Il ruolo della transizione green e del digitale nel PNRR

Uno studio dell’Osservatorio promosso un anno fa da The European House – Ambrosetti fa il punto sull’applicazione del PNRR e ne analizza le potenziali ricadute per la transizione digitale e green
Osservatorio sulle ricadute del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (il PNRR) sulla transizione digitale e green

Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (il PNRR) ci sono tante cose, ma gli italiani lo hanno soprattutto legato ai concetti d’innovazione e di opportunità per rimettere in pari il Paese con i partner europei per quanto riguarda il progresso tecnologico e la crescita compatibile con l’ambiente. Un aspetto, quello dell’incidenza nel PNRR della transizione digitale e green, che rappresenta uno degli assi portanti nello studio e monitoraggio dei temi del Piano che è stato presentato nel corso del recente 48° Forum annuale di The European House – Ambrosetti.

I traguardi raggiunti

A livello generale l’Osservatorio PNRR evidenzia come l’Italia ha rispettato l’impegno a conseguire tutti i 45 traguardi e obiettivi del Piano per il primo semestre 2022 e quindi inviato alla Commissione Europea la richiesta relativa al pagamento della seconda rata, pari a 24,1 miliardi di euro. Una somma, peraltro, che è stata “sbloccata” dalle autorità di Bruxelles proprio pochi giorni fa.

Nel dettaglio, si trattava di 44 traguardi (qualitativi) e 1 obiettivo (quantitativo) che riguardano un’ampia varietà di temi, appunto spaziando dalle trasformazioni green e digital alle riforme del Codice degli Appalti, della Pubblica Amministrazione e della carriera degli insegnati.

La ripartizione dei fondi del PNRR
PNRR: le 6 missioni – Fonte di The European House – Ambrosetti

Va però considerato che molti di questi risultati considerati raggiunti sono in realtà precondizioni. Infatti, per la maggior parte si tratta di istruttorie, pubblicazioni di bandi, avvio ai lavori, presentazioni di relazioni e piani organizzativi. Entro la fine dell’anno, invece, dovranno essere raggiunte 55 ulteriori condizioni (di cui 23 inerenti a riforme e le altre 32 inerenti a investimenti).

Investimenti con impatto strutturale

Per quanto riguarda gli effetti degli investimenti, l’Osservatorio ha stimato che sul totale dei 191,5 miliardi di euro resi disponibili dal PNRR gli investimenti con impatto strutturale sono pari a 66,6 miliardi di euro (il 34,4% del totale). Impatto che potrà ammontare all’1,9% del PIL nel 2026 rispetto allo scenario base senza PNRR, un valore però approssimativo perché fra quattro anni la previsione di crescita oscilla fra l’1,3% e il 2,6%.

Un effetto positivo legato anche alle ripercussioni del PNRR in ambiti che sono stati fin qui fra i maggiori responsabili della scarsa crescita del nostro Paese. In particolare, le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dovrebbero andare a “curare” la bassa propensione agli investimenti delle imprese (impatto stimato di circa 1% di PIL), le criticità logistiche e infrastrutturali (0,1%), il ritardo dell’occupazione femminile (0,6%), le inefficienze del mercato del lavoro (0,1%) e la scarsa digitalizzazione della Pubblica Amministrazione (0,2%).

impatto investimenti PNRR sul PIL
Sintesi degli impatti strutturale del PNRR Fonte di The European House – Ambrosetti

Vediamo ora l’analisi dettagliata relativa alla transizione digitale e green offerta dall'”Osservatorio PNRR a un anno dal varo”.

Il ruolo della transizione green

In relazione alla transizione green, lo studio evidenzia come il PNRR indirizza su di essa risorse per 71,1 miliardi di euro (37,5% delle risorse totali), in ossequio a quanto stabilito dalla Commissione europea che indica come requisito minimo lo stanziamento sul “verde” di almeno il 37% delle risorse provenienti dal piano continentale Next Generation EU.

Ed ancora, delle 281 misure incluse nel PNRR, la Commissione Europea ne ha classificate 108 come misure verdi: il 51% di queste hanno un coefficiente di impatto sulla transizione green del 100% (55 misure), le restanti sono state valutate al 40% (53 misure). Da notare come per analizzare il contributo del PNRR alla crescita verde sono stati considerati diversi macrotemi:

L’Osservatorio sottolinea del resto come l’intera missione 2 del Piano, “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, si pone l’obiettivo di tagliare le emissioni di CO2. La stima è quella di una riduzione fino a 19,2 milioni di tonnellate nel 2026, ossia circa il 5% di quelle registrate in Italia nel 2019.

transizione digitale e green PNRR
Gli interventi della transizione green nel PNRR – Fonte The European House – Ambrosetti

Una posizione ambivalente, quella del nostro Paese, che è nella giusta direzione per ridurre le emissioni di CO2 rispetto alle vecchie previsioni del PNIEC, ma alla luce della revisione introdotta dal nuovo piano europeo “Fit for 55”, l’apporto del PNRR non sarà invece sufficiente per raggiungere l’obiettivo fissato per il 2030.

Transizione digitale fra pubblico e privato

Alla transizione digitale il PNRR destina risorse per 48,1 miliardi di euro (25,1% del totale), anche in questo caso superando il requisito minimo della Commissione Europea, pari al 20% delle risorse del Next Generation EU. La maggioranza della spesa per la digitalizzazione (circa il 68%) è gestita dal settore pubblico, in particolare per la diretta digitalizzazione della gestione e della fornitura di servizi pubblici e per le infrastrutture pubbliche; la quota di spesa gestita dal settore privato, limitata alle misure per la “Digitalizzazione delle imprese” e a parte degli investimenti in “Ricerca e Sviluppo”, è invece meno di 1/3 del totale (32%).

Delle misure incluse nel PNRR, la Commissione europea ne ha classificate 93 come “digitali”: l’86% di queste hanno un coefficiente di impatto sulla transizione digitale del 100%, le restanti sono state valutate al 40%.

misure per la transizione digitale PNRR
La transizione digitale prevista dal PNRR – Fonte The European House – Ambrosetti

Secondo le stime dell’Osservatorio, circa il 53% di queste risorse contribuiscono direttamente al raggiungimento dei target del “Digital Compass” della Commissione Europea al 2030, un piano che si sviluppa intorno a quattro punti cardinali:

  • trasformazione digitale delle imprese;
  • digitalizzazione dei servizi pubblici;
  • competenze digitali di base;
  • infrastrutture digitali, sicure e sostenibili.

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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