Gli edifici sono sempre più sostenibili e, quando si parla di problematiche ambientali, la sensibilità del mercato è decisamente aumentata. Del resto, l’energia rinnovabile rappresenta la principale soluzione per decarbonizzare il settore edile e per ridurre in modo significativo l’impatto ambientale degli edifici. Un percorso complesso e che richiede investimenti, frutto anche degli ambiziosi target prefissati dall’Europa con il pacchetto sul clima Fit for 55.
L’obiettivo è ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030, per poi raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Per riuscire in ciò, sono stati introdotti alcuni impegni specifici, ad esempio aggiornando la Direttiva UE sull’energia rinnovabile (RED III), da rendere protagonista del mix energetico europeo. Ora, quindi, si punta al 42,5% di fonti rinnovabili entro il 2030, consigliando ai Paesi membri di essere ancor più ambiziosi e raggiungere il target del 45%.
Questo traguardo è stato incluso dalla Commissione Europea nel piano REPowerEU, nato anche con lo scopo di ridurre gradualmente le quantità di energia importata. Tornando al mondo degli edifici e dell’edilizia, quindi, nasce l’esigenza di attuare un rapido cambiamento e valutare come soddisfare in modo sostenibile i principali fabbisogni registrati, tra cui indubbiamente quello del riscaldamento invernale, ancora responsabile della fetta più sostanziosa dei consumi totali.
Scegliere di alimentare in modo sostenibile l’impianto per la produzione del calore, permette di innalzare significativamente la sostenibilità dell’edificio. Le fonti rinnovabili, infatti, permettono di riscaldare gli ambienti in modo green, senza rinunciare al comfort interno.
Si tratta, inoltre, di una scelta in parte obbligata, considerato con il D.Lgs 199/2021 impone che il 60% dei consumi energetici per la climatizzazione e la produzione di acqua calda di un edificio siano coperti da fonti rinnovabili.
Nasce così l’esigenza, sia nei casi di nuova costruzione, che di ristrutturazione, di valutare quali possano essere le soluzioni tecnologiche migliori, da considerare sulla base delle caratteristiche dell’edificio, del clima e delle esigenze specifiche di chi lo vive.
Per essere ancora più ambiziosi e puntare ad un riscaldamento 100% rinnovabile ci sono due fondamentali aspetti da considerare:
Selezionare la tecnologia responsabile della produzione del calore per l’edificio potrebbe non essere sufficiente per raggiungere livelli elevati, quali ad esempio un riscaldamento al 100% rinnovabile.
Infatti, in alcuni casi, diventa fondamentale l’integrazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile o, anche, la combinazione di più soluzioni.
Tra i temi da affrontare, infatti, potrebbero esserci come raggiungere la quota green del 100% e la continuità della disponibilità di energia rinnovabile autoprodotta. Per fare alcuni esempi, è possibile pensare al caso in cui si scelga di installare una pompa di calore, per cui è opportuno valutare la combinazione con un impianto fotovoltaico, in grado di generare in loco l’energia elettrica necessaria per la sua alimentazione, eventualmente fornito anche di sistema di accumulo, svincolando l’uso dell’energia dal momento di produzione.
Allo stesso modo, è possibile valutare un sistema di generazione che sfrutta contemporaneamente più soluzioni, integrando anche i sistemi a biomassa. La cogenerazione, poi, di per sé si basa proprio sulla produzione coordinata di due forme differenti di energia (termica ed elettrica) e i casi di 100% rinnovabile ci sono, molto spesso integrando proprio l’alimentazione a biomassa.
Anche per il teleriscaldamento il discorso è simile, in quanto è la modalità con cui funziona la centrale termica a fare la differenza. Non necessariamente un sistema di teleriscaldamento assicura un’energia 100% rinnovabile.
In conclusione, è possibile dire che la tecnologia per rendere il riscaldamento interno rinnovabile è disponibile, purché combinata in modo sapiente e non ostacolata da cattive abitudini delle persone. Il consiglio potrebbe anche essere quello di prestare molta più attenzione alla qualità dell’energia acquistata dalla rete, valutando acquisti green e compensando così l’autoproduzione.