizzonte temporale di riferimento, la progressione delle fonti rinnovabili in termini di convenienza economica è stata addirittura esponenziale. Infatti, l’indice LCOE medio ponderato globale dei progetti solari fotovoltaici è diminuito dell’88% tra il 2010 e il 2021, mentre quello dell’eolico onshore è diminuito del 68% e l’eolico offshore del 60%.
Si diceva in apertura dell’immancabile paragone con i costi dei combustibili fossili. In quest’ambito non soltanto le rinnovabili sono sempre più vincenti, ma “neutralizzano” senza problemi anche i menzionati contraccolpi dovuti all’aumento dei prezzi dei materiali e delle apparecchiature necessari alle nuove installazioni, un rincaro già sensibile nel 2021 ma ulteriormente accentuatosi nell’anno in corso.
Un incremento dei costi non trascurabile, ma di gran lunga inferiore rispetto a quello delle fonti energetiche inquinanti, tanto che il report IRENA quantifica che il costo totale per kWh della nuova capacità solare ed eolica aggiunta in Europa nel 2021 sarà in media da quattro a sei volte inferiore ai costi marginali di generazione dei combustibili fossili nel 2022.
Ed ancora, sempre nel nostro continente, tra gennaio e maggio di quest’anno la sola generazione solare ed eolica ha evitato importazioni di combustibili fossili, principalmente gas, per almeno 50 miliardi di dollari. A livello globale, la nuova capacità rinnovabile aggiunta nel 2021 potrebbe ridurre i costi di produzione di elettricità nel 2022 di almeno 55 miliardi di dollari e ridurre la crisi energetica.