Italia in forte deficit commerciale nelle tecnologie legate alla decarbonizzazione  

L’ultima Analisi trimestrale ENEA quantifica in più di 4 miliardi il disavanzo nel 2022 per le tecnologie low-carbon, anche a causa dei rincari dovuti all’inflazione. E nell’anno in corso le cose stanno andando ancora peggio
Tecnologie low-carbon: come si posiziona l'Italia?

Premessa: il nostro Paese è stato riconosciuto per decenni come un grande importatore di materie prime (delle quali è storicamente sprovvisto) ma un altrettanto forte esportatore di prodotti finiti. La situazione è però cambiata nel periodo più recente, con le conseguenze della cosiddetta globalizzazione che non hanno purtroppo giocato a favore dell’Italia. Adesso, però, nel commercio internazionale si profila un nuovo rimescolamento delle carte a causa della transizione energetica in atto. Proprio per questo assume un particolare interesse il capitolo che viene dedicato al posizionamento del nostro Paese nell’interscambio commerciale relativo alle tecnologie low-carbon, all’interno dell’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano recentemente pubblicata da ENEA.

L’anno scorso record di disavanzo

Diciamo subito che le notizie non sono particolarmente incoraggianti, soprattutto se ci si concentra sul risultato principale riportato nel rapporto trimestrale, ovvero che non soltanto l’Italia si trova in una situazione di deficit commerciale nel comparto della decarbonizzazione, ma che nel 2022 questo squilibrio ha raggiunto un ammontare considerevole, ormai superiore ai quattro miliardi di euro.

In particolare, come si legge nell’Analisi ENEA, “il dato consolidato del 2022 indica come il trend di crescita del disavanzo relativo alle tecnologie low-carbon sia pienamente confermato, toccando il livello di -4,2 miliardi di euro al valore corrente, per un tasso di variazione rispetto all’anno precedente che indica una crescita di circa il 28%”.

Numeri migliori depurati dall’inflazione

Nel rapporto si evidenzia come sull’entità del disavanzo commerciale è molto probabile che abbia pesato “l’effetto prezzo” in un periodo di elevata inflazione. Non a caso, la stima della crescita del disavanzo nel 2022 verrebbe leggermente ridimensionata qualora si adottassero deflatori generici per le esportazioni ed importazioni di merci. Nel dettaglio, l’aumento delle importazioni sarebbe più contenuto (+6%), mentre maggiore sarebbe quello relativo all’andamento delle esportazioni (+25%).

Tecnologie low-carbon: andamento commerciale

L’Analisi comprende anche una “finestra” dedicata al primo semestre 2023, periodo nel quale il deficit per i prodotti low-carbon è divenuto ancora più rilevante, pari all’80% circa di quello dell’intero anno precedente. “Per quanto riguarda l’anno in corso – si legge nel rapporto ENEA –, i primi sei mesi si caratterizzano ancora per un aumento tendenziale del disavanzo. Tra gennaio e giugno quest’ultimo ammonta già a più di 3,2 miliardi di euro”.

Andamento delle tecnologie low-carbon

Fin qui i principali numeri che dimostrano il peggiorare del disavanzo commerciale accumulato dal Paese nelle tecnologie per la decarbonizzazione, ma naturalmente alla base di tutto ci sono gli elementi che concorrono a determinarli, ovvero gli acquisti e le vendite dei vari prodotti che fanno parte del settore low-carbon.

Innanzitutto, il rapporto sottolinea come la gran parte delle importazioni e del relativo esborso economico, poco meno dell’80%, è imputabile a tre tipologie di prodotto:

  1. gli accumulatori agli ioni di litio,
  2. i pannelli fotovoltaici,
  3. i veicoli ibridi plug-in.

Ne derivano rilevanti effetti sui relativi saldi import-export, determinando quindi una sostanziosa dipendenza dall’estero.

Eolico e mobilità elettrica

Guardando alle altre tipologie di prodotti per la decarbonizzazione, anche per i generatori eolici – prodotti che comunque in termini assoluti incidono meno sulla dinamica commerciale italiana -, emerge un’elevata dipendenza commerciale dalle forniture estere, unita a uno svantaggio competitivo.

Positivo, invece, il saldo per i veicoli elettrici, per il solare termico e i componenti del settore eolico. In particolare, per i mezzi BEV (acronimo di Battery Electric Vehicle) tanto nel 2022 quanto nei primi sei mesi del 2023, continua la crescita delle esportazioni, contribuendo così alla mitigazione del deficit commerciale. Infine, in relazione al segnalato buon andamento del solare termico, occorre però tenere conto che si tratta di un comparto a bassa incidenza quantitativa sull’interscambio commerciale del Paese.

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Leonardo Barbini

Copywriter ed editorialista di Elettricomagazine.it, appassionato di tecnologia. Da anni segue le tematiche della mobilità elettrica, della transizione energetica e della sostenibilità
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