Ripensare il riscaldamento degli edifici per tagliare il consumo di gas

Legambiente e Kyoto Club hanno presentato uno studio che indica gli interventi di riqualificazione sul patrimonio edilizio per abbattere in tempi rapidi la dipendenza dai combustibili fossili. La decarbonizzazione del riscaldamento degli edifici passa attraverso l’elettrificazione, le pompe di calore e le rinnovabili
Ripensare il riscaldamento degli edifici per tagliare il consumo di gas

“Dal gas alle rinnovabili. Scenari e benefici economici dalla decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento degli edifici”: è il titolo di un recente webinar organizzato da Legambiente e Kyoto Club con al centro la presentazione di un interessante studio di Elemens (già nel 2021 ne aveva presentato uno sulla decarbonizzazione). Ed è purtroppo quasi superfluo sottolineare come, con i tempi che corrono, gli incontri e le riflessioni su questo delicatissimo argomento si prospettano innumerevoli nel prossimo futuro…

L’indagine condotta da Elemens è incentrata su un’analisi degli effetti che sarebbero provocati da una drastica svolta nelle modalità del consumo energetico negli immobili del nostro Paese. In particolare, ad essere valutate sono le conseguenze nel breve (al 2025) e medio periodo (al 2030) di interventi ad hoc sul patrimonio edilizio, a partire dalle case più energivore (Classe G), nonché sostituendo i sistemi di riscaldamento domestico a gas con le pompe di calore.

Classe energetica degli edifici italiani
Numero di edifici suddivisi per classe energetica energetica

Maggioranza di caldaie a gas

Il tutto partendo da una poco confortante fotografia dell’esistente: in Italia i consumi civili di gas ammontano a 32 miliardi di metri cubi ogni anno, ovvero il 43% del totale nazionale, ed impattano in maniera significativa nell’inquinamento delle città. Altro dato importante: nella nostra Penisola sono 17,5 milioni (su circa 26 milioni) le abitazioni che utilizzano caldaie a gas per il riscaldamento.

In realtà l’impatto inquinante del consumo di gas nel nostro Paese si inserisce nel contesto, altrettanto negativo, del continente. Infatti, dall’utilizzo dei combustibili fossili nel settore del riscaldamento e raffrescamento deriva il 12% delle emissioni totali di CO2 equivalenti nel territorio dell’Unione europea. Inoltre, il 28% del consumo energetico annuale in Europa è sempre derivante dalle fonti fossili.

“L’attuale crisi energetica – ha commentato Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – ha messo in evidenza la fragilità di un sistema energetico largamente basato sulle importazioni di fonti fossili e in particolare di gas. In tutto ciò in Italia continuiamo a incentivare il gas, unico Paese al mondo che regala caldaie a metano spendendo miliardi di euro ogni anno, una follia che stiamo pagando a caro prezzo”.

Rivedere il meccanismo degli Ecobonus

In questo contesto si inseriscono le proposte di Legambiente e Kyoto Club per accelerare il processo di decarbonizzazione. Punto di partenza, un generale ripensamento sul meccanismo degli Econobus, passando da incentivi legati alle tecnologie alla “valorizzazione degli interventi integrati che riducono i fabbisogni energetici degli edifici attraverso i più efficaci interventi di coibentazione, sostituzione di impianti e reti, inserimento di tecnologie per l’autoproduzione da fonti rinnovabili”.

Ampio il ventaglio degli interventi necessari per eliminare i sussidi ambientalmente dannosi. Si parte dalla progressiva eliminazione nell’arco di tre anni delle agevolazioni fiscali sul gas (IVA e accise), alla progressiva decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento degli edifici con l’eliminazione degli incentivi per l’installazione delle caldaie a gas.

Su quest’ultimo punto Legambiente e Kyoto Club hanno preparato un vero e proprio calendario: nel 2023 gli incentivi andrebbero esclusi dal Superbonus al 110% e nel 2026 dalla detrazione del 50%, mentre nel 2024 dovrebbe entrare in vigore il divieto di installazione delle caldaie a gas nei nuovi interventi edilizi e nel 2027 scattare lo stesso divieto nelle ristrutturazioni degli interi edifici. Il tutto nell’ottica di elettrificazione e diffusione di pompe di calore integrate con fonti rinnovabili.

Benefici delle tecnologie per il riscaldamento degli edifici

Elettrificazione riscaldamento degli edifici: i benefici

E proprio l’efficientamento del parco edilizio unito all’elettrificazione dei consumi per il riscaldamento domestico rappresenta, nella visione delle due associazioni, un combinato perfetto per ridurre i consumi di gas e le emissioni climalteranti, migliorando così la qualità dell’aria e alleggerendo il costo della bolletta. Se il nostro Paese percorresse contemporaneamente queste due strade riqualificando ogni anno il 3% del patrimonio edilizio, nel rispetto della nuova strategia europea denominata Renovation Wave, i risultati sarebbero tangibili nel breve e medio periodo.

Nel dettaglio, come indicato dallo studio effettuato da Elemens, con la riqualificazione del patrimonio edilizio la performance media di consumo di energia finale termica passerebbe dall’attuale valore di 136 kWh/m2/anno (media attuale tra residenziale e civile) a circa 50 kWh/m2/anno. Con l’elettrificazione dei consumi per il riscaldamento domestico, puntando quindi sulle pompe di calore, i consumi di gas si potrebbero ridurre nel giro di tre anni, ossia al 2025, di oltre 5,4 miliardi di metri cubi all’anno per arrivare al 2030 a un risparmio di ben 12 miliardi di metro cubi.

Tutto ciò, come detto, porterebbe anche a un importante abbattimento delle emissioni di gas climalteranti, quantificato in 22 milioni di tonnellate di CO2, oltre che a un risparmio in bollette per le famiglie. C’è poi un’ulteriore conseguenza indicata dallo studio, assolutamente non trascurabile: la riduzione del consumo di gas comporterebbe una riduzione degli incidenti legati al suo consumo. Basti pensare che nel solo 2019 si sono verificati 270 incidenti che hanno provocato 35 vittime.

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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