Utenti consapevoli, in cerca di smart home

L'Osservatorio Internet of Things 2023 dedica una parte del report al consumatore: cosa pensa della smart home? Come vede il mercato della casa intelligente? Emergono utenti consapevoli e più maturi
Utenti consapevoli e smart home: come va il mercato?

Oltre il “gadget” bello e intelligente, ci sono utenti consapevoli e una nuova concezione della casa intelligente votata all’integrazione e ai servizi digitali. Il cambio di prospettiva del mercato italiano della smart home – oggi più orientato all’ecosistema IoT e meno al singolo prodotto – si riflette anche sul punto di vista dei consumatori.

“Siamo alla 12^ edizione della ricerca, possiamo dire di aver accompagnato anno dopo anno il cambiamento della figura stessa del consumatore – spiega Angela Tumino, direttrice dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano -. Inizialmente, le persone percepivano la domotica come un qualcosa di distante e per pochi. Dal 2017 in avanti, invece, nella loro mente il concetto di smart home ha addirittura superato quello di domotica. Certo, l’accelerazione si deve anche al boom degli assistenti vocali, spesso forniti in bundle con altri oggetti smart. All’epoca, tuttavia, gli utenti erano piuttosto confusi. Oggi sembrano essere andati oltre, c’è stata una maturazione”. A confermarlo il grande interesse verso la gestione centralizzata della smart home: il 34% degli intervistati utilizza un’unica app per gestire più dispositivi. Un aumento dell’11% rispetto al 2021, che consolida la consapevolezza dei vantaggi della “vera” smart home. A maggior ragione dopo la pandemia, il caro bollette e le evolute esigenze della vita domestica.

Smart home per il risparmio energetico

Fatta questa premessa, anche la survey dedicata alla consapevolezza dei consumatori si concentra sulla prima grande esigenza dell’ultimo anno: contenere i consumi energetici. Nella casa ideale, infatti, i 1.000 utenti coinvolti dall’Osservatorio vorrebbero spendere meno per l’energia. Lato domanda, il 91% dei consumatori dichiara di essere molto (47%) o abbastanza (44%) attento a risparmiare energia all’interno della propria abitazione. Più di 1 consumatore su 3 vorrebbe abbassare le bollette di casa. Nonostante i bonus fiscali abbiano sensibilmente spinto il fatturato degli oggetti connessi per l’energy management, il nesso tra risparmio energetico e tecnologia smart non è ancora ampiamente percepito.

L’81% degli italiani pone infatti grande attenzione ai comportamenti virtuosi. Ma anche all’acquisto di dispositivi ed elettrodomestici che consumino meno, nel 42% delle risposte. Solo il 17%, invece, sfrutta le funzionalità degli oggetti smart per il monitoraggio dei consumi in tempo reale. Percentuale che scende all’11% nella gestione del riscaldamento/raffrescamento tramite scenari e al 4% nella gestione di sistemi di accumulo e autoproduzione da fonti rinnovabili. La fruizione di servizi per ottimizzare i consumi si ferma proprio al 2%.

Il futuro, però, fa ben sperare. Tra chi intende acquistare dispositivi smart nei prossimi 3 anni, il 39% (+20% vs 2021) è interessato a prodotti per il risparmio energetico. E un altro 24% (+2% vs 2021) ai servizi per l’analisi in tempo reale. Ancora una volta, tanto dipenderà dalla comunicazione agli utenti, oggi più ricettivi, dei benefici tangibili di queste soluzioni.

Gli utenti consapevoli vogliono ecosistemi

Veniamo al cuore dell’indagine annuale: l’approccio del consumatore al mercato della smart home. La prima evidenza è che la maggior parte di chi ha installato oggetti connessi ne utilizza frequentemente le funzionalità smart: il 63%, al +2% rispetto al 2021. In che modo? L’app è il principale mezzo, per il 72% degli intervistati. Cresce anche il numero di persone capaci di attivare in autonomia le app associate agli oggetti smart. In generale, la gestione della smart home risulta ancora un’esperienza abbastanza frammentata, anche per gli utenti consapevoli, ma si notano miglioramenti.

Sempre più app

L’app, come accennato, si conferma la principale interfaccia di gestione degli oggetti smart. Anche se aumenta gradualmente la quota di persone che si affida totalmente agli smart speaker (12%, +4% vs 2021) o li utilizza entrambi (16%, +9%). Inoltre, il 78% degli utenti consapevoli del potenziale della smart home è ormai in grado di attivare autonomamente le applicazioni a essa legate, con una crescita del 24% rispetto al 2021.

Sull’integrazione, sembra esserci invece più strada da fare. 1 consumatore su 3 utilizza un’unica app per gestire più dispositivi. Ma la crescita dell’11%, rispetto alla precedente rilevazione, rafforza la tesi di una progressiva maturità anche in questo ambito. Nella maggior parte dei casi si tratta di app dello stesso brand (22%), anche se un buon 12% di utenti integra la gestione di tecnologie di marchi differenti.

Il Cyber Resilience Act potrebbe cambiare il mercato della smart home

Attenzione ai dati: verso il Cyber Resilience Act

Non c’è smart home senza rischio informatico: i dati sensibili sono un problema, da sempre. A portarlo nuovamente alla ribalta, il dibattito sull’European Cyber Resilience Act. Normativa che andrebbe per la prima volta a introdurre la cyber security in tutto il ciclo di vita dei prodotti connessi. Obbligando l’intera intera filiera a garantire massima trasparenza sul supporto di sicurezza garantito in ogni fase, dalla progettazione allo smaltimento del device digitale.

Come prevedibile, le associazioni dei consumatori si dicono a favore della restrittività, mentre i produttori sono preoccupati dall’eccessivo irrigidimento. La discussione è ancora in corso: dopo la presentazione ufficiale del 15 settembre 2022, ci vorranno minimo due anni per l’effettiva compliance della legge. Ma è importante parlarne, proprio alla luce delle evidenze dell’indagine. Il 45% dei consumatori dichiara infatti di essere preoccupato per la sicurezza dei dati personali associati agli oggetti connessi, pur con differenze tra le fasce di età.

Qui entrano in gioco i servizi digitali: potrebbero aiutare la smart home a uscire dal circolo vizioso della gestione dei dati? La metà degli acquirenti è disposta a utilizzarli, anche se sono a pagamento (in percentuale minore). I tre ambiti più citati sono sicurezza, energia e assistenza alla persona.

Gestire ecosistemi smart

Dati, servizi, ecosistemi: la terza e ultima parola chiave dell’Osservatorio Internet of Things ci porta all’integrazione. Guardando alle aspettative per il futuro, infatti, il 36% dei consumatori vorrebbe una completa comunicazione tra i dispositivi smart installati, in grado di attivarsi e impostare scenari in autonomia. Interessa molto anche la possibilità di pagare gli oggetti IoT in base a quanto vengono effettivamente utilizzati (22%). Andando dunque verso la servitizzazione, con offerte pay-per-use, e la domanda di dispositivi connessi già integrati nell’arredamento (21%).

Il fatto che gli utenti chiedano integrazione su tutti i livelli fa capire che è finita l’era del dualismo. L’ambiente di casa deve essere unico, centralizzato e rispondente a tutte le esigenze.

Utenti consapevoli e informati: cosa dicono della smart home

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Maria Cecilia Chiappani

Copywriter e redattore per riviste tecniche e portali dedicati a efficienza energetica, elettronica, domotica, illuminazione, integrazione AV, climatizzazione. Specializzata nella comunicazione e nella promozione di eventi legati all'innovazione tecnologica.
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