Internet of Things italiano: continuità o innovazione?

Il mercato IoT italiano nel 2022 cresce del 13%, consolidandosi soprattutto nelle auto connesse, negli smart building e nell’industria intelligente. Ora, occhi puntati su dati, cyber security e Pnrr
Internet of Things italiano: osservatorio dei dati 2022

Si chiude l’anno della continuità, si aprono gli orizzonti dell’evoluzione: l’Internet of Things italiano nel 2022 conferma un trend di crescita importante. Parliamo di 1 miliardo di euro e +13% sul 2021, con un giro d’affari nazionale dei dispositivi connessi in linea con gli altri Paesi europei. Bene, dunque, il valore e la maturità dell’offerta, ma anche la consapevolezza dei consumatori e delle aziende. Oggi, gli utenti finali risultano infatti più interessati alla gestione remota di molteplici aspetti della quotidianità, sia essa privata o imprenditoriale.

Il futuro, invece, è fatto di efficienza energetica e Pnrr, con l’auspicio di una corretta declinazione di quest’ultima grande opportunità. Nel frattempo, prosegue l’innovazione infrastrutturale delle reti 5G e LPWA e si impone la richiesta di una maggiore integrazione, con servizi ed ecosistemi digitali. Di queste e altre sfide si è parlato durante la presentazione dell’ultimo Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano.

Dopo la crescita, quali valori per l’IoT?

“Internet delle Cose: una parola che ci piace e ci aggancia alla realtà – esordisce Alessandro Perego, direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano -. Perché la nostra realtà è fatta di interconnessione tra cose e persone, e la tecnologia potenzia un qualcosa di già insito nel nostro vivere. Gli oggetti connessi sono innumerevoli: auto, contatori, elettrodomestici, macchinari industriali e molto altro. In Italia ne contiamo 124 milioni, praticamente 2,1 a testa, mentre nel mondo ci sono circa 14 miliardi di “cose” connesse grazie all’IoT”.

La prossima domanda dovrebbe essere: a quale scopo? “Sono minimo dieci anni che lavoriamo con gli operatori del mercato IoT italiano per trovare, oltre i numeri, la sorgente di valore – continua Alessandro Perego -. Si parla di sicurezza, benessere, sostenibilità, risparmio energetico. Ma è davvero così? Lo stiamo facendo per le persone, la società e l’ambiente? In un evento così concentrato su mercato e tecnologie, cerchiamo di far emergere con schiettezza anche questo quesito”. Il titolo stesso del convegno – Internet of Things: tra continuità e innovazione -, spinge in questa direzione.

Mercato IoT italiano: fatturato al 2022

Internet of Things italiano nei dati di mercato

Come anticipato, nel 2022 il mercato IoT italiano aumenta del 13%, toccando quota 8,3 miliardi di euro. “Un buon risultato, considerando il permanere della carenza di chip e materie prime, oltre all’instabilità economica e politica dell’ultimo anno – spiega Angela Tumino, direttrice dell’Osservatorio Internet of Things -. I dati sono allineati alle tendenze di crescita dei principali Paesi occidentali, comprese tra +10% e +20%. Ma sono particolarmente significativi in relazione all’andamento totale del mercato digitale in Italia, che nel 2022 si attesta al +3,6%”.

Proseguiamo dunque con la scomposizione delle cifre complessive nei principali contesti tecnologici e applicativi. Ricordando che le rilevazioni dell’Osservatorio IoT escludono dispositivi indossabili, domotica cablata, smart tv e Rfid per la logistica.

Come vanno le connessioni di rete

Partiamo dall’infrastruttura. A fine 2022 si contano 39 milioni di connessioni IoT cellulari, al +5% sull’anno precedente, e 85 milioni di connessioni abilitate da altre tecnologie di comunicazione (+15%). Tra queste, spiccano le reti LPWA (Low Power Wide Area), che registrano un +20% passando da 2 a 2,4 milioni di connessioni. La spinta maggiore sul mercato IoT italiano viene delle applicazioni abilitate da reti non cellulari, che crescono del 15% e valgono 4,5 miliardi di euro. +11%, invece, per le applicazioni che sfruttano la connettività cellulare, il cui valore di mercato tocca quota 3,8 miliardi di euro.

Vincono le auto connesse

La Smart Car sale al primo posto in termini di fatturato, con 1,4 miliardi di euro e il 17% del mercato IoT italiano. Il tasso di crescita del 10% è trainato soprattutto dalle nuove immatricolazioni. A fine 2022, ci sono ben 4,3 milioni veicoli circolanti nativamente connessi tramite SIM (+20% sul 2021). Aumentano anche i servizi di infomobilità e di assistenza h24, così come i premi assicurativi basati su tempo di utilizzo. La prospettiva è andare oltre, con soluzioni on demand, attivabili dopo l’acquisto del veicolo, oppure con assicurazioni smart basate su dispositivi Adas. Nella direzione dell’infrastruttura per le smart road e la ricarica induttiva dei mezzi elettrici.

Smart metering più maturo

A seguire, le applicazioni di smart metering, con 1,37 miliardi di euro e +13% sul 2021. Prosegue il roll-out di questi dispositivi in ambito gas ed elettricità, avvicinandosi alla saturazione. Nel 2022, infatti, si sono installati altri 1,1 milioni di contatori gas connessi presso utenze domestiche (84% del parco complessivo) e altri 1,7 milioni di smart meter elettrici di seconda generazione (64% del totale dei contatori elettrici). In ambito idrico ancora non ci sono obblighi normativi stringenti, ma diversi bandi ne premiano l’utilizzo.

