Innovazione e sicurezza nelle abitazioni con un unico dispositivo: nasce PRY-CAM HOME

L’innovazione di questi ultimi anni ha contribuito allo sviluppo di nuove tecnologie in risposta a tre principali bisogni: migliorare l’efficienza degli impianti e dei dispositivi presenti al loro interno, assicurare la sicurezza nel loro utilizzo e aumentare il comfort delle nostre abitazioni.
Prysmian Group, come principale player del settore dei cavi e dei sistemi, offre il suo supporto con PRY-CAM HOME.

Più sicurezza in casa

Grazie a PRY-CAM HOME, la soluzione ideale per il monitoraggio degli impianti elettrici domestici sviluppata da Prysmian Group, elettricisti, installatori e manutentori possono eseguire facilmente, rapidamente e con un unico strumento, le principali prove previste dalla normativa vigente per la certificazione di un impianto elettrico domestico, vale a dire: misura della caduta di tensione, misura della resistenza dell’anello di terra, misura della corrente differenziale, test dell’interruttore magnetotermico e test dell’interruttore differenziale.

Sul mercato sono disponibili alternative in grado di effettuare solo alcuni di questi test, ma non sempre sono di semplice impiego e spesso hanno un costo importante.
Inoltre, le tempistiche per l’esecuzione delle prove sono piuttosto lunghe.
Ciò comporta, da parte degli installatori, l’esecuzione delle sole valutazioni indispensabili per rilasciare la certificazione di conformità dell’impianto elettrico, come il controllo a vista e la verifica di funzionamento, tralasciando le altre.

PRY-CAM HOME offre agli elettricisti l’interessante funzione di analisi che si rivela utile per l’esecuzione dei vari test strumentali necessari per il collaudo di un nuovo impianto o in occasione di interventi di manutenzione periodici di quelli già esistenti.
Una volta eseguite le diverse prove strumentali, PRY-CAM HOME rilascia un documento di sintesi dei risultati ottenuti.

Come funziona PRY-CAM HOME

Compatto e semplice da installare, PRY-CAM HOME si compone di due unità: MASTER e PLUG.

L’unità MASTER è pensata per essere installata nel quadro elettrico dell’impianto e ha le medesime dimensioni delle altre componenti presenti. Si occupa della raccolta dei dati relativi all’impianto, accessibili in tempo reale tramite App dedicata.

L’unità PLUG è di esclusivo utilizzo da parte dell’elettricista per la realizzazione delle prove strumentali previste dalla normativa per la certificazione degli impianti elettrici, in combinazione con il MASTER installato.
Mentre l’unità MASTER, una volta installata, rimane in loco operativa come parte integrante dell’impianto elettrico, il dispositivo PLUG rimane in dotazione all’elettricista per successivi test ed eventuali verifiche.

Così facendo, PRY-CAM HOME agevola l’installatore nel proprio lavoro e riduce il tempo necessario per i successivi controlli. Questa soluzione, inoltre, consente all’elettricista di mitigare il rischio connesso all’assunzione di responsabilità derivante dal rilascio della certificazione dell’impianto elettrico, in quanto supportata da prove strumentali documentate.

PRY-CAM HOME è, in sintesi, la soluzione che permette di rendere più semplice ed efficiente la certificazione degli impianti elettrici da parte di professionisti del settore e garantirne sicurezza e longevità.

Vantaggi concreti per installatore e utente finale

La App PRY-CAM HOME è pensata per offrire interessanti vantaggi sia per l’installatore, sia per l’utente finale.
Per il primo consente la pianificazione delle attività di manutenzione in accordo con l’utente finale, per un servizio davvero su misura, permettendogli di rendere più efficienti e sicuri gli impianti elettrici dei propri clienti.

Per questi ultimi, l’App PRY-CAM HOME (disponibile sia per Android sia per iOS) mostrerà parametri quali i consumi complessivi del proprio impianto elettrico, le notifiche in caso di comportamento anomalo del sistema, i dati storici, il consumo degli elettrodomestici, le emissioni equivalenti di CO2 e molto altro ancora.

PRY-CAM HOME, dunque, consente di richiamare l’attenzione dell’utente domestico su situazioni non visibili e potenzialmente preoccupanti, dando quindi evidenza di sintomi nascosti di possibili guasti dell’impianto e permettendogli di contattare in tempo reale un’elettricista per la risoluzione delle problematiche rilevate.
In conclusione, con PRY-CAM HOME la sicurezza incontra l’innovazione e il risparmio economico va di pari passo con quello energetico. Una soluzione innovativa che rappresenta un prezioso strumento per gli installatori e al contempo una garanzia concreta per gli utenti domestici.

Ridurre le emissioni con le tecnologie digitali? Lo dicono i dati

Ridurre le emissioni con la digitalizzazione funziona, anzi conviene nell’ottica di una crescente integrazione tra responsabilità ambientale e sociale. Machine Learning, Intelligenza Artificiale, modellazione 3D e blockchain sono solo alcune delle tecnologie impiegate dal mondo industriale per raggiungere nuovi obiettivi di sostenibilità ed efficienza.

La conferma viene dall’ultimo report di CNBC “Unlocking a sustainable future: why digital solutions are the key to sustainable business transformation”, realizzato insieme a Schneider Electric per analizzare i movimenti green & digital di aziende e istituzioni globali.

Impianti smart ed emissioni ridotte: i casi vincenti

Al centro del documento, la possibilità di sfruttare l’Industria 4.0 per ridurre le emissioni di gas serra, passare alle fonti rinnovabili e rendere più trasparente la supply chain. Il tutto, ripercorrendo i casi studio di realtà aziendali di diversa natura.

I progetti più rilevanti riguardano:

Il clima chiama, AI e Machine Learning rispondono

“I risultati della COP 26 evidenziano l’urgente bisogno di prendere in mano il tema della sostenibilità e di lavorare per ridurre le emissioni e diventare subito più efficienti dal punto di vista energetico – spiega Jean-Pascal Tricoire, Presidente e CEO di Schneider Electric -. Nel prossimo decennio con la tecnologia digitale trasformeremo i propositi in azione. Possiamo ottenere la riduzione del 70% delle emissioni con tecnologie collaudate, che già esistono e sono competitive”.

Il report mostra appunto come applicarle e concretizzare questo futuro a zero emissioni. Integrando l’intelligenza umana e quella delle macchine, le aziende analizzate hanno sfruttato la capacità degli algoritmi e del calcolo a elevate prestazioni per portare un vero cambiamento. La rotta digitale ha toccato ambiti essenziali quali uso dell’energia, progettazione urbana, consumo di risorse, efficienza della supply chain, generazione di elettricità. Ancor più importante, le società più progressiste stanno capendo che la sostenibilità è cruciale per assicurare la continuità a lungo termine del loro business.

Sostenibilità e digitalizzazione: insieme è meglio

Gli investimenti in tecnologie digitali per ridurre le emissioni inquinanti generano valore solo se realizzati con un partner in grado di moltiplicarne gli effetti. Come nel caso di IHG Hotels & Resorts, che aiuta i suoi collaboratori in franchising di tutto il mondo a misurare e gestire il proprio impatto ambientale tramite un’innovativa piattaforma online. Due hotel della catena stanno a loro volta portando avanti un progetto di decarbonizzazione basato su precisi modelli e valutazioni delle emissioni di CO2.

Anche Schneider Electric ha più volte dimostrato di credere in questo processo virtuoso sviluppando soluzioni digitali energeticamente efficienti per i suoi clienti. I progetti presentati nel report di CNBC parlano infatti di tecnologie connesse, aperte e digitali che permettono alle aziende di ottenere efficienza e resilienza.

Solarwatt: semplificare il passaggio all’energia green

Solarwatt è un’azienda all’avanguardia nel settore del fotovoltaico che si pone l’obiettivo di semplificare il passaggio all’energia rinnovabile e renderla accessibile al maggior numero di persone. Negli anni è diventata un brand di riferimento per i moduli vetro-vetro ed è uno dei maggiori fornitori di batterie per l’accumulo di energia. Forte del proprio know-how, nel 2021 ha presentato al mercato Battery flex, una soluzione di accumulo particolarmente innovativa, flessibile e modulare. Una novità che è stata apprezzata da installatori e professionisti.

Paolo Lusiani direttore commerciale Solarwatt Italia

Paolo Lusiani direttore commerciale Solarwatt Italia

Battery flex, infatti, ha avuto ottimi riscontri in termini di ordini. “Nel primo trimestre del 2021 abbiamo aumentato le vendite dei sistemi di accumulo del 250%: nel secondo semestre, con l’introduzione del nuovo prodotto, le previsioni di crescita sono stimate tra il 200% e il 250%” ha sottolineato Paolo Lusiani, direttore commerciale di Solarwatt Italia. “Questi numeri sono il risultato di un lavoro di squadra: il prodotto è rivoluzionario sotto molti punti di vista dalle performance al design, ma è stato fondamentale anche investire nella collaborazione con i nostri Partner per riuscire a comunicare il valore aggiunto del Battery flex”.

Mercato rallentato nel 2021

Nell’ultimo anno la preoccupazione dell’aumento delle materie prime, del costo dell’energia ha investito tutti i settori e anche la filiera produttiva del fotovoltaico è stata coinvolta da tutto questo. Il manager ha però evidenziato che non si tratta solo di aumento dei costi, ma di difficoltà a reperire le materie prime, conseguenza legata a doppio filo al problema sanitario. Questo fattore ha rallentato e sta ancora rallentando la produzione non solo in questo settore e le aziende rischiano di ritardare tempi di consegna con conseguenti danni per tutto il mercato.

Le strategie per la crescita di fotovoltaico e storage nel 2022

Nonostante le difficoltà che la pandemia ha creato, l’azienda ha continuato a investire non solo per consolidare la presenza sul mercato, ma anche per proporre soluzioni sempre più performanti e in grado di soddisfare le esigenze di mercato. “La nostra strategia è consolidata e chiara: continueremo a sviluppare la nostra presenza all’interno del canale della distribuzione. L’obiettivo è quello di offrire, oltre a prodotti performanti, anche servizi e strumenti innovativi con l’intento di soddisfare le diverse esigenze che provengono dai nostri Partner” ha aggiunto Lusiani.

Il cuore di tutto sarà l’organizzazione di cicli di formazione tecnica continui, attraverso la pianificazione di eventi ad elevato contenuto normativo e tecnico. L’obiettivo è creare un dialogo con le diverse tipologie di clientela a partire dagli Installatori Partner per arrivare ai Progettisti Partner, con la collaborazione e il supporto dei Distributori Partner. È importante realizzare iniziative che possano offrire un valore aggiunto. “In sintesi la nostra strategia si riassume nel coinvolgere tutti gli attori che compongono la filiera trasmettendo al mercato i contenuti e i plus delle nostre soluzioni evidenzia il manager.

Nel 2022 verrà una nuova gamma di moduli fotovoltaici vetro-vetro a marchio Solarwatt che consentirà all’azienda di fare un ulteriore salto di qualità aprendo importanti opportunità di business grazie a un rafforzamento della brand awareness. La qualità è imprescindibile: tutti i prodotti sono realizzati con standard elevati per garantirne il perfetto funzionamento e la massima affidabilità nel lungo periodo.

Casa full electric: l’offerta Solarwatt

Oggi sia parla molto di casa full electric dove le rinnovabili forniscono l’energia per riscaldare la casa attraverso impianti come la pompa di calore o ricaricare l’auto elettrica. Una casa dove l’elettricità in gran parte autoprodotta può essere utilizzata nell’arco delle 24 ore grazie a soluzioni di accumulo. Ed è qui che Solarwatt può fornire un grosso contributo.
“Noi siamo uno dei pochi fornitori che offrono un pacchetto completo, e che si propone come unico interlocutore sul mercato dall’impianto fotovoltaico al sistema di accumulo di energia fino al Manager flex che permette di gestire in maniera intelligente l’energia prodotta. Il nostro intento è quello di proporre soluzioni energetiche semplici, olistiche e rispettose dell’ambiente”.

Il superbonus 110% ha dato slancio al settore?

Ci sono vari elementi che hanno contribuito a dare uno slancio al settore, e sicuramente il Superbonus è uno di questi, ma non l’unico. Si sta sviluppando una sensibilità verso la sostenibilità ambientale, stimolata dalle politiche intraprese a livello internazionale, e parallelamente si sta aprendo la strada verso la consapevolezza del risparmio dei costi generato dall’energia pulita.
“Come azienda stiamo lavorando per poter continuare a crescere anche nel momento in cui i bonus non verranno rinnovati: in questo senso stiamo portando avanti il progetto Go To Market e avviando il progetto Go To Market 2.0, che si traduce in una collaborazione sinergica con gli installatori, distributori, progettisti”.

Mini cassette PY3, minori ingombri e aria più pulita

Panasonic Heating & Cooling Solutions propone sul mercato la nuova linea di mini cassette a 4 vie 60×60 PY3, pensate specificamente per soddisfare le esigenze tipiche del settore residenziale e per la creazione di impianti commerciali di piccole e medie dimensioni.

5 diverse potenze disponibili

La nuova unità interna è ora disponibile in cinque capacità (da 2 a 6 kW) ed è compatibile con la gamma residenziale Free Multi Z e commerciale PACi NX di Panasonic. La qualità dell’aria è garantita dalla tecnologia nanoe X Mark 2, integrata di serie nella nuova unità. Rispetto al primo generatore nanoe progettato da Panasonic nel 2003, il generatore Mark 2, sviluppato nel 2019, aumenta di 20 volte la generazione di radicali ossidrilici (OH), producendone 9.600 miliardi al secondo. Tale evoluzione permette di ottenere una prestazione maggiore sull’inibizione degli inquinanti, fornendo così protezione costante lungo l’arco della giornata.

PY3: più compatte e più leggere

Mini cassette Panasonic PY3 ufficio

Le nuove unità PY3 sono più compatte e leggere rispetto ai modelli precedenti: la profondità di installazione richiesta a soffitto è limitata a soli 250 mm, mentre il peso è di 15 kg. Tutte caratteristiche che ne rendono agevole il montaggio in qualsiasi contesto.

Le unità PY3 dispongono inoltre di una nuova griglia dedicata (modello CZ-KPY4) che, grazie allo spessore di soli 30 mm, permette una installazione discreta all’interno di ogni arredamento.

L’orientamento delle 4 alette può essere impostato separatamente e, grazie ai quattro motori presenti, consente una distribuzione ottimale dell’aria, riducendo le correnti fredde e aumentando di conseguenza il comfort.

Sul fronte della connettività e dei controlli, le mini cassette PY3 sono compatibili con una vasta gamma di soluzioni, come i nuovi comandi Conex CZ-RTC6, il sistema AC Smart & Service Cloud e il sensore intelligente Econavi di Panasonic.

In Italia risale tutto: il Pil, la domanda energetica e le emissioni…

Sulla ripresa economica in atto, nonostante la pandemia continui ad imperversare nel Paese, non ci sono dubbi. Un rimbalzo forte, sottolineato dal governo e dai media, testimoniato a livello generale dall’impetuosa risalita del Pil (+3,9% nel terzo trimestre) e della produzione industriale (+20,2%). Meno enfasi viene invece posta su altre dinamiche in atto che però non sono di minore importanza. Ci riferiamo al caro-energia che peraltro non sta frenando l’aumento dei consumi e delle emissioni di gas serra in Italia.

Dinamiche che non sfuggono all’Analisi trimestrale del sistema energetico nazionale dell’ENEA che per l’intero 2021 prevede una crescita complessiva dei consumi energetici superiore al 7%, purtroppo accompagnata da un incremento quasi analogo delle emissioni climalteranti, il che segnala anche un’insufficiente espansione delle energie rinnovabili.

Balzo della domanda petrolifera

Al riguardo, il report dell’ENEA evidenzia il cospicuo incremento dell’utilizzo delle fonti fossili: nei primi nove mesi del 2021 i consumi di energia sono cresciuti del 9% (+10 Mtep) prevalentemente per la forte domanda di petrolio (+10%, pari a +3,5 Mtep). Un incremento, quest’ultimo, principalmente legato alla ripresa del traffico stradale (+9%) e aereo (+22%).

In forte ripresa anche i consumi di gas naturale che nei primi nove mesi dell’anno appena concluso sono aumentati del 7% (+3 Mtep circa). Ancor più “dolorosa” la rilevazione relativa all’utilizzo del carbone con un incremento del 10% (+0,4 Mtep). A fronte del balzo delle fonti fossili, le rinnovabili sono invece progredite solo dell’1,5% (+0,3 Mtep), mentre le importazioni di energia elettrica hanno registrato un balzo del 66% (+3 Mtep).

domanda energia primaria per fonte- causa aumento emissioni

Domanda energia primaria per fonte – Analisi ENEA

La ripresa delle emissioni

In questo quadro non stupisce quanto registrato nell’Analisi trimestrale ENEA relativamente alle emissioni. Nel periodo gennaio-settembre 2021 sono cresciute di quasi l’8% per effetto, in prevalenza, della ripresa dei consumi nel settore dei trasporti, mentre minore è stato il peso dei settori civile e industriale, nonché marginale quello della generazione elettrica.

Un ritorno alla crescita delle emissioni che di fatto inverte la tendenza che si era messa in moto contemporaneamente all’esplodere della pandemia. Infatti, nei primi nove mesi dell’anno è stato purtroppo “recuperato” il 50% delle emissioni evitate nello stesso periodo 2020. Rimane però positivo il paragone con l’andamento del 2019, rispetto al quale i livelli di CO2 immessi nell’atmosfera restano del 7% inferiori.

Peggioramento dell’indice ISPRED

Una serie di dinamiche che hanno inevitabilmente portato a un netto peggioramento dell’indice ISPRED, con una flessione addirittura del 35%. Stiamo parlando dell’indicatore elaborato da ENEA per misurare l’andamento della transizione energetica nel nostro Paese sulla base di sicurezza del sistema, prezzi dell’energia e decarbonizzazione.

“L’andamento molto negativo del nostro indice – ha spiegato Francesco Gracceva, il ricercatore ENEA che cura l’Analisi – è legato principalmente all’incremento delle emissioni per il maggior utilizzo di fonti fossili soprattutto nei trasporti e negli edifici e mette in luce l’allontanamento dell’Italia dalla traiettoria di decarbonizzazione e dai nuovi obiettivi UE (-55% emissioni al 2030), con consumi ed emissioni che nel 2021 crescono più del doppio rispetto alla media degli aumenti nell’Eurozona”.

Indice di sicurezza energetica

Indice di sicurezza energetica, prezzo dell’energia e decarbonizzazione – Analisi ENEA

Forte accelerazione dei prezzi

Infine, sul fronte dei prezzi, il report ENEA mette in luce la forte accelerazione sui mercati all’ingrosso, fino a nuovi picchi storici del gas (+85% nel terzo trimestre sul trimestre precedente, +430% sul terzo trimestre 2020) e dell’elettricità (+67% e +194% rispettivamente, con un aumento superiore a quello degli altri paesi dell’Unione europea).

E sebbene questi aumenti siano arrivati solo in parte sulle bollette dei consumatori finali, grazie agli interventi di sterilizzazione decisi dal governo, nella seconda metà del 2021 i prezzi del gas sono stati superiori di oltre il 40% rispetto al 2020 per i consumatori domestici e di circa il 100% per le imprese. Nel caso dell’elettricità, i prezzi sono stati superiori di quasi il 50% per i consumatori domestici e di oltre il 50% per le imprese.

prezzo fonti energetiche

Prezzo fonti energetiche per consumatore – Analisi ENEA

Detrazioni fiscali per gli edifici green? Un po’ di numeri

Ecobonus, Bonus Casa, Superbonus… a quindici anni dai primi movimenti, la macchina delle detrazioni fiscali relative agli interventi di riqualificazione degli edifici continua a viaggiare. E l’efficienza energetica si conferma protagonista delle rinnovate prospettive della transizione ecologica italiana. (a questo link le novità dei bonus edilizi 2022 a seguito dell’approvazione della Legge di Bilancio del 30 dicembre 2021)

Se nel 2007 era necessario superare diverse barriere economiche, culturali e organizzative, la filiera oggi sembra aver interiorizzato i processi, le tecnologie e gli incentivi del costruire sostenibile. Nel corso degli anni molte delle nostre abitazioni unifamiliari e plurifamiliari sono state riqualificate, il settore dell’edilizia è uscito dalla crisi e le dinamiche del mercato hanno portato innovazione e know-how. A beneficio dell’ambiente e delle tasche dei cittadini. Quanto valgono questi vantaggi? Risponde direttamente Enea, con i dati del rapporto annuale Detrazioni Fiscali 2021.

Renovation Wave nel quadro europeo

Prima dei numeri italiani, ecco il contesto politico e normativo che ci vede uniti sul fronte europeo. A cominciare dalla “ondata di ristrutturazioni”, lanciata lo scorso ottobre per accelerare la decarbonizzazione e la riqualificazione degli edifici. Il programma Renovation Wave indica infatti l’ambizioso obiettivo della riduzione delle emissioni di gas serra del 60% al 2030.

Come arrivarci? La domanda di energia per riscaldamento e raffrescamento nel residenziale dovrà scendere del 19%-23% rispetto al 2015. Al contempo, le energie rinnovabili e il calore di scarto sono chiamati ad aumentare del 38-42%, mentre il tasso annuo di sostituzione degli impianti termici tocca il 4% sia nel residenziale sia nei servizi. Ma la Renovation Wave riguarda anche la promozione dell’economia circolare nell’edilizia, i diritti sociali e la lotta alla povertà energetica.

PNRR e riqualificazione degli edifici

In Italia quest’azione è confluita nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il Piano italiano si sviluppa secondo tre assi strategici: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale. Al loro interno, sedici Componenti raggruppate in sei Missioni, tra le quali figurano anche le risorse destinate agli edifici.

Riqualificazione degli edifici nel PNRR italiano

Le 3 linee degli edifici green

In particolare, la Componente C3 della Missione 2 mira all’efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico e privato. Lo fa integrando le energie rinnovabili, stimolando investimenti locali, creando nuovi posti di lavoro e inclusione sociale.

Si prevedono tre filoni:

Per raggiungere la decarbonizzazione completa del settore civile entro il 2050 – aggiungono gli esperti di Enea -, sarà necessario favorire le deep renovation e la realizzazione di edifici nZEB. Obiettivi raggiungibili solo affiancando agli incentivi fiscali misure di sburocratizzazione e ulteriore sostegno a questo tipo di investimenti.

Cosa dice la STREPIN

Non c’è solo il PNRR: la Strategia italiana per la riqualificazione energetica del parco immobiliare nazionale (STREPIN) si basa su una serie di azioni tecniche, fiscali e normative, volte ad aumentare gli interventi sugli edifici datati. Una volta stimata la superficie da ristrutturare, il documento passa in rassegna le misure esistenti per il conseguimento dei target fissati per gli edifici residenziali e non, pubblici e privati. Il tutto, con la predisposizione di indicatori ad hoc per monitorare i progressi. Infine, la STREPIN descrive iniziative più trasversali, volte a promuovere tecnologie intelligenti, competenze, formazione e meccanismi finanziari. Insomma, Ecobonus, Superbonus 110% e altre agevolazioni continueranno a far parlare di sé.

Detrazioni fiscali: Ecobonus, Bonus Casa e Bonus Facciate

Gli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio risalgono alla legge 296/2006. Dal 2007, dunque, Enea monitora queste misure attraverso un portale dedicato. L’Ecobonus, in particolare, consiste nella detrazione fiscale di una percentuale delle spese sostenute, e rimaste a carico del contribuente, da ripartire in più quote annuali di pari importo.

Nel tempo la misura ha subito diverse modifiche relative al tipo di interventi ammessi e all’aliquota di detrazione, registrando maggiore successo nell’efficientamento delle singole unità immobiliari (es. sostituzione degli infissi e dei generatori di calore). Ecco perché gli ultimi aggiornamenti del bonus sono andati verso i condomìni, con detrazioni fino al 75% e all’85% nel caso di esecuzione congiunta con interventi di riduzione di due classi del rischio sismico.

Incentivi fiscali: l'andamento dell'ecobonus tra 2014 e 2020

Le cifre dell’Ecobonus

Come sta andando l’Ecobonus? Tra 2014 e 2020 sono stati realizzati circa 2,7 milioni di interventi, di cui circa 490.000 solo nel 2020.

Nel complesso:

Ampliando il range temporale, dal 2011 si contano poco più di 3,5 milioni di progetti, che diventano circa 4,5 milioni dall’avvio del meccanismo (2007).

Quanti soldi ed energia risparmiati?

Il trend osservato dal rapporto annuale Detrazioni Fiscali è crescente su tutto il periodo 2014-2020, con un risparmio energetico di circa 8.500 GWh/anno. Dal 2011, si superano i 12.700 GWh/anno, mentre dal 2007 il risparmio complessivo va oltre i 19.000 GWh/anno.

Ecobonus: risparmi energetici per tipologia di intervento tra 2014 e 2020

Le performance del 2020 (1.362 GWh/anno) sono dovute soprattutto a:

Queste categorie, insieme alla riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento dell’intero edificio, vantano il miglior costo-efficacia. Ovvero un intervallo tra 8 e 18 centesimi di euro per ogni kWh di energia risparmiato durante tutta la vita utile dell’intervento in Ecobonus.

Incentivi fiscali e tecnologie dell’efficienza

In termini di tecnologie installate, nel 2020 la sostituzione dei serramenti è “valsa” oltre 1,2 miliardi di euro. Circa 300 milioni sono invece stati destinati a pareti verticali e oltre 330 milioni a interventi su pareti orizzontali e inclinate. Analizzando l’intero periodo 2014-2020, i 10 miliardi di euro complessivamente stanziati hanno riguardato la sostituzione di serramenti. 4 miliardi di euro riguardano poi l’installazione di caldaie a condensazione, oltre 3,3 miliardi gli interventi sulle pareti orizzontali e circa 2,7 miliardi quelli sulle pareti verticali.

Riqualificazione energetica con ecobonus: i risparmi energetici per tecnologia installata

Quanto al risparmio energetico, invece, nel 2020 vincono le caldaie green. L’installazione dei sistemi a condensazione ha portato un risparmio di 467 GWh/anno, pari a oltre il 37% del totale. Seguono i serramenti, al 30% con 366 GWh/anno. Tuttavia, tra 2014 e 2020 il contributo di quest’ultimo tipo di intervento si è attestato intorno ai 3.290 GWh/anno, seguito dalle pareti (circa 2.430 GWh/anno) e dall’installazione di caldaie a condensazione, con oltre 1.640 GWh/anno.

Le detrazioni fiscali del Bonus Casa

Insieme all’Ecobonus, ci sono anche gli incentivi per le ristrutturazioni edilizie che comportano risparmio di energia primaria da fonte fossile e utilizzo delle rinnovabili. Una misura, il cosiddetto Bonus Casa, entrata a far parte del monitoraggio Enea nel 2018. Analizzando le Schede Descrittive trasmesse attraverso il Portale Bonus Casa, emerge che nel 2020 sono stati realizzati in totale 614.547 interventi. Cifra in aumento rispetto all’anno precedente, che ne contava 598.722.

Detrazioni fiscali e bonus casa: gli interventi finanziati nel 2020

C’è tuttavia un rovescio della medaglia: nonostante la crescita della riqualificazione degli edifici, il risparmio di energia primaria non rinnovabile si attesta a 782.082 MWh/anno, quando nel 2019 era di 842.786 MWh/anno. Interessante approfondire il perché di questo apparente contrasto. Il minore risparmio energetico sembra essere dovuto in gran parte alla riduzione delle superfici coibentate dell’involucro opaco e della sostituzione degli infissi. E qui entra in gioco il Superbonus 110%. Secondo gli esperti di Enea, infatti, tali interventi sarebbero stati parzialmente drenati dalla nuova misura, in un’ottica di miglioramento dell’efficienza energetica dell’intero immobile.

Come funziona il Bonus Facciate

Tra le detrazioni fiscali attualmente disponibili per la riqualificazione degli edifici figura anche il Bonus Facciate, introdotto dalla legge di bilancio 2020. Una misura destinata al miglioramento del decoro urbano, con l’agevolazione di interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti, di qualsiasi categoria catastale. Ciò comprende la riqualificazione di grondaie, pluviali, parapetti, cornicioni e tutte le componenti impiantistiche che insistono sulla parte opaca della facciata. Una detrazione d’imposta del 90% delle spese sostenute per gli interventi sopra elencati che, quando interessano il rifacimento dell’intonaco per più del 10% della superficie lorda disperdente, diventano interventi di efficientamento energetico. Pertanto, in questi casi si applicano le procedure dall’Ecobonus per gli interventi di coibentazione delle parti opache dell’involucro edilizio.

Quanto ai numeri, 1.609 interventi hanno usufruito di questo incentivo nel 2020, intervenendo su più del 10% della superficie lorda disperdente. Nel complesso, si contano investimenti per 71 milioni di euro e risparmi energetici di circa 24 GWh/anno. Significativo il fatto che circa la metà di queste risorse sia stato destinato alla riqualificazione degli edifici costruiti dal secondo Dopoguerra (fine anni Sessanta).

Incentivi fiscali e Bonus Facciate: gli investimenti per tipo di edificio

Superbonus 110%, il re degli incentivi fiscali

Eccoci alla grande new entry delle detrazioni fiscali legate alla riqualificazione degli edifici. Introdotto nel 2020 con il Decreto Rilancio, il Superbonus consiste nella detrazione fiscale del 110% delle spese sostenute per gli interventi di efficienza energetica che rispettano particolari condizioni, oltre che per il miglioramento sismico. Con la stessa logica dell’Ecobonus, infatti, sono ammesse le azioni riguardanti l’involucro e gli impianti, distinte in interventi trainanti e trainati.

I primi si dividono in due categorie progettuali, quelle che riguardano l’involucro e quelle legate all’impianto di climatizzazione invernale. Per fruire dell’agevolazione, è necessario realizzare almeno uno dei due tipi di intervento. Il decreto prevede poi la possibilità di applicare la detrazione del 110% anche a tutti gli altri interventi di efficientamento dell’Ecobonus, nei limiti di spesa previsti, a condizione che siano eseguiti insieme ad almeno uno degli interventi trainanti. Sono ammessi, per esempio, gli interventi antisismici e l’installazione di impianti fotovoltaici con relativo accumulo. Oppure l’infrastruttura di ricarica per i veicoli elettrici e l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Tutti i numeri del Superbonus 110%

In molti se lo chiedono: il Superbonus ha funzionato? Lasciamo parlare i dati di Enea. A dicembre 2020, pochi mesi dopo l’annuncio, risultavano avviati poco più di 1.600 interventi incentivati. A settembre 2021 se ne contavano più di 40.000, per oltre 6 miliardi di investimenti ammessi a finanziamento (di cui circa 4,3 già realizzati). Tradotto in risparmio energetico, circa 1.300 GWh/anno.

Superbonus 110%: lo stato degli interventi realizzati a settembre 2021 secondo i dati Enea

L’andamento del maxi incentivo per tipologia di edificio evidenzia oltre 1,7 miliardi di euro dedicati a condomìni, circa 1,6 miliardi agli edifici unifamiliari, e 1 miliardo alle unità immobiliari indipendenti. Le principali categorie catastali degli immobili oggetto di intervento sono: A/2 (abitazioni di tipo civile) a coprire il 40,6% delle risorse, A/3 (abitazioni di tipo economico) al 30,8% e A/7 (abitazioni in villini), al 20,1% del totale. Nel complesso, il 98% dei beneficiari del Superbonus è una persona fisica, sebbene l’incentivo sia aperto anche a particolari categorie di associazioni e cooperative.

Come vanno gli interventi trainanti

Se entriamo nel dettaglio degli interventi trainanti, sempre a settembre 2021 l’involucro “pesava” circa 1,8 miliardi di euro, per un totale di circa 2,5 miliardi di euro ammessi a finanziamento. Ne complesso, un risparmio energetico vicino ai 500 GWh/anno, unito a un costo efficacia di circa 0,19€/kWh. La riqualificazione energetica degli impianti, invece, ammonta a circa 650 milioni di euro, per oltre 800 milioni di euro ammessi a finanziamento. Il tutto a fronte di un risparmio di circa 420 GWh/anno e di un costo efficacia di circa 0,15€/kWh.

Superbonus e tecnologie trainanti: l'andamento per la parte impiantistica nel 2021

Nello specifico, la coibentazione dell’involucro opaco ha riguardato circa 24.000 pratiche. 9,4 milioni di superficie coibentata, soprattutto per pareti verticali e soffitti e tetti disperdenti, derivanti in larga parte da edifici condominiali. I principali interventi trainanti sugli impianti sono invece legati a sistemi ibridi e pompe di calore a compressione di vapore elettriche, all’interno di unità indipendenti. Queste, dunque, le principali tipologie di intervento osservate nei condomini (insieme alle caldaie a condensazione) per l’accesso alle detrazioni fiscali del Superbonus 110%.

Impianti di climatizzazione Multi V 5 di LG per la sede di Gestlabs

Gestlabs è una società del Gruppo Futura che si occupa di servizi di test di laboratorio legati a scienza dei materiali, affidabilità di prodotto, progettazione elettronica e formazione certificata.

Con sede a Lomagna (LC), la sede occupa circa 3.600 metri quadrati nei quali trovano posto uffici, laboratori di test, analisi e sviluppo di nuovi macchinari, aree di assemblaggio, magazzini e uffici.

La ristrutturazione della sede

VFR LG MULTI V 5

Nell’ambito della ristrutturazione della propria sede, Gestlabs ha utilizzato un sistema per la climatizzazione LG basato su un impianto VRF Multi V con motocondensanti in pompa di calore, per una potenza totale di circa 360 kW: sufficienti per alimentare 60 unità interne di diversa tipologia, a cui si aggiunge un’unità di trattamento aria da 8000 m3/h.

L’impianto è così in grado di rispondere alle esigenze di ambienti diversi e, attraverso un comando centralizzato AC Smart 5, è possibile gestire l’intero sistema e controllare lo stato di ogni unità interna anche da postazione remota.

Perché scegliere LG Multi V 5

Multi V 5 di LG è pensato per la climatizzazione di grandi superfici; in configurazione pompa di calore, posizionato in copertura, ha permesso di realizzare un sistema flessibile, massimizzando nel contempo il comfort climatico.

Canalizzati di grossa taglia laboratori Gestlabs

Il sistema valuta le condizioni climatiche attraverso la funzione Dual Sensing Control misurando temperatura e umidità degli ambienti esterni e interni, mentre attraverso la funzione Smart Load Control modifica la temperatura del refrigerante in base alle condizioni climatiche, migliorando così l’efficienza.

Visti i differenti ambienti da climatizzare all’interno della struttura, è stato scelto di utilizzare tre tipologie diverse di unità interne: canalizzati di grossa taglia nei laboratori più ampi, fancoil a pavimento negli uffici e cassette a 4 vie Dual Vane che, grazie alle doppie alette su ogni lato, permettono di diffondere un flusso d’aria uniforme per una climatizzazione efficace e versatile dei piccoli laboratori, personalizzando la direzione e la potenza del flusso attraverso sei diverse modalità.

Attraverso lo schermo LCD da 10,2”, ma anche tramite PC, smartphone e tablet, è possibile gestire l’intero impianto. Non solo il controllo di funzioni di base (come accensione e spegnimento), ma anche compiti più complessi, come la gestione di un massimo di 128 unità interne.

Cassette Dual Vane LG nei laboratori Gestlabs

La navigazione guidata permette poi di regolare i consumi per risparmiare energia, prevedendo il fabbisogno energetico e ottenendo report mensili sull’andamento del consumo e sull’utilizzo pianificato, così da evitare un uso improprio del sistema e ridurre i costi operativi.

Infine, il rivestimento Black Fin protegge lo scambiatore di calore a 4 lati da sostanze corrosive e inquinamento, minimizzando l’accumulo di umidità e il rischio di ossidazione, a tutto vantaggio della continuità operativa e della ridotta manutenzione.

 

SM AirSeT: quadri di media tensione isolati in aria

SM AirSeT è il nuovo quadro di distribuzione di Media Tensione di Schneider Electric con isolamento in aria che permette alle aziende di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e connettività senza scendere a compromessi.

SM AirSeT rappresenta un enorme passo avanti per la distribuzione elettrica; infatti, è senza gas SF6 (esafluoruro di zolfo). Il gas SF6 è ideale per soddisfare i requisiti del settore elettrico – i quadri di Media Tensione lo utilizzano – ma è un potente gas a effetto serra.
Puntando a un futuro più rispettoso dell’ambiente, il settore dell’energia era alla ricerca di soluzioni ecosostenibili e che implicavano anche l’utilizzo di gas alternativi.

L’aria pura rappresenta una valida alternativa perché contribuisce a migliorare la sicurezza, impedisce l’insorgere di rischi futuri in ambito normativo, evita il processo di riciclo a vantaggio dei costi di smaltimento.

SM AirSeT: retrofitting garantito

Adatto in edifici commerciali e industriali e nei settori dei servizi pubblici, SM AirSet assicura un facile utilizzo e retrofitting. L’ingombro e la posizione dei collegamenti sono identici a quelli del quadro di Media Tensione in SF6 Schneider Electric. In questo modo viene semplificato il processo di installazione per l’ampliamento o la completa sostituzione.

Il quadro di distribuzione conserva il sezionatore a tre posizioni utilizzato per la chiusura, l’apertura e la messa a terra. Per l’utente finale ciò significa funzionamento invariato, che consente di ridurre i rischi di adozione, migliorare la sicurezza, evitare l’insorgere di rischi futuri in ambito normativo, eliminando procedure di riciclo e apportando vantaggi in termini di costi sostenuti dai clienti durante il fine vita del prodotto.

SM AirSeT offre quindi maggiore sostenibilità, livelli di efficienza più elevati e sicurezza avanzata.

Connessi e scalabili per una maggiore efficienza

SM AirSeT è parte integrante di EcoStruxure Power, l’architettura aperta ed interoperabile predisposta per l’IoT di Schneider Electric su tre livelli. Il nuovo quadro si trova al primo livello, quello dei prodotti connessi e abilita i progressi in materia di IoT, mobilità, rilevamento, cloud, analisi e sicurezza informatica degli altri due livelli.

I vantaggi di questo approccio si traducono nella possibilità di monitorare costantemente il quadro e sapere tempestivamente l’insorgere di eventuali problemi rilevati. Lo stato di salute dell’apparecchiatura viene monitorato tramite tecnologia basata su sensori wireless e strumenti digitali.

La sicurezza su due livelli

Il nuovo quadro di Media Tensione SM AirSeT migliora è in grado di migliorare la sicurezza del personale sia a livello operativo sia ambientale.

Come quadro di distribuzione digitale connesso, SM AirSeT offre funzionalità di controllo ravvicinate. Si tratta di una tecnologia che consente agli utenti di utilizzare e monitorare i dispositivi di commutazione, permettendo al personale di lavorare senza interagire fisicamente con le apparecchiature. Il rilevamento integrato degli archi elettrici riduce il rischio di danni all’apparecchiatura aumenta la sicurezza del personale in loco.

Come quadro di distribuzione senza SF6 con isolamento in aria, SM AirSeT non genera gas alternativi o sotto-prodotti tossici derivati da interruzioni di corrente, migliorando anche la sicurezza degli operatori e dell’ambiente.

Perché scegliere SM AirSeT?

Il nuovo quadro verrà prodotto nello stabilimento Schneider Electric di Stezzano. Tra i primo clienti che hanno deciso di puntare su questa innovativa tecnologia troviamo ATM Milano che ha deciso di installarli presso i depositi bus di Viale Sarca e di Giambellino.

Nuove date: MCE 2022 si riposiziona all’inizio dell’estate!