Applicazioni IoT più diffuse in Italia nel 2022

Edifici intelligenti ed efficienti

Con un fatturato di 1,31 miliardi di euro e un aumento anno-su-anno del 19%, gli edifici intelligenti sono tra i top performer del mercato IoT italiano. Ecco perché i ricercatori hanno associato ai numeri un’indagine su 40 aziende dell’edilizia. Il 73% di loro ha avuto esperienza diretta di cantieri “smart”, ma ha anche individuato difficoltà che potrebbero ostacolare la crescita degli smart building. Da un lato il costo dei dispositivi, percepito ancora come elevato nel 54% delle risposte, dall’altro l’annoso problema della mancanza di competenze, nel 42% dei casi. Sul fronte tecnologico, le soluzioni più diffuse guardano a monitoraggio e riduzione dei consumi energetici, seguite dal tema sicurezza, con la videosorveglianza. Va da sé il ruolo degli incentivi fiscali dedicati nel corso del 2022 alla riqualificazione e all’efficientamento degli edifici.

Smart city in attesa del PNRR

Altro ambito interessante, con 830 milioni di euro e +14%, quello delle città connesse. Qui, Angela Tumino vede il bicchiere mezzo pieno. “I progetti di smart city con tecnologie IoT ci sono: il 29% dei comuni italiani ha avviato almeno un’iniziativa nell’ultimo triennio – spiega la ricercatrice -. Inoltre, il 90% delle amministrazioni che lo hanno fatto ha deciso di continuare a investire e, finalmente, si osserva una valorizzazione dei dati anche in Italia”. L’altra metà del bicchiere? La scarsa integrazione tra progetti e, ancora una volta, l’esigenza di personale qualificato per portarli avanti. Il Pnrr può dunque giocare un ruolo fondamentale per l’evoluzione delle smart city, a patto di non soccombere italianissime complessità burocratiche.

Applicazioni IIoT e Smart Agriculture

La smart factory si conferma una fetta importante del mercato IoT italiano. Cresce infatti del 22% e registra 780 milioni di euro, portando innovazione e competitività alle imprese. Secondo la survey dell’Osservatorio, il 77% delle grandi imprese e il 58% delle Pmi hanno avviato progetti di questo tipo negli ultimi anni, fortemente stimolate dal Piano Transizione 4.0. Il dimezzamento dei crediti di imposta a partire dal 2023 potrebbe di fatto rallentare questa dinamica. Chiedendo un salto di qualità che vada oltre la mera connettività, per cogliere i benefici legati a dati e servizi.

Filone importante, sempre in ambito produttivo, quella dell’Agricoltura 4.0, che si trova poco più in basso nella classifica delle applicazioni IoT. Nel 2022, il settore ha fatturato 540 milioni di euro, al +32% rispetto al 2021. Le soluzioni più diffuse sono macchinari connessi e sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature, che hanno potuto beneficiare degli incentivi 4.0. La Legge di Bilancio ha infatti prorogato il credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali, prevedendo un contributo pari al 40% dell’investimento e fino a 2,5 milioni di euro per le macchine agricole smart.

Smart home altri ambiti dell’Internet of Things italiano

Alla smart home abbiamo già dedicato un ampio approfondimento: il mercato IoT delle applicazioni domestiche è aumentato del 18% e ha registrato 770 milioni di euro. Come negli smart building, il motore è nel risparmio energetico e nei bonus fiscali. Ma la crescente consapevolezza dell’utente fa ben sperare per il futuro. Oltre il 90% degli intervistati è infatti sensibile al tema energetico e il 39% intende acquistare oggetti smart per la gestione dell’energia domestica. Emerge al contempo con chiarezza la necessità di spostarsi dagli smart device agli ecosistemi digitali, reale trend di sviluppo per il futuro della casa connessa. La carrellata del mercato IoT italiano si conclude con altri due segmenti: logistica (715 milioni di euro) e smart asset management (310 milioni di euro).

Il futuro in 3 parole chiave

Questo lo status odierno. Ma quali sono i driver di innovazione per il futuro? Le parole chiave sono: dati, energia e Pnrr. Nel primo caso, bisogna migliorare integrazione e interoperabilità. L’utilizzo dei dati può infatti migliorare le performance, pensando soprattutto all’ambito industriale, ma anche consentire lo sviluppo di nuovi modelli di business basati sulla servitizzazione. Restano molto attuali, tuttavia, i temi della privacy e della cyber security legati ai dispositivi connessi. La leva di sblocco, fermo restando il rispetto della normativa vigente e di quella che verrà, sarà migliorare la comunicazione al consumatore. Sottolineando il valore della condivisione dei dati in ottica di conseguenti servizi e benefici.

Sul secondo aspetto, il risparmio energetico, il potenziale coinvolgimento dell’IoT è ovunque. Dalle smart city, con illuminazione adattiva e ricarica a induzione, alle comunità energetiche rinnovabili. E qui ci colleghiamo al punto del Pnrr. I 7 miliardi di euro per gli interventi legati alla digital energy possono avere un impatto non indifferente sul mercato IoT italiano nel suo complesso. C’è di più: il piano prevede altri 25 miliardi per favorire l’innovazione dei sistemi produttivi (Smart Factory, 14 miliardi di euro), la transizione digitale delle città (Smart City, 7 miliardi) e l’attivazione di programmi di assistenza domiciliare (Assisted Living, 4 miliardi). Ambiti in cui l’Internet of Things può e deve essere protagonista.

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Maria Cecilia Chiappani

Copywriter e redattore per riviste tecniche e portali dedicati a efficienza energetica, elettronica, domotica, illuminazione, integrazione AV, climatizzazione. Specializzata nella comunicazione e nella promozione di eventi legati all'innovazione tecnologica.
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