MCE – Mostra Convegno Expocomfort, la vetrina più prestigiosa e la piattaforma mondiale di business per le aziende del settore HVAC+R, delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica, annuncia il nuovo calendario che vede lo svolgimento della manifestazione dal 28 giugno al 1° luglio 2022, sempre in Fiera Milano.

Dopo aver monitorato costantemente i dati italiani e internazionali legati alla pandemia, RX ha deciso di spostare la fiera. “Con la prenotazione a oggi del 90% degli spazi espositivi occupati e le oltre 1.400 aziende iscritte, MCE si è confermata come l’appuntamento irrinunciabile per costruire relazioni e alleanze strategiche. – annuncia Massimiliano Pierini, Managing Director di Reed Exhibitions Italia – E proprio perché la manifestazione possa essere vissuta come opportunità piena, soddisfacente e sicura, abbiamo deciso di riprogrammare l’evento a fine giugno, contando che con la stagione estiva possano rendersi più agevoli gli spostamenti internazionali e le modalità di fruizione e interazione da parte di tutti gli attori coinvolti”.

I giorni di svolgimento rimangono i medesimi, da martedì a venerdì, così come il layout espositivo definito, per garantire ad espositori e visitatori il contesto ideale e la massima resa in termini di contatti e business. MCE 2022 si svolgerà sia in presenza sia su piattaforma digitale!

Appuntamento per MCE 2022 dal 28 giugno al 1 luglio con maggiori opportunità di incontro, confronto e dibattito!

Rinnovabili obbligatorie per le ristrutturazioni: regole, obiettivi e soluzioni

Ricorrere alle fonti di energia rinnovabile, sia nel caso di nuova costruzione che di ristrutturazione rilevante, è obbligatorio per legge, anche se non sempre si è data la giusta considerazione a questo tema. Questo obbligo è in vigore ormai da dieci anni e, nel tempo, ha subito modifiche che hanno innalzato sempre di più l’asticella. L’obiettivo? La decarbonizzazione del settore.

Fonti rinnovabili obbligatorie nel caso di ristrutturazione

L’obbligo di utilizzare fonti rinnovabili nel caso delle nuove costruzioni e delle ristrutturazioni rilevanti è stato introdotto con il D.Lgs 28/2011. Nello specifico, è l’articolo 11 ad individuare i due casi in cui vige quanto detto: si parla di nuove costruzioni e ristrutturazioni rilevanti, ossia quando si interviene in modo integrale su un edificio esistente con una superficie utile superiore ai 1.000 metri quadri o quando si procede con opere di demolizione e ricostruzione.

La quota di rinnovabili da installare viene calcolata da un termotecnico, sulla base del fabbisogno energetico dell’edificio per riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria. La percentuale, dal 2018, era stata fissata pari a 50% nel caso degli edifici privati e 55% per quelli pubblici, con una riduzione del 50% delle quote nel caso di immobili situati in centri storici.

Ci sono state, però, recenti novità. Il D.Lgs 199/2021 ha recepito la Direttiva Europea 2028/2001/UE sulla promozione dell’uso delle rinnovabili e ha alzato le quote previste. A partire dal 13 giugno 2022, infatti, tutti gli edifici privati nuovi o sottoposti a ristrutturazione, dovranno coprire il 60% del proprio fabbisogno con fonti energetiche rinnovabili. Nel caso degli edifici pubblici, invece, si parla del 65%.

puntare su obbligo energie rinnovabili

Gli obiettivi da raggiungere

L’obbligo di ricorrere ad energia prodotta in loco da fonti rinnovabili nasce con lo scopo di favorire l’abbandono dei combustibili fossili. L’obiettivo finale, chiaramente, è la decarbonizzazione del settore edile, anche alla luce dei recenti aggiornamenti rispetto ai target fissati per il 2030 e il 2050.

Con la proposta “Fit for 55”, la Commissione Europea ha previsto anche una revisione della Direttiva sul rendimento energetico degli edifici, allineandosi al Green Deal. Come si è già introdotto l’obbligo di costruzione di edifici NZEB, ora si dovranno costruire edifici a zero emissione a partire dal 2030 e, nel settore pubblico, dal 2027. L’attenzione è posta anche sul parco immobiliare esistente, che oggi rappresenta la principale fonte di emissione del settore, richiedendo di alzare di almeno una classe energetica il 15% degli edifici in classe G entro il 2030 nel caso dei privati ed entro il 2027 nel caso del pubblico.

Le soluzioni per produrre energia rinnovabile

Per coprire la quota di energia prodotta da fonti energetiche rinnovabile, che deve essere utilizzata per la produzione di ACS, per il riscaldamento e il raffrescamento, si può ricorrere a diverse soluzioni, purchè si faccia uso esclusivamente ad impianti per la produzione di energia elettrica. La scelta migliore, quindi, è procedere con una valutazione di soluzioni tra loro integrate.

Una prima possibile scelta è quella di installare, in sostituzione della caldaia, una pompa di calore per la climatizzazione dell’edificio e per la produzione di acqua calda sanitaria. La tipologia di pompa di calore e la potenza necessarie devono essere valutate in base alle specifiche necessità dell’edificio. Questo impianto, poi, può essere integrato con un sistema fotovoltaico o con i pannelli solari termici. Nel primo caso, l’energia elettrica prodotta dai pannelli compensa quella richiesta dalla pompa di calore; nel secondo caso si riduce la quota di energia richiesta all’impianto installato per la produzione di ACS. Il fotovoltaico, inoltre, è una soluzione incentivata nel caso si sostituisca una copertura in amianto. Altre alternative sono le caldaie a biomassa o l’allacciamento a una rete di teleriscaldamento. Infine, anche se in Italia non ha ancora vissuta un diffusione importante, è ammesso anche l’uso di energia eolica, anche prodotta da micro o mini impianti